2019-04-30
La Sicilia si disamora dei grillini. Il Pd azzecca strategia: nascondersi
Tonfi fragorosi dei sindaci pentastellati uscenti, al ballottaggio sette grandi Comuni: il Carroccio avrà due candidati. Ottimi risultati per i dem laddove correvano senza simbolo o in tandem con Forza Italia. Il Movimento 5 stelle va male. La lega non va benissimo ma può accontentarsi, anche perché il centrodestra ora può puntare concretamente su una serie di ballottaggi. Il Pd è il solo a vincere al primo turno, in due comuni, ma soltanto perché non si è presentato con il suo simbolo. È questo, in sintesi, il quadro delle amministrative nei 34 comuni siciliani, dove nel weekend hanno votato 254.687 elettori (l'affluenza si è fermata al 58,42%). La Lega in questa fetta di Sicilia cresce, ma forse non come ci si aspettava; due candidati di Matteo Salvini passano comunque al ballottaggio sia a Gela (Caltanissetta) sia a Mazara del Vallo (Trapani), e questo basta a giustificare la soddisfazione del leader: «Grazie ai siciliani», ha commentato a caldo Salvini, «perché mi hanno e si sono regalati la voglia di cambiamento. Solo parlare di una scelta del genere qualche anno fa sarebbe stato fantascienza». Il Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio invece perde i due sindaci che aveva proprio a Gela e anche a Bagheria (Palermo), e adesso può solo cercare una rivincita nei ballottaggi che gli restano - tra due settimane - a Caltanissetta e a Castelvetrano (Trapani). Il centrosinistra, con un Partito democratico peraltro «oscurato» dietro una serie di liste civiche, vince al primo turno a Bagheria (Palermo) e ad Aci Castello (Catania). Là dove il Pd si presenta con il suo simbolo, al contrario, i risultati non sono affatto buoni: a Castelvetrano, l'unica città siciliana dove il partito ha scelto di mostrare faccia e bandiere, e dove in campagna aveva tenuto un comizio il suo nuovo segretario Nicola Zingaretti, si è fermato al 16%. Ma vediamo qual è la situazione nei centri più importanti. A Caltanissetta, l'unico capoluogo di provincia dove ieri si votava, nessuno è stato eletto al primo turno e quindi si va al ballottaggio. Il mancato accordo con la Lega ha tolto una vittoria quasi certa al primo turno per il candidato sindaco del centrodestra Michele Giarrata (37,5%), un ingegnere di Fratelli d'Italia che domenica 12 maggio dovrà vedersela con Roberto Gambino del M5s (ieri a poco meno del 20%). Segue a poca distanza Salvatore Messana (17,6%), il farmacista che già per due volte è stato sindaco, con il Pd, ma stavolta si è presentato al vertice di un'alleanza di liste civiche. Il candidato solitario della Lega a Caltanissetta, Oscar Aiello, ha preso circa l'11% dei voti, che con tutta probabilità confluiranno su Giarrata.A Bagheria, Filippo Tripoli è il nuovo sindaco per il centrosinistra: succede a Patrizio Cinque, che nel giugno 2014 era stato trionfalmente eletto con un M5s addirittura al 69%, ma nel 2017 si è auto-sospeso a causa di un'inchiesta che dal 24 aprile scorso si è risolta in un rinvio a giudizio per i reati di abuso d'ufficio, stalking e lesioni personali. Grazie al disastroso crollo dei grillini, che ieri si sono fermati all'11% con la loro candidata Romina Aiello, assessore alla Cultura nella giunta uscente, Tripoli ha incassato il 46% e ha battuto il candidato di centrodestra Gino Di Stefano (31,2%), che era appoggiato anche dalla Lega. Il nuovo sindaco è stato sostenuto da un guazzabuglio di liste civiche di sinistra, alcune dotate di nomi bizzarri per la sua stessa area politica: Radici future, Liberi e forti si cambia, Bagheria #avantitutta, Bagheria tricolore, Movimento indipendenza Sicilia. Ad Aci Castello vince il candidato del centrosinistra, Carmelo Scandurra, con poco meno del 54%. Come sindaco succede a Filippo Drago, già del Movimento per le autonomie e di recente passato alla Lega, e batte sia Ezia Carbone, la candidata di Forza Italia (30,9%), sia il grillino Antonio Bonaccorso (15,4%). Anche qui, il Pd si è formalmente dissolto: al suo posto, ha corso un centrosinistra nascosto dietro sette differenti liste civiche. A Gela si terrà un altro ballottaggio: il 12 maggio gli elettori dovranno scegliere tra Lucio Greco, che ieri ha preso il 37%, e Giuseppe Spata (31%). Il primo è sostenuto da un'alleanza tra il Pd e la parte di Forza Italia vicina a Gianfranco Micciché; il secondo è il candidato leghista appoggiato dal centrodestra e dai dissidenti di Forza Italia. Il M5s a Gela è andato assai male: nelle amministrative 2015 aveva stravinto, con il 65% dei voti, ma il suo sindaco Domenico Messinese non è riuscito a imporre un modello di amministrazione e lo scorso settembre è stato addirittura sfiduciato dal consiglio comunale. Così ieri il candidato grillino Simone Morgana si è fermato al 14% ed è arrivato solo quarto.Sarà ballottaggio anche a Mazara del Vallo, fino allo scorso marzo guidata dal sindaco Nicola Cristaldi, di Fratelli d'Italia: in questo caso ad affrontarsi saranno Salvatore Quinci (31,5%), appoggiato dal centrosinistra ancora una volta senza il simbolo del Pd, e il neoleghista Giorgio Randazzo (24,3%). Restano esclusi dalla corsa sia il candidato grillino Nicola La Grutta (fermo al 18,5%), sia Benedetta Corrao, sostenuta da Forza Italia e da Diventerà bellissima, partito del governatore regionale Nello Musumeci. Ieri Corrao si è fermata all'11%, e i suoi voti dovrebbero andare in maggioranza a Randazzo. Andrà al ballottaggio anche Castelvetrano, il centro trapanese che ha dato i natali al boss Matteo Messina Denaro e dove ieri si tornava al voto dopo due anni di commissariamento per mafia del municipio, proprio nello stesso giorno in cui l'ex sindaco Antonino Vaccarino veniva liberato dopo 15 giorni di custodia cautelare conseguenza dell'accusa di avere agevolato la latitanza del boss. Il 12 maggio, a Castelvetrano, si affronteranno il candidato forzista Calogero Martire (30%) e il grillino Enzo Alfano (28,5%). Qui il centrodestra era andato al voto in ordine sparso: così il candidato sindaco della Lega, Antonino Giaramita, si è dovuto accontentare del 7,4%, mentre l'esponente di Fratelli d'Italia, Davide Brillo, ha preso l'8,6%. Sull'altro versante il candidato del Pd Pasquale Calamia, l'unico che in Sicilia abbia deciso di presentarsi avvolto nella bandiera del Pd, si è fermato al 16,3%.