2018-06-13
La stampa estera appoggia la Lega: «I salvataggi incentivi alle partenze»
Per i giornali stranieri la linea dura adottata da Matteo Salvini sui migranti è ammessa perché contrasta i trafficanti di uomini.L'alba di ieri è stata la Caporetto dei giornaloni italiani, un autentico psicodramma per le redazioni delle grandi testate politically correct. Un uno-due al mento e al fegato capace di piegare la resistenza anche dei pugili più allenati a incassare colpi durissimi.Nel cuore della notte, è infatti arrivata la notizia del successo pieno del vertice di Singapore tra Usa e Corea del Nord. Un trionfo di Donald Trump, a cui sarà onestamente difficile - a questo punto - negare il Nobel per la pace. Qui sulla Verità, ancora ieri, avevamo raccomandato prudenza ai commentatori, agli «esperti» e al mitico «corrispondente unico», che da mesi sbagliano previsioni su Trump. Purtroppo per loro, la striscia delle profezie mancate si allunga.Ma il colpo più duro per la nostra «intelligencija» giornalistica è arrivato quando hanno aperto la stampa internazionale e hanno letto gli articoli di commento alle scelte di Matteo Salvini e del governo italiano in materia di immigrazione. Parliamoci chiaro: in questo caso i nostri giornaloni pensavano di sparare a colpo sicuro, di tirare un rigore a porta vuota. Quando, l'altro pomeriggio, era arrivata la notizia della disponibilità del premier spagnolo Pedro Sánchez a ospitare la nave Aquarius, nelle redazioni italiane era partito il conto alla rovescia («Tre, due, uno!») immaginando l'ondata internazionale di elogi e celebrazioni per il leader socialista iberico, e la valanga di pernacchie contro il governo populista gialloblù.E invece? E invece no. Tutti i principali media internazionali hanno pubblicato ampie cronache degli avvenimenti in termini che gli inglesi definirebbero «factual», cioè il contrario di «opinionated»: servizi di informazione molto precisi, l'andamento dei fatti, le scelte di Madrid e di Roma, le reazioni politiche, eccetera. Questa è stata la scelta di Washington Post, New York Times, Wall Street Journal, Financial Times, Times e Telegraph, per citare le sei più note testate anglosassoni.Ma attenzione: gli unici giornali che, oltre alle cronache, hanno anche pubblicato commenti (Times e Telegraph), lo hanno fatto in termini sostanzialmente elogiativi per l'Italia e pesantemente critici per l'Unione europea. Ecco il Times, nell'editoriale non firmato attribuibile alla direzione del giornale: «La sorte miserevole della nave respinta illumina i fallimenti europei sull'immigrazione». E ancora: «Messaggio franco di Roma: fate di più per aiutarci a proteggere l'Unione». E infine la conclusione, che sembra scritta per gettare nello sconforto le Boldrini e gli Strada: «I Paesi vicini all'Europa devono essere persuasi a trattenere i più istruiti e i più abili fisicamente dei loro cittadini. L'anno scorso il 45% dei medici tunisini ha lasciato il Paese. La chiave è incoraggiare i giovani aspiranti migranti a prepararsi a un futuro migliore a casa propria».Altro editoriale non firmato, e quindi altrettanto autorevole, sul Telegraph sempre di Londra: «In altri tempi, la nave sarebbe sicuramente arrivata a Lampedusa, ma il ministro degli interni Salvini ha chiuso i porti nel rispetto della linea più dura sull'immigrazione annunciata dal governo. Questo metterà l'Europa a confronto con le implicazioni politiche dell'immigrazione di massa dall'Africa».Conclusione (tenetevi forte): «La vera questione è se la presenza di queste navi di salvataggio stia incoraggiando le persone a pagare i trafficanti e a mettere a rischio le proprie stesse vite nella convinzione di essere condotte in un porto europeo, e non a Tunisi o ad Algeri. Il nuovo primo ministro spagnolo Sánchez sarà senza dubbio applaudito per aver accettato di accogliere Aquarius e i suoi passeggeri, ma la sua azione, nonostante le buone intenzioni, non risolverà il problema e anzi rischia di incentivare il traffico illegale che l'Europa sta cercando di arrestare».Non c'è due senza tre: terzo commento, ancora sul Telegraph, a firma di Peter Foster: «La bomba di Salvini costringerà la sinistra europea a fare i conti con il tema dell'immigrazione. Naturalmente, Salvini attrae rabbia e disprezzo» dai suoi avversari, ma, «come con Trump, costoro mirano all'uomo e non al pallone», osserva calcisticamente Foster. Che conclude così: «Come Trump ha ragione a proposito del surplus tedesco e della cattiva prova europea sulle spese per la difesa, così Salvini ha ragione a proposito del fallimento dell'Ue nell'affrontare la pressione migratoria». Morale? «La scommessa di Salvini può essere cruda, ma può anche iniettare una dose di realismo nella discussione sull'immigrazione in Europa».Cambiando argomento e passando all'economia, ci si è messo pure il Financial Times a guastare la mattinata ai colleghi italiani, constatando le buone notizie sui mercati dopo l'intervista di domenica scorsa del ministro Giovanni Tria: «Impennata degli asset italiani dopo l'impegno del ministro dell'Economia a stare nell'euro». Forte domanda, giù i rendimenti, Borsa su, bene i titoli bancari. Saranno diventati populisti anche al Financial Times, si chiedono smarriti gli «esperti» di casa nostra?