2022-02-08
Tutto sulla società con cui i cinesi strapagano Renzi
L’impresa con sede a Pechino, citata in una segnalazione dell’antiriciclaggio, rimanda a Marina Leo, già talent scout dell’ex premier come oratore globe trotter.Non sappiamo se la pensata sia venuta alla coppia di imprenditori che gestisce le prestazioni di Matteo Renzi in Cina o direttamente all’ex premier. Di certo il nome della società che veicola i pagamenti del Renzi conferenziere e consulente nel Paese del Dragone è davvero poco originale: «Matai’ao relazioni pubbliche internazionali limited», dove Matai’ao, in cinese, sta per Matteo. Secondo una segnalazione di operazione sospetta arrivata alla Banca d’Italia la ditta avrebbe inviato «bonifici ripetitivi in accredito» sul conto di Matteo Renzi. Tutti da 8.333 euro. Viene da domandarsi: perché i clienti del leader di Italia viva non lo pagano direttamente e soprattutto perché i bonifici sono tutti dello stesso importo? Forse istituzioni cinesi, come le università pubbliche, preferiscono non retribuire senza intermediari un ex premier italiano? O un ex premier italiano non ha piacere di incassare denaro da istituzioni di un Paese guidato da un Partito che si richiama al comunismo? In realtà a saltare all’occhio dei risk manager è stato il giroconto da 1,1 milioni di euro effettuato il 13 dicembre 2021 dall’ex segretario del Pd su un conto aperto il 5 novembre forse per un qualche investimento immobiliare.I funzionari hanno ricostruito che il rapporto contabile di provenienza è stato alimentato oltre che dai bonifici cinesi anche da 570.000 euro della Royal commission for Alula. Si tratta di un progetto per il rilancio quasi visionario di un sito archeologico riconosciuto come patrimonio dell’Unesco nel deserto dell’Arabia saudita di cui aveva già parlato questo giornale. Il fu Rottamatore nel Regno di Riad è membro dell’advisory board della commissione presieduta dall’«amico» Mohamed bin Salman, il principe ereditario accusato di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Kamal Kasshoggi.Renzi, in Arabia, fa anche parte del board della fondazione Future investment initiative che gli garantisce 66.000 euro, gettone di cui già si sapeva.Tutti soldi che, per altro, il senatore di Rignano dichiara.I risk manager hanno voluto segnalare il giroconto e i bonifici che lo hanno alimentato alle autorità bancarie «perché il sospetto è legato al procedimento giudiziario in capo al cliente e al possibile collegamento delle somme in accredito con le consulenze oggetto di indagine». Il riferimento è a un’inchiesta per presunte false fatture (relative a pagamenti per una conferenza ad Abu Dhabi) di cui, però, al momento della segnalazione (datata 24 dicembre) era già stata chiesta l’archiviazione (la notizia della mossa della Procura che ha ritenuto fosse tutto in regola è del 22 dicembre).Sarà per questo che ieri Renzi ha diramato un durissimo comunicato contro i giornali che domenica hanno pubblicato la Sos: «Pensierino della sera. Dopo una breve pausa, in cui avevo addirittura recuperato consenso persino nei sondaggi, tornano casualmente gli attacchi evergreen sulle mie consulenze. Pensate che per aver spostato miei soldi regolarmente guadagnati da un conto all’altro – entrambi intestati a me, quello che si chiama giroconto – sono stato oggetto di segnalazioni plurime con l’acquisizione, ancora una volta, del mio conto corrente. […]. Per essere chiari e definitivi: la pubblicazione di questo materiale viola la legge, il segreto bancario, il segreto istruttorio, la privacy. Ciascuno può pensarla come crede sull’opportunità di lavorare anche all’estero, ma la cosa vera e semplice è che io non violo la legge, chi fa queste uscite contro di me sì. Non sono illegali le mie attività, è illegale l’attività di chi mi attacca. Fingono di non capirlo perché io sono antipatico. Perché non smercio mascherine asiatiche o ventilatori rotti. Ma la verità è che ciò che faccio io è perfettamente legale, ciò che fanno i miei accusatori è perfettamente illegale. Qualcuno prima o poi si accorgerà di questo scandalo?».Nei mesi scorsi Renzi aveva contattato direttamente la Procura di Roma (ma anche la Banca d’Italia) per annunciare l’intenzione di presentare una denuncia per la pubblicazione nel settembre scorso da parte del Corriere della sera di una Sos del 25 agosto sull’agente dei vip Lucio Presta. Nel mirino una movimentazione decisa dopo che Presta e Renzi erano stati iscritti dalla stessa Procura capitolina per finanziamento illecito.Insomma la guerra tra il quotidiano milanese e l’ex premier continua in un duro corpo a corpo.Alla querela il giornale ha risposto con un’altra