2020-05-18
«La ricetta anticrisi: flat tax e niente tasse per un anno»
Massimiliano Romeo (Ansa)
Il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo: «Il governo doveva agire sul fronte fiscale e dare più fiducia a famiglie e imprese. Invece a Palazzo Chigi sembra che vivano sulla luna».Massimiliano Romeo è il capogruppo al Senato della Lega. Nel giorno della grande riapertura, ha accettato una conversazione a tutto campo con La Verità.Presidente Romeo, alla fine il governo, almeno su protocolli e linee guida, si è dovuto piegare alle più ragionevoli proposte delle Regioni…«Così sembrerebbe. Hanno compreso che alcune ipotesi erano fuori della realtà. I protocolli fatti circolare a lungo sembravano più pensati per tutelare chi li aveva scritti che per far ripartire l'Italia. Per carità: giusto essere prudenti, ma non si può perdere il contatto con il mondo reale»Adesso le regole sembrano più umane e accettabili. In pratica per tutte le attività ci si basa sulla distanza precauzionale di 1 metro. Ma perché il governo si è intestardito per giorni e giorni a proporre gli allucinanti protocolli Inail-Iss, che invece avrebbero certamente impedito a bar, ristoranti, negozi, stabilimenti balneari, di lavorare in modo accettabile? «La linea del governo, dall'inizio di questa vicenda, è stata quella di tutelarsi, e soprattutto di provare a scaricare sugli altri le responsabilità, invece di assumersele. Poi però si sono dovuti scontrare con la vera e propria insurrezione di cittadini e categorie».Conte e gli altri da che logica erano mossi? Sudditanza totale ai virologi? Desiderio di mantenere un clima di guerra per autoconservarsi? Cos'altro?«Direi essenzialmente la tendenza a delegare ai tecnici. Giusto che ci siano delle consulenze. Poi però è la politica che deve scegliere: altrimenti a che serve? Troppo a lungo è stata delegata la funzione politica e di scelta a comitati e task force».Adesso però occorre un cambio di clima da parte di governo e media. Fissate regole più praticabili, bisogna ripristinare un clima di normalità, uscire dal bollettino di guerra permanente, creare un'atmosfera che incoraggi le persone a tornare a vivere, a uscire, a consumare.«Eh, ma alcuni a Roma stanno sulla luna. Fin dall'inizio avevamo suggerito di consultare le associazioni di categoria, e invece si è perso molto tempo. Adesso per ripartire davvero a noi pare servano tre cose. La prima è che il governo faccia ciò che è necessario sul lato sanitario in questa nuova fase, anche per prevenire eventuali nuove ondate: penso al tema dei reagenti per i tamponi, al potenziamento della medicina di territorio, a un piano per la riconversione di ospedali dismessi».La seconda? «Serve fiducia nei cittadini. Gli italiani si sono dimostrati tutt'altro che anarchici. C'è stata grandissima serietà e responsabilità».Terzo requisito?«Fiducia nelle imprese: metterle davvero in condizione di lavorare. In Aula avevamo sollecitato il governo a capovolgere la logica, a cambiare tutte le norme che quasi considerano l'imprenditore un pericoloso soggetto da sorvegliare. E invece non vedo nessun intervento consistente contro la burocrazia, sento parlare di riduzione dell'orario di lavoro con lo stesso salario, vedo che si bloccano i licenziamenti con un buco di due mesi nella cassa integrazione».E il disastro delle tasse.«Su quello, praticamente nulla da parte del governo. Noi continuiamo a proporre due soluzioni fortissime: la pace fiscale e la flat tax».Note dolenti. Il decreto cosiddetto «Rilancio». Fino a sabato sera era ancora desaparecido. Eppure giorni prima Conte si era esibito in una specie di televendita per promuoverlo. Ma a che gioco gioca il governo? «È il metodo dell'annuncio a ogni costo. Pensi a quando parlarono dei 400 miliardi più 350, alla “potenza di fuoco". Poi abbiamo visto che su 5,6 milioni di partite Iva solo il 3,5% ha chiesto il prestito a causa delle difficoltà incontrate. Un flop clamoroso, e una evidente prova di sfiducia verso il governo».Analizziamo le bozze disponibili. La misura decisiva, e cioè le risorse a fondo perduto per le imprese, sembra troppo piccola. Solo il 20% o il 15% o il 10% (a seconda dei ricavi) della differenza tra il fatturato di aprile 2020 e quello di aprile 2019. Meglio di uno schiaffo, ma francamente troppo poco per indurre un'impresa a resistere.