2022-08-27
«L’aborto mai un diritto. Giusta la lotta contro il referendum»
Nel riquadro, monsignor Andrea Turazzi
Il vescovo di San Marino, monsignor Andrea Turazzi: «Il nuovo progetto di legge per introdurre l’interruzione di gravidanza è un errore. Grazie a chi si sta opponendo».Ci ha pensato Chiara Ferragni a influenzare, come solo lei sa fare, il dibattito sull’aborto in Italia. Con un post social la bionda imprenditrice ha chiamato a raccolta le truppe cammellate dei suoi like per denunciare che «Fdi ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche che governa». E adesso, dice la nuova maitre a penser della libertà di abortire, fate attenzione perché è «una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni». Non importa che, dati alla mano, nelle Marche l’offerta del cosiddetto servizio di Ivg è di gran lunga superiore a quella nazionale. Non importa, per Ferragni il problema sembra essere l’obiezione di coscienza: non si frappongano ostacoli al libero aborto. Il dibattio è vivo anche nella Repubblica di San Marino, che si fregia di essere «l’antica terra della libertà» e che sta per approvare la sua legge sull’aborto, dopo l’esito referendario favorevole del 2021. L’associazione sanmarinese Uno di noi, di carattere laico, si sta opponendo all’impianto di questa prossima legge, ritenendola decisamente poco rispettosa della libertà. Il vescovo di San Marino, monsignor Andrea Turazzi, ha dato il suo incoraggiamento.Monsignore lei ha recentemente sostenuto un comunicato dell’associazione Uno di noi che di fatto accusa di statalismo l’impianto della legge, perché?«In questo momento di difesa della vita innocente mi ha colpito la dedizione di alcuni laici che hanno dato le ragioni del loro impegno, intervenendo e proponendo emendamenti al progetto di legge che rendessero meno iniqua la legge proposta per dare attuazione all’esito del Referendum. L’associazione Uno di noi, leggendo i vari emendamenti al progetto di istituzione di un consultorio che escluderebbe la possibilità di partecipazione di esponenti della società civile favorevoli alla vita, ha reso evidente la sostanziale natura ideologica di quanto proposto. Mi sembra che il progetto di un tale consultorio sia in contrasto con la natura storica della Repubblica di San Marino. La nostra Chiesa ha abbracciato il progetto di sinodalità, che implica la valorizzazione del principio di sussidiarietà».Da quello che trapela circa il testo della legge in discussione si parla di una «vocazione laica della Repubblica di San Marino» per sostenere la libertà di abortire, è questa la vera laicità o è un esempio di bigottismo a rovescio?«Mi è sempre sembrato che nella parola “laicità” fosse presente il principio della reciproca accoglienza del pensiero dell’altro. Se è accaduto questo triste esito referendario, mi pare che sia frutto dell’individualismo diffuso e di una non approfondita conoscenza della proposta di legge. In questo momento le promesse fatte in campagna sono state per lo più tradite e i rilievi fatti da coloro che difendevano la vita si stanno dimostrando drammaticamente veri.Inoltre, mi hanno sempre interrogato le lucide affermazioni di alcuni laici autorevoli che si sono, con chiarezza e fermezza, opposti all’aborto come diritto. Basta qui ricordare la lezione di Norberto Bobbio. Mi pare che laicità (e non posso che fare mie le lucide affermazioni di papa Benedetto XVI) significhi impedire allo Stato di essere confessionale, mentre può e deve lasciare spazio all’espressione delle varie posizioni culturali e politiche».Papa Francesco ha parlato dell’aborto come dell’affitto di un sicario, non le sembra eccessivo?«È un’espressione forte, ma forse è eccessivo pensare che uccidere un essere umano indifeso, nel grembo della madre, un essere umano che non ha chiesto di venire al mondo, sia semplicemente da considerare un diritto della donna, senza che neppure il padre possa avere voce in capitolo (diritto che, a San Marino, si vorrebbe introdurre nella nuova legge in discussione). La difesa della vita umana chiede il coraggio e la chiarezza di giudizio. Eccessivo è pensare che la morte di un essere umano sia un diritto. E mi sento di ringraziare papa Francesco per il coraggio con cui ha stigmatizzato questo delitto (che il Concilio ha pure definito abominevole). Posso capire, pur non condividendo, la posizione pro choice di alcune espressioni del mondo femminile come reazione a situazioni in cui la donna non era tenuta in considerazione. Ma tali situazioni oggi sono in gran parte superate».Torniamo a San Marino, l’antica terra delle libertà. I pro choice parlano appunto di libertà, tutti parlano spesso di libertà anche nella campagna elettorale in corso in Italia. Lei si sente un liberticida?«Ho imparato da Gesù che la garanzia della libertà è la verità. E ho sperimentato che ogni volta che l’ho testimoniata i frutti di bene sono arrivati. Ed hanno pure creato rete di rapporti e di gratitudine. La libertà vive in spazi di comunione e non è cancellata dove si testimonia il vero e il bene senza cedere alle mode e al politically correct. Ho rispetto e considerazione delle istituzioni civili della nostra Repubblica. Credo che i più sappiano capire ed apprezzare i miei interventi. Non posso che incoraggiare quanti si stanno impegnando con correttezza in difesa della vita. Il nostro sostegno non verrà a mancare!».
Papa Leone XIV (Getty Images)
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