2022-03-10
La rete unica rischia di affossare il maxi bando da 3,7 miliardi di Colao
Vivendi svaluta la quota ma conferma la stima a Labriola. Mentre domenica dovrà decidere sull’offerta Kkr, Tim è vicina alle nozze con Open fiber. L’unione confligge con il piano «Italia a 1 giga», pilastro del Pnrr.A rilento, tra le scadenze del piano Italia a 1 giga come previsto dal Pnnr e il grande risiko delle Tlc, prosegue il cammino della rete unica. È un percorso sempre più accidentato, anche per via della crisi del mercato italiano delle Telco dove Iliad ha rimescolato le carte. Ieri è arrivato il downgrade di Tim. Moody’s ha modificato il rating da Ba2 a Ba3, confermando l’outlook negativo, nonostante ci sia stato un «significativo cambio di strategia e la separazione della rete può sbloccare il valore degli asset».Il ministro per l’Innovazione Vittorio Colao - caso vuole ex ad di Vodafone Italia - continua a insistere sui bandi in scadenza il 31 marzo per la banda larga, rallentando così il memoradum of understanding (Mou) di Tim e Cdp sulla rete unica. In questo scenario ormai profondamente cambiato, infatti, a fine mese scade il bando Infratel Italia da 3,7 miliardi di euro per portare Internet veloce a 7 milioni di indirizzi sul territorio nazionale. Si tratta di 15 lotti - corrispondenti alle diverse aree geografiche - dove interverranno i vincitori dei finanziamenti. I soggetti interessati possono partecipare entro le ore 13 del 16 marzo 2022. Le offerte possono essere destinate a uno solo, alcuni o tutti i lotti posti a gara. Il numero massimo di quelli aggiudicabili è otto. Il contributo pubblico coprirà fino al 70% delle spese sostenute. Per garantire il rispetto degli obblighi del bando entro «giugno 2026, sono stati individuati obiettivi semestrali di copertura e un sistema di penali in caso di mancata copertura dei civici e ritardo dei tempi di realizzazione dei lavori». Evidente che Tim e Open fiber siano in prima fila per aggiudicarsi la maggior parte dei lotti. Ma è altrettanto palese che, se nei prossimi mesi ci sarà un accordo tra le due società come ampiamente circolato sui giornali, potrebbe esserci il superamento del limite degli otto lotti. Il tema non è di poco conto. Il bando infatti non prevede questa opzione. Anzi, è specificato in uno dei punti come «l’operatore economico che intenda presentare offerta per più lotti è tenuto a partecipare sempre nella medesima forma (individuale e associata) e, in caso di Rti o consorzi, sempre con la medesima composizione, pena l’esclusione dell’operatore economico e dei concorrenti in forma associata cui lo stesso partecipi». Insomma c’è il rischio di un pasticcio o comunque di un conflitto di interessi nel lungo periodo. Sul dossier, non va dimenticato, sono poi puntati gli occhi di Bruxelles che - oltre a ricordare all’Italia i ritardi sulla fibra rispetto agli altri Paesi Ue -seguono anche da vicino le mosse di Cdp su Tim.Il mercato delle telecomunicazioni europee è in una fase di cambiamento. Nei mesi scorsi in Tim è arrivato come nuovo ad Pietro Labriola, ma anche in Windtre alla prossima assemblea di aprile lascerà Jeffrey Hedberg. Si va ormai verso la creazione di società dove la parte infrastrutturale verrà sempre più separata da quella commerciale. Si spacchetta per valorizzare ed essere più agili. La scorsa settimana il consiglio di Telecom ha approvato il piano industriale al 2024. Si è tornato a parlare del’Opa del fondo americano Kkr, socio di minoranza della rete secondaria Fibercop. Gli americani sarebbero interessati alla parte infrastrutturale e a quella estera. Ma bisogna fare i conti anche con un azionista di peso come Vivendi, con Vincent Bolloré interessato al ritorno dell’investimento fatto in passato. Proprio ieri Vivendi ha svalutato la quota Tim in portafoglio per 728 milioni di euro (-0,20 euro per azione) «per contabilizzare le incertezze economiche e i cambiamenti strategici che potrebbero influenzare le prospettive». Ma la tempo stesso conferma il suo impegno come azionista di lungo periodo e il ceo francese Arnault De Puyfontaine che siede nel consiglio ha elogiato Labriola: «Sosteniamo ampiamente il suo piano», ha dichiarato.Domenica prossima, 13 marzo, è previsto un consiglio di amministrazione dove il board guidato da Labriola potrebbe prendere una decisione su Kkr. L’offerta non vincolante è stata fatta ormai quattro mesi fa, al prezzo di 50,5 centesimi di euro per azione e con conseguente scorporo della rete. La proposta ora potrebbe essere cambiata al ribasso. A quanto pare una parte del consiglio, quella degli amministratori indipendenti, non vorrebbe chiudere la porta al fondo americano. Allo stesso tempo proseguono i colloqui di Cassa depositi e prestiti su Open fiber, di cui è azionista di controllo al 60%. L’obiettivo è accelerare sul progetto rete unica che prevede quindi un accordo tra Tim e Open fiber. Ma anche qui, come detto, ci sono diverse difficoltà. Non a caso un paio di settimane fa è iniziata a circolare l’ipotesi che Tim e Cdp sarebbero a un passo dalla firma del memorandum. Nella futura società della rete unica Tim, che dovrebbe chiamarsi Netco, ci saranno i cavi sottomarini di Sparkle, la rete primaria, quella secondaria di Fibercop e le infrastrutture che dovrebbero intrecciarsi con la rete di Open fiber. Servco sarà la società di Tim che gestirà i servizi enterprise, consumer e Tim Brasil.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
content.jwplatform.com
L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
Kim Jong-un (Getty Images)