«Non c'è dubbio, la cifra è troppo bassa. E poi arriva tardi. Altro che decreto rilancio. A marzo, quando ci fu lo scostamento di 25 miliardi, noi proponemmo subito uno scostamento molto maggiore per fare subito un intervento di questo tipo. E invece si sono già persi due mesi. La tempestività è tutto quando si tratta di salvare delle imprese».La stessa scelta del mese di aprile come parametro è arbitraria. Magari posso avere un'attività che ad aprile non è stata penalizzata ma che, in un arco di tempo più ampio, risulta schiantata. E il governo non mi aiuta? «Sarebbe stato opportuno calcolare un periodo più ampio. Ci sono attività turistiche per cui il danno sta arrivando adesso. Oppure posso anche aver fatturato ad aprile, ma magari senza essere stato pagato».Molte delle altre misure sembrano francamente propagandistiche. Penso al bonus turismo: 500 euro a famiglia (cioè pochissimo), solo al di sotto di un Isee molto basso, e con l'onere a carico dell'albergo o della struttura ricettiva (già in crisi di liquidità), con rimborso molto più avanti nel tempo.«Non può funzionare. In questo provvedimento per il turismo c'è pochissimo, rispetto ai roboanti annunci del ministro Franceschini in Senato. E proprio ora che le aziende sono in crisi di liquidità, chiedi a loro di anticipare?».Da questo punto di vista le proposte fiscali dell'opposizione erano più incisive.«Pensi all'anno bianco fiscale. Non io, non noi, ma l'ex viceministro delle Finanze dei governi di centrosinistra Enrico Zanetti ha detto che, con quella nostra proposta, certamente ci sarebbe stato un ammanco per l'erario quest'anno, ma l'anno prossimo, grazie all'effetto fiducia che si sarebbe creato, avremmo avuto un deficit inferiore a quello preventivato».Lo stesso ecobonus/sismabonus sembra più che altro pensato solo per i condomini. Così si muoverà molto poco…«Intanto molti aspetteranno la conversione del decreto, e poi, in considerazione dell'estate, si andrà a settembre. Anche qui dovresti peraltro anticipare e poi essere rimborsato. E inoltre sarebbe stato opportuno rimborsare anche gli interventi pregressi».E poi la cosa più folle: una grandinata fiscale il 16 settembre, con la sola alternativa di 4 rate mensili fino a fine 2020. E chi avrà i soldi per pagare tutto e subito?«Voglio vedere quanti saranno in grado di far fronte a una botta del genere tutta insieme».Anche nei provvedimenti precedenti (Cura Italia) il governo ha bocciato tutte le vostre proposte, nonostante gli inviti alla collaborazione bipartisan.«Faccio un esempio, ma potrei farne decine. Cassa integrazione: avevamo suggerito, vista l'emergenza, di saltare almeno il passaggio del coinvolgimento dei sindacati, per rendere la procedura più spedita. Anche perché non credo proprio che qualcuno si sarebbe potuto opporre in questa situazione. La risposta è stata no. Per non dire delle nostre proposte fiscali. O anche di quanto avevamo suggerito sulle mascherine: ma il commissario Arcuri ha preferito creare il caos con la storia del prezzo a 0,50 euro che ha reso tutto introvabile». Non è che Conte protrae lo stato di emergenza di altri 6 mesi proprio per «restare attaccato» al virus e provare a blindare la sua permanenza a Palazzo Chigi?«In effetti, a qualcuno può venire in mente di protrarre questo stato di cose per tentare di rimanere in sella. Ma la sensazione è che ora Conte possa inventarsi tutti i Dpcm che vuole, ma che finirà per essere travolto dalle preoccupazioni e dalla giusta insoddisfazione dei cittadini».Mes. Se è così vantaggioso come alcuni vorrebbero far credere, come mai non c'è la fila per chiederlo? Non sarà che per caso qualcuno l'ha concepito come un «vestito su misura» solo per l'Italia, per ingabbiarci definitivamente?«Spagna, Portogallo e Grecia si sono precipitate a dire che non ne hanno bisogno. E invece vedo un forcing anche mediatico per convincere l'Italia ad attivarlo. Qualcosa fa pensare che sia stato ritagliato solo per noi, in negativo intendo. Se le condizioni di accesso - ripeto: di accesso - sono state alleggerite, poi è rimasto, come oneri e condizionalità, tutto quello che era previsto per la fase successiva all'erogazione e fino al rimborso, in termini di sorveglianza e di possibile richiesta di aggiustamento. E sappiamo bene cosa voglia dire…».Avete convocato una manifestazione il 2 giugno. La stessa cosa ha fatto Giorgia Meloni. Sarà auspicabilmente un evento unico? «Dopo la presentazione al Senato di una mozione comune delle forze di centrodestra per la sfiducia al ministro Bonafede, sono convinto che si lavorerà perché si sia tutti insieme a difendere cittadini e categorie. Segnalo che, nella democrazia israeliana, rispettando le distanze ci sono state manifestazioni politiche. Voglio sperare che nessuno pensi di mettere in discussione la possibilità di manifestare contro il governo. Manca solo questo…».