2019-05-30
«La sinistra fucsia alla Gad Lerner oggi farebbe inorridire Gramsci»
Il filosofo Diego Fusaro: «L'autore dei “Quaderni del carcere" passava il tempo con gli operai in fabbrica, gli intellò gustano aragoste in terrazza. Le classi subalterne? Lui ne voleva il riscatto, questi altri le disprezzano».«Ma quale gramsciano… Gad Lerner è il classico intellettuale demofobo della sinistra fucsia». Diego Fusaro, filosofo marxista, grande conoscitore di Antonio Gramsci, demolisce il tentativo di Lerner di salvarsi in calcio d'angolo: dopo il tweet in cui bacchettava le «classi subalterne» che hanno votato la Lega, il giornalista ha spiegato che quell'espressione l'aveva coniata proprio il pensatore sardo.Fusaro, ma non è che mentre Gramsci, delle «classi subalterne», voleva il riscatto, Lerner ne vorrebbe il commissariamento perché non gli piace come votano?«Nel mio libro, Antonio Gramsci. La passione di essere nel mondo, cerco proprio di dimostrare che tutta l'opera di Gramsci è un tentativo di educare le masse e non certo di rimproverarle perché votano altrimenti. Lui usava un'espressione molto bella».Quale?«Diceva che serve una connessione sentimentale tra gli intellettuali e il popolo. Invece oggi gli intellettuali pensano di essere tanto più intellettuali quanto più disprezzano il popolo, attraverso la categoria del populismo».Gramsci non si arroccava sullo spregio per i populisti.«Nei Quaderni del carcere, ripete continuamente che “il libro deve andare al popolo", “bisogna interpretare il popolo", fare “la filologia vivente del popolo". L'opposto di quello che ha detto Gad Lerner».Tra l'altro, come ha scritto Maurizio Belpietro, le classi subalterne di cui parlava Gramsci erano analfabete davvero. Ai giorni nostri, non è esagerato dare dell'analfabeta a chi ha votato la Lega?«Certo. E Gramsci non si sarebbe mai permesso di dire una cosa del genere».No?«Quando non era in carcere, passava tutto il tempo con gli operai in fabbrica a Torino». Gli intellò, invece?«Loro stanno chi nell'attico di New York con le aragoste, chi sulla spiaggia di Portofino, tutti a rampognare il popolo perché vuole i salari e non i matrimoni gay, la dignità della casa e della famiglia e non l'utero in affitto…».Nelle Regioni con la maggiore percentuale di diplomi e lauree, il consenso è più alto per il Pd, ma anche per la Lega. Come si spiega in termini gramscian-lerneriani?«Guardi, il fatto è che se le sinistre, che prima stavano con il popolo, ora stanno con la classe dominante e contro il popolo, è chiaro che il popolo, una volta che l'ha capito, si rivolge altrove».Quindi le sinistre hanno ingannato il popolo?«E ci sono riuscite anche per parecchio tempo: a lungo, ad esempio, il popolo ha creduto che ci fosse continuità tra un Palmiro Togliatti e un Massimo D'Alema…».E la continuità non c'era?«Direi di no. Già Gramsci, d'altronde, se la prendeva con gli intellettuali “non organici" al popolo, spiegando che il dramma dell'Italia era che gli intellettuali non erano stati in grado di legarsi al popolo».Gramsci, a tal proposito, aveva introdotto il tema del nazionalpopolare. Lerner, invece, nel suo tweet se la prende pure con la «nazionalità».«È una doppia assurdità. Prima di tutto perché, in termini gramsciani, la nazione è un fondamentale punto di partenza». Perché?«Per Gramsci il radicamento nazionale era un tratto fondamentale da contrapporre al cosmopolitismo, ideologia delle classi dominanti. Come diceva Palmiro Togliatti, la classe dominata deve essere patriottica». E la seconda assurdità?«È che la sovranità nazionale è l'ultimo baluardo della democrazia. Al di là di questo c'è il potere transnazionale non democratico dei mercati».Perché mai, secondo i radical chic, chi studia dovrebbe diventare un elettore del Pd?«Vede, come diceva il mio maestro, Costanzo Preve, questa è la prima epoca storica in cui gli intellettuali sono più stupidi della gente comune».Addirittura?«D'altronde, la gente comune vive nel mondo e riesce a capire i problemi veri. Invece l'intellettuale si trincera in una torre d'avorio e perde contatto sia con il popolo, sia con la realtà. E diventa il braccio armato culturale e politico della classe dominante».Gianni Riotta ha twittato: «Come sempre, il voto degli italiani all'estero non premia la destra e i populisti. Perché hanno visto il mondo, non i talk show».«Demofobia, italofobia pura. Non si capisce perché chi va all'estero, chi fa l'Erasmus, chi è errante, migrante e sradicato, debba valere di più del povero lavoratore della Fiat che vive nel quartiere Mirafiori di Torino. È per questo che quella che io chiamo la sinistra fucsia odia il proletariato».Cioè?«Odia il radicamento. E il proletariato è la classe più radicata».La sinistra fucsia combatte il proletariato?«Ormai l'unica classe che fa la lotta di classe è proprio la classe dominante, cosmopolita, con i suoi intellettuali al guinzaglio».Gli intellettuali di sinistra fanno la lotta di classe al contrario?«Diciamo che la sinistra fucsia rappresenta quello contro cui Gramsci ha lottato per tutta la vita. Paradossalmente, è la principale alleata del capitale e la più grande nemica delle classi lavoratrici. Ogni “conquista" della sinistra oggi è un massacro per i lavoratori».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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