2019-05-01
La ricetta elettronica veterinaria è un balzello per chi ha cani o gatti
L’emissione del documento digitale può arrivare a costare anche 10 euro. I dottori dovranno compilare cinque diverse pagine web per ottenere una singola prescrizione per un solo farmaco. E alla fine chi paga?Al via la ricetta elettronica veterinaria. Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto attuativo, dal 16 aprile tutti i veterinari sono obbligati ad emettere digitalmente la ricetta, mandando in soffitta la carta. Questa innovazione sta però iniziando a creare distorsioni della norma, che si stanno ripercuotendo sui contribuenti italiani proprietari di cani e gatti. Alla Verità sono infatti iniziate ad arrivare segnalazione secondo le quali l’emissione della ricetta digitale costerebbe, al proprietario di un animale domestico, 10 euro. La prassi del sovrapprezzo non riguarda però tutte le cliniche veterinarie, dato che ci sono alcuni centri che per il momento non stanno facendo pagare un prezzo extra sulla ricetta elettronica. Il futuro resta però incerto, visto che la novità non è ancora del tutto chiara. Alcune cliniche veterinarie sentite hanno infatti dichiarato di non sapere bene come gestire la ricetta elettronica e che non escludono, nel breve periodo, di inserire un sovrapprezzo dato che «tutto il carico del lavoro ricade sul dottore». Non si sa ancora se ci sarà un coordinamento a livello di gruppi ambulatoriali locali o se ogni studio veterinario deciderà la sua policy interna. In questo caso ci saranno proprietari di animali domestici che dovranno pagare un sovrapprezzo per ogni singola ricetta digitale, e chi no. La ricetta elettronica, in effetti, ricade interamente sulle spalle dei dottori, che dovranno compilare cinque diverse pagine web per ottenere una singola ricetta digitale per un solo farmaco. Tutto il processo porta alla generazione di un «pin» che sarà comunicato al proprietario dell’animale domestico. E che a sua volta dovrà comunicare al farmacista per poter compare il farmaco. Per poter tenere sotto controllo la situazione delle ricette emesse dal proprio veterinario, si possono scegliere due strade: accedere al sito www.ricettaveterinariaelettronica.it, inserire il numero della ricetta o il pin della ricetta e visionare il prospetto. O, in alternativa scaricare l’app per accedere alla schermata direttamente dallo smarphone o tablet (anche in questo caso servirà il pin o il numero della ricetta). La procedura cambia se si parla di animali da reddito (qualsiasi animale allevato o custodito per la produzione di alimenti, lana, pelli, pellicce o per altri scopi agricoli). In questo caso si dovrà chiedere l’accesso al Sistema informativo nazionale della farmacovigilanza, per ottenere un account e poter consultare le ricette elettroniche, le scorte autorizzate da tenere in allevamento e i protocolli terapeutici. La ricetta elettronica veterinaria fa però parte di un progetto più ampio, riguardante la digitalizzazione del sistema Italia. Il primo passo è stato fatto con l’introduzione il 1° gennaio 2019 della fattura elettronica, il secondo è la ricetta elettronica e il terzo avverrà a luglio 2019 con l’introduzione dello scontrino digitale. Come per la fattura elettronica l’Italia risulta essere il primo paese in Europa ad aver voluto adottare questo sistema nel campo della sanità animale. E come per la e-fattura i problemi iniziano ad esserci, a soli 15 giorni di applicazione. Per quanto riguarda invece lo scontrino digitale i tempi sono stati dilatati. A luglio 2019 dovranno infatti emettere gli scontrini elettronici solo gli esercizi che hanno un volume d’affari superiore ai 400.000 euro. Da gennaio 2020 l’obbligo diventerà invece generalizzato per tutti (artigiani e piccoli commercianti). Tra due mesi le attività interessate dovranno dunque munirsi di speciali registratori di cassa in grado di trasmettere ogni singolo corrispettivo giornaliero all’Agenzia delle entrate. Il costo per adeguarsi alla nuova norma oscilla da un minimo di 150 euro a 400 euro. Il Dl 119/2018 ha previsto però un rimborso del 50% su una spesa massima di 250 euro per l’acquisto o l’adattamento dei registratori di cassa per emettere scontrini elettronici. Il nuovo scontrino elettronico ha però delle conseguenze anche per i contribuenti italiani. Non solo non si riceveranno più gli scontrini di carta, ma per poter visionare l’elenco delle spese effettuate nei vari esercizi si dovrà andare sul sito dell’Agenzia delle entrate ed entrare nella propria area personale. Nel decreto fiscale è inoltre stato precisato come «i dati fiscali trasmessi possono essere utilizzati dall’Agenzia delle entrate anche per finalità diverse dall’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata». Il che fa presumere che l’Amministrazione fiscale possa usare questi dati per svolgere ulteriori indagini fiscali sul contribuente. Inoltre, il governo ha anche pensato di inserire «la lotteria dei corrispettivi» a partire dal 1° gennaio 2020. Tutti i contribuenti che acquisteranno beni o servizi possono decidere di partecipare alla «lotteria nazionale» fornendo ulteriori dati all’Agenzia delle entrate. «È necessario che i contribuenti, al momento dell’acquisto, comunichino il proprio codice fiscale all’esercente e che quest’ultimo trametta all’Agenzia delle entrate i dati della singola prestazione».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)