2018-11-17
La ruspa di Salvini contro la monnezza fa uscire di testa i grillini napoletani
Il leghista: «A Napoli più termovalorizzatori». Luigi Di Maio: «Così crea tensioni nel governo». Roberto Fico: «Ha dato schiaffi alla città».Lui, lui e l'altro: il triangolo più cool della politica italiana, quello con protagonisti Luigi Di Maio, Matteo Salvini e Roberto Fico, continua a «coprire» tutto il terreno di gioco della politica italiana, lasciando pochissimi spazi alle opposizioni. Il meccanismo è ormai consolidato: ogni volta che Salvini fa o dice qualcosa che potrebbe irritare gli elettori del M5s più ostili alle politiche della Lega, Fico interviene e polemizza con lui, mantenendo così il dissenso all'interno del perimetro della maggioranza. La polemica sui termovalorizzatori da realizzare in Campania è un classico esempio di questo schema. L'altro ieri, a Napoli, Matteo Salvini ha sorpreso un po' tutti con una dichiarazione inaspettata: «Bisogna capire», ha detto Salvini, «che serve un termovalorizzatore per ogni provincia. A metà gennaio va in manutenzione l'unico termovalorizzatore di tutta la regione (quello di Acerra, in provincia di Napoli, ndr) che andrà a un terzo del regime. Su questo problema c'è un'incapacità folle che risale a tempi andati, dall'emergenza del 2008 non è cambiato niente in meglio. Se il sindaco di Napoli non vuole i termovalorizzatori, che si mangi i rifiuti. Ma siccome i rifiuti non si possono mangiare, allora vanno valorizzati. Le nuove tecnologie», ha aggiunto Salvini, «dicono che non c'è alcun impatto sulla salute della popolazione». «Gli inceneritori», ha risposto immediatamente Luigi Di Maio, «non c'entrano una beneamata ceppa e tra l'altro non sono nel contratto di governo». Ieri, Salvini è tornato sull'argomento: «Ho passato la giornata a Napoli», ha detto il ministro dell'Interno, «ed erano tutti preoccupati per la salute. Devi fare delle strutture: perché in Lombardia ci sono 13 impianti e in Campania uno? Non c'è nel contratto? Vallo a spiegare ai bambini che fra due mesi respirano merda. Un'emergenza in vista? Non lo dico io, ma quando il capo dei vigili mi dice che c'è il rischio di tornare alla situazione di 10 anni fa», ha scandito Salvini, «devo fare qualcosa. Ho parlato con Di Maio dei rifiuti e della questione degli inceneritori, chiedevo la nascita della terminologia tecnica “una beneamata ceppa". Gli inceneritori li dovrebbero scegliere i sindaci e la regione ma tutti dicono di no. Quindi», ha ribadito Salvini, «li faremo». «La percentuale di raccolta differenziata in Campania», ha precisato Matteo Salvini, «è quasi 20 punti inferiore a quella di altre regioni italiane, nel 2016 la Campania ha esportato in Italia e in Europa 300.000 tonnellate di rifiuti con una spesa per decine di milioni di euro. Da anni non ci sono interventi. In Lombardia ci sono ben 13 termovalorizzatori che non inquinano ma producono energia e ricchezza: chi dice sempre e solo dei “No" provoca roghi tossici e malattie. Mi chiedo», ha concluso il leader della Lega, «qual è la soluzione per tutelare la salute dei campani, che peraltro pagano la tassa per i rifiuti?».Puntuale come un inceneritore svizzero, ieri il presidente della Camera, Roberto Fico, è arrivato a Napoli e ha attaccato Salvini: «É uno schiaffo forte a questa città», ha detto Fico, «e a questa regione arrivare qui e dire che ci vuole un termovalorizzatore a provincia dopo le lotte che sono state fatte e dopo l'avanzamento delle nuove tecnologie. Ve lo assicuro, non si farà neanche un inceneritore in più ma molti più impianti di compostaggio per la frazione umida dei rifiuti solidi urbani, più differenziata e più impianti di trattamento meccanico manuale dove si ricicla il tutto». Parole e slogan che si sentono da anni e anni, ai quali non sono mai seguiti i fatti. «Non mi piace», ha aggiunto Fico, «che si arrivi qui e si dica al sindaco di Napoli di mangiarsi i rifiuti. Nessuno parla così al sindaco di Napoli, che comunque è il sindaco della capitale del Sud Italia, capitale fondamentale del Mediterraneo. Da questo punto di vista nessuno passa». Sulla linea del «no» agli inceneritori in Campania anche altri ministri del M5s: Barbara Lezzi, Sergio Costa, Giulia Grillo e Danilo Toninelli. E Di Maio? «A me dispiace», ha commentato il vicepremier e leader del M5s, «che Salvini abbia deciso di lanciarsi in questa polemica e di creare tensioni nel governo. Abbiamo già abbastanza nemici. È una polemica che si fonda su un tema che non essendo nel contratto di governo non si pone. Abbiamo un ministro dell'ambiente», ha aggiunto Di Maio, «che ha scoperto la terra dei fuochi e conosce la Campania, quindi affidiamoci a lui. Lì ci vive la mia famiglia sono la persona più preoccupata».Ieri tra i due contraenti del contratto di governo si è verificata qualche scaramuccia nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato. Nel ddl anticorruzione il M5s vuole inserire una soglia massima di 500 euro per le donazioni ai partiti, oltre la quale i nomi dei donatori vanno pubblicati on line; la Lega chiede che la soglia sia di 2.000 euro (all'inizio era d'accordo anche il M5s, che poi ha cambiato idea). L'accordo potrebbe essere raggiunto sui 1.000 euro.