rivelazione.Ma secondo noi il vero tema che emerge dalla Sos sono i rapporti di Renzi con la Cina, altro Paese non precisamente democratico. Perché il politico toscano riscuote tanto successo a Pechino e chi c’è dietro alla Matteo relazioni pubbliche internazionali limited? Qui la faccenda si fa interessante e va oltre al nome singolare scelto per la ditta.Dalle informazioni dell’equivalente cinese della nostra Camera di commercio che La Verità ha visionato, la «Matteo limited» che mandava bonifici al suo omonimo risulta fondata il 16 maggio del 2019, con sede a Pechino e un capitale sociale di 5 milioni di Renminbi, l’equivalente di 688.000 euro. Rappresentante legale e direttore esecutivo è un cittadino cinese di nome Lu Wei. Nella documentazione societaria cinese che abbiamo consultato emergono anche i nomi di altre aziende, di cui una, la Bojin international cultural exchange Co. limited sembra legata a un intervento effettuato dall’ex premier in Cina nel giugno del 2019. Da sempre appassionato di social, Renzi ha aperto anche un profilo Linkedin come «public speaker», in cui sono indicati 25 eventi a cui ha partecipato tra il maggio 2018 e il novembre 2019 (data dell’ultimo aggiornamento presente sulla pagina). La carriera di conferenziere di Renzi è iniziata in Kazakistan al XV Eurasion media forum.Gli appuntamenti che Renzi elenca sul suo profilo Linkedin certificano la sua vita da globe trotter. Nel 2018: Kazakistan, Pechino, Shangai, Macao, Nizza, Chongqing, sempre in Cina, e Parigi. Nel 2019: New York, Riad, Abu Dhabi, Dubai, Londra, Zurigo, Riad, Interlaken (Svizzera), Kazakistan, Pechino, Seul, Atene, New York e, a novembre, ancora Londra. Poi, forse complice la pandemia, sul profilo di Renzi è calato il silenzio.Ma chi c’è dietro la Matai’ ao che contribuisce al sostentamento dell’ex primo ministro? Come abbiamo già detto Lu Wei, che, con la sessantunenne napoletana Marina Leo, possiede una società con sede a Rotterdam, in Olanda. Paese dalla fiscalità vantaggiosa che da anni attira molte aziende europee, tra cui a suo tempo Fca. La Leo è stata la prima con la sua Celebrity speaker agency ad aggiudicarsi le prestazioni del fu Rottamatore. La Csa, inizialmente con base in Italia, è stata poi spostata in Olanda.Noi avevamo parlato della Leo, ex insegnante di lingue, già nell’ottobre del 2018.La donna e Wei, nell’aprile del 2021, hanno fondato a Rotterdam la Qiao International business, che già sulla home page del sito internet svela la sua mission: «Un ponte tra la Cina e il mondo». La descrizione del business della società va oltre la fornitura di speaker e lambisce i confini della politica estera: «La Qiao international business facilita il contatto tra aziende, università e istituzioni della Cina e di altri Paesi del mondo per il commercio, la cooperazione e le pubbliche relazioni». Nel «portfolio» della Qiao c’è anche Renzi, citato come «ex primo ministro italiano», senza alcun riferimento al suo essere tutt’ora parlamentare: «È la persona più giovane ad aver ricoperto la carica di Presidente del Consiglio italiano […] è stato descritto dagli osservatori politici come un centrista e come un liberale». Di seguito l’elenco delle sue riforme: dal Jobs act, alle unioni civili, dalla «semplificazione dei processi civili» all’«abolizione di tante piccole tasse».Secondo il sito della Qiao il leader Iv sarebbe disponibile per «consulenze di affari», «videoconferenze», come «principale oratore», per «pubbliche relazioni» e come «direttore onorario».La Leo è diventata Ceo della Qiao nell’1 luglio 2021, subentrando proprio a Lu Wei. Sul sito aziendale la donna risulta essere co-fondatrice al pari di Lucian Lu, che nella pagina dei contatti è citato come referente della sede di Pechino della Qiao. In un sito cinese di registrazione di domini Lu Wei è associato alla mail di Lucian Lu. Quest’ultimo, nella sua biografia, fa sapere di essere specializzato nella «realizzazione di scambi e cooperazione internazionali non governativi» e nel far ottenere alle imprese «un’immagine di marca indipendente di fascia alta internazionale».Nel novembre scorso Renzi aveva replicato alle critiche che gli venivano mosse per i suoi rapporti con gli arabi sfidando alcuni leader del passato: «Vogliamo parlare di collaborazioni con istituzioni non pienamente democratiche? Ci sono». Quindi aveva chiesto a chi lo intervistava: «Me lo organizza lei un confronto etico con il professor Romano Prodi su questo? Lei vuole parlare di lobby e finanziamento? Ci sono». E aveva citato i presunti rapporti del vecchio fondatore dell’Ulivo con Kazakistan e Cina. Chissà se oggi lancerebbe di nuovo la sfida.