2022-05-26
L’amico del Pd: «Bandera? Un eroe»
Nel riquadro, Oles Horodetskyy (Ansa)
Parlamentari dem a convegno con Oles Horodetskyy, esponente dei cristiani ucraini che frequenta l’estrema destra di Pravy Sektor. Poi vietano il corteo di Casapound...L’antifascismo, si sa, per il Pd è un valore non negoziabile. Lo dimostra la mobilitazione dem che è riuscita a far annullare dalla questura, con argomentazioni più che traballanti, il corteo di Casapound Italia in programma per sabato a Roma (si terrà comunque un sit in sotto la sede del movimento). La parola d’ordine è sempre la stessa: nessuno spazio ai fascisti, con i fascisti non si parla, il fascismo non è un’opinione. Prassi che i progressisti più zelanti peraltro amerebbero estendere anche a Lega e Fratelli d’Italia. Peccato che proprio i dem si dimostrino molto più flessibili, tolleranti e, diciamolo pure, ben disposti verso l’estrema destra quando fa loro comodo, con tanti saluti alla non negoziabilità dell’antifascismo. Prendiamo l’evento che si è tenuto ieri presso la sala stampa di Montecitorio dedicato all’Holodomor, ovvero lo sterminio per fame di quasi quattro milioni di ucraini tra il 1932 e il 1933 a opera di Stalin. Per riconoscere questa tragedia il Pd ha proposto una mozione parlamentare (ci hanno messo 90 anni, poteva andare peggio), presentata ieri dai primi firmatari del testo: Fausto Raciti, Andrea Romano, Flavia Nardelli Piccoli, tutti e tre del Pd, così come Lia Quartapellle, responsabile esteri del partito. Insieme a loro, lo storico Andrea Graziosi, l’ambasciatore d’Ucraina in Italia, Yaroslav Melnyk, e il presidente dell’Associazione cristiana degli ucraini in Italia, Oles Horodetskyy. Costui - fra l’altro membro del comitato nazionale del partito dei Radicali Italiani - è un volto noto delle nostre televisioni, dove viene spesso invitato per sostenere la causa di Kiev. Ma è anche famoso nella Rete, dove circolano sue foto accanto a Dmytro Yarosh, leader del movimento di destra radicale ucraino Pravy Sektor, con tanto di bandiera del gruppo. In altri scatti, lo si vede accanto al ritratto di Stepan Bandera, controverso leader ucraino che collaborò con il Terzo Reich, prima di essere poi internato dagli stessi nazisti. Solite bufale della Rete? La Verità lo ha chiamato per saperne di più. Sorpresa: è tutto vero e apertamente rivendicato. «La foto con Yarosh? È del 2014, quando mi sono presentato alle elezioni politiche in Ucraina», dice Olef. «Conoscevo Dmytro da molto tempo, perché io ero dell’Azione cattolica e Dmytro veniva da un movimento chiamato Tryzub, una specie di scout un po’ più militarizzati. Era prima che nascesse Pravy Sektor e Putin creasse questa narrazione dei neonazisti». Sulle idee di Pravy Sektor, Horodetskyy spiega: «Non lo considero per niente neonazista. Lo considerano così in Russia perché è anti putiniano. Sono attivisti di destra, ma non neonazisti, non ho mai visto Yarosh con una svastica. Sfido chiunque a farmi vedere una foto così. Non è neanche di estrema destra, forse è paragonabile a Fratelli d’Italia». Gli chiediamo se anche le idee del battaglione Azov siano state deformate dalla narrazione putiniana. «Dividerei», spiega Olef, «il battaglione dal movimento del Corpo nazionale. Il battaglione è dentro la guardia nazionale, che è come i carabinieri e lì non sono ammessi discorsi politici. Infatti i membri più politicizzati sono stati espulsi. Il movimento è un’altra cosa e lì non posso escludere ci siano rappresentanti con... altri punti di vista». Quanto alla foto con il ritratto di Stepan Bandera, Horodetskyy non usa mezzi termini (anche se la sua versione della biografia di Bandera è quanto meno selettiva): «Stepan Bandera è stato incarcerato dai nazisti, i suoi fratelli sono stati uccisi ad Auschwitz. Per me Stepan Bandera è il nostro eroe nazionale, come per la maggior parte degli ucraini. Lui ha sacrificato la maggior parte della sua vita per l’idea di uno Stato indipendente ucraino». Resta da capire se i parlamentari del Pd siano al corrente dei punti di vista di Horodetskyy sulla sua storia patria e sulle sue frequentazioni. «Sì», dice, «me lo hanno chiesto diverse persone, gliel’ho spiegato e abbiamo riso insieme». Chissà perché, allora, di fronte alla destra radicale italiana quelli del Pd frignano sempre.