2025-06-27
        Dramma Fratoiannez: Lady Tesla rischia di perdere poltrona (e maxi stipendio)
    
 
        Elisabetta Piccolotti (Imagoeconomica)
    
Dopo quasi tre anni, la Giunta contesta l’elezione di Elisabetta Piccolotti (Avs). Che potrebbe così dover dire addio ai 16.000 euro mensili.Voleva rinunciare alla Tesla. E invece forse dovrà rinunciare al seggio. E alla conseguente indennità parlamentare. Povera onorevole Piccolotti in Fratoianni: come farà a vivere senza il suo assegno da 16.000 euro al mese? Dovrà accontentarsi dell’assegno (ovviamente sempre 16.000 euro al mese) del marito, il compagno segretario nonché onorevole Nicola?Cioè i due dimezzeranno le entrate? Così? Di colpo? E con entrate dimezzate, come potranno andare avanti? Ne risentirà il loro tenore di vita? Niente di più auto da 47.000 euro? Niente più revolucion&champagne? Niente più barricate&Barrique? Siamo sinceramente preoccupati per loro. Urge colletta per sostenere il tenore di vita della coppia d’oro della sinistra. L’unica consolazione per Elisabetta: se dovesse decadere da onorevole, non dovrà più alzarsi presto per andare alla Camera, alcuni giorni addirittura alle 8 del mattino, come da lei medesima lamentato in un indimenticabile intervento in Aula. Una levataccia quasi impossibile, si capisce, soprattutto per chi proprio non ce la fa ad aprire gli occhi. Nemmeno quando suona forte la sveglia.Ora però la sveglia, per l’onorevole Elisabetta Piccolotti, l’ha suonata la Giunta per le elezioni che sta finendo (alla buon’ora) i riconteggi relativi alle elezioni politiche del settembre 2022. E qui sia permesso un inciso sugli onorevoli bradipi-controllori, per i quali interpretare le schede elettorali è evidentemente quasi difficile quanto interpretare la stele di Rosetta: infatti ci hanno messo tre anni, più o meno il tempo che ci vuole per fare due volte avanti e indietro da Marte (pianeta su cui per altro sembrano abitare tutti i nostri parlamentari). Ma lo stupore per i tempi di reazione della Giunta per le elezioni è nulla rispetto allo stupore per i risultati da essa raggiunti: risulterebbe infatti che il seggio pugliese spettante al partito di Fratoianni, in base alla complicata ripartizione dei voti, non fosse nel collegio Puglia 4, dove per l’appunto era candidata per discendenza matrimoniale la consorte Elisabetta, ma nel collegio Puglia 2, dove era candidato (pensate un po’) niente meno che l’onorevole Aboubakar Soumahoro. Dunque il posto della Piccolotti spetterebbe a Soumahoro, il quale però, essendo già eletto in altro collegio, lascerebbe spazio a tal Giovanni Paglia, di Ravenna, impiegato di banca e già attivista del centro sociale Spartaco. Uno che, per dire, non s’è nemmeno fatto notare per avere una Tesla. Che abbia soltanto una Fiat Punto?Pensate l’umiliazione per la povera Piccolotti se fosse davvero costretta a lasciare il suo seggio a un banalissimo impiegato di banca. Ma insomma: lo sapete o no che, per arrivare fin lì, Lady Fratoianni ha dovuto lavorare duramente? Già al liceo infatti era in Rifondazione comunista, poi s’è dovuta sorbire una dopo l’altra tutte le molteplici trasformazioni della sinistra radicale, dal Movimento della Sinistra di Nichi Vendola a Sinistra ecologia e libertà, dalla Sinistra italiana ad Alleanza verdi e sinistra, passando pure per un faticosissimo incarico di assessore alla cultura al Comune di Foligno nonché per l’impegno più massacrante di tutti: le nozze chic con il compagno segretario Nicola Fratoianni, celebrate fra gli affreschi quattrocenteschi di Palazzo Trinci, lei in bianco lui elegantissimo in nero con tanto di farfallino. Del resto, per essere vicini agli operai bisogna pure faticare, no? Ed Elisabetta Piccolotti non si è risparmiata, lavoro duro dalla mattina alla serata in terrazza, pane, cipolle e tartine di caviale, ventre a terra e terga verso la poltrona. Finché ce l’ha fatta. Eletta in Parlamento, insieme al marito segretario, nel settembre 2022, ha visto il suo reddito passare da un giorno all’altro da 423 euro al mese (ultima dichiarazione dei redditi) a 16.000 euro al mese (stipendio da parlamentare). Quaranta volte di più. Qualcuno, per questo, ha accusato i Fratoiannez di familismo e favoritismo matrimoniale, ma sono le solite malelingue: di fronte a tale opportunità chi non sarebbe stato disposto a dire un bel sì (con o senza abito bianco)?Ora voi capite il dramma per la povera onorevole Piccolotti che di colpo rischia di perdere tutto ciò che s’è costruita in anni di sudore e motore, ovviamente elettrico (fa più chic). Lei e il compagno (bello, bellissimo, praticamente Fratoianni, come diceva un indimenticabile slogan elettorale) non si sono risparmiati nulla e soprattutto non hanno risparmiato nulla: lui, per dire, aveva una Volvo V60 e una moto Bmw F00G8, lei s’è comprata la suddetta Tesla da 47.000 euro, salvo ripudiarla quando Musk si è schierato con Trump. Da quando sono in Parlamento hanno fatto ogni sforzo possibile e immaginabile, compreso quello, mostruoso, di alzarsi alle 8 del mattino per andare in Aula. Hanno partecipato a tutte le iniziative, le marce, le manifestazioni, intonando sempre i loro canti di battaglia preferiti come «Lotta dura, indennità senza paura» e «Avanti popolo, alla riscossa dello stipendio (doppio) da parlamentare». Non hanno disdegnato nemmeno i quattrini di George Soros (110.367 euro) perché bisogna essere contro i ricchi sì, ma solo quando non versano il contributo al partito. In ogni caso non si sono limitati a pensare agli ultimi, ma hanno pensato anche ai primi e persino ai secondi, specialità di Nicola Fratoianni in veste di chef. Insuperabili, dicono, le sue polpette di polpo rese celebri da un famoso video.Ma adesso la polpetta rischia di essere avvelenata per la povera Elisabetta, detta Lady Tesla. Se la relazione della Giunta per le elezioni sarà confermata con apertura dell’istruttoria e voto finale favorevole, lei decadrà dal Parlamento. E così si vedrà portare via, con tempestività piuttosto discutibile, il suo amato seggio, oltre che le insopportabili levatacce alle 8 del mattino. Cosa che ci preoccupa non poco: può il Parlamento italiano sopravvivere senza i suoi Fratoiannez? Ma soprattutto possono i Fratoiannez sopravvivere senza il doppio assegno parlamentare da 32.000 euro al mese? Come anticipavo: se dovesse verificarsi una simile tragedia, preparatevi. Urge organizzare immediata colletta per sostenere l’onorevole decaduta Piccolotti prima che la medesima faccia un colpo di testa. O, peggio, un colpo di Tesla.
        Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
    
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico. 
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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