2019-03-11
Un brigatista in cattedra a pontificare su Moro
La Regione Puglia fa corsi di formazione per gli insegnanti. Alla data su Aldo Moro a parlare sarà Alberto Franceschini, fondatore delle Brigate rosse. Vittorio Bachelet, Ezio Tarantelli, Massimo D'Antona, Marco Biagi. Questi quattro uomini avevano due caratteristiche in comune: erano docenti universitari e sono stati uccisi dalle Brigate rosse fondate da Alberto Franceschini, che giovedì prossimo salirà su un palco a Bari nell'ambito di un progetto di formazione per insegnanti di lettere, diritto, storia e filosofia delle scuole medie e superiori. Non potendo ascoltare le vittime, i professori dei nostri figli dovranno ascoltare le parole di chi ispirò i carnefici di quegli «eroi qualunque» dello Stato italiano. Per la Regione Puglia, guidata con piglio ruggente da Michele Emiliano, evidentemente se non è zuppa è pan bagnato, visto che non ha lesinato il patrocinio dell'imperdibile evento, ennesimo tentativo di sdoganamento culturale di un ex leader terrorista, sponsorizzato anche dall'Ufficio scolastico Regionale e dall'Istituto pugliese per la Storia dell'antifascismo. Compagni che sbagliano. In fondo alla locandina gli organizzatori si sono premurati di scrivere che «l'iniziativa è aperta alla cittadinanza tutta, fino a esaurimento posti». Venghino signori, c'è Franceschini che ci illumina. Su quale tema? E qui il cerchio si chiude, si esce dal buonsenso e si entra nell'iperuranio del surrealismo, perché l'argomento è «Aldo Moro educatore. Le Brigate rosse e il loro fallimento storico e politico».Non si può dire che Franceschini non sia preparato. Il nipote di uno dei fondatori del Pci partecipò in prima persona agli Anni di piombo, fu condannato a oltre 60 anni di carcere per costituzione di banda armata, costituzione di associazione sovversiva, sequestro di persona, rivolta carceraria ed è singolare che venga invitato a chiudere un convegno con un'intervista pubblica (l'hobby preferito dei reduci) accanto al presidente del consiglio regionale pugliese, Mario Loizzo, all'onorevole Gero Grassi, componente della commissione d'inchiesta Moro 2, e alla direttrice dell'Usr Puglia Anna Cammalleri. I rappresentanti delle istituzioni non hanno nulla da ridire? Lo Stato esca una volta per tutte dall'equivoco: se celebra le vittime e le addita come esempio del «massimo sacrificio in tempo di pace per la vittoria della democrazia», non può poi pendere dalle labbra dei carnefici o (peggio) di chi li arruolò, teorizzò la lotta armata come unica via alla rivoluzione del proletariato e mandò sbandati poco ammobiliati di pensiero a sparare alla schiena a persone inermi. Franceschini ha pagato le sue colpe in termini giudiziari e da anni lavora presso una cooperativa sociale dell'Arci. Ma la riabilitazione è qualcosa di sobrio e privato, una traversata del deserto che attiene alla sua sensibilità, all'invadenza dei suoi fantasmi, ai suoi progetti di vita. E questo non significa che, per un malinteso e peloso senso di redenzione, debba salire in cattedra.L'evento ha suscitato l'indignazione dei parenti delle vittime delle Br, che nella loro storia di sangue hanno rivendicato 86 omicidi. «È vero che il diritto di parola non deve essere negato a nessuno perché è quello che eleva il nostro stato di esseri umani», sottolinea Polito Perruggini, nipote del brigadiere Giuseppe Ciotta trucidato nel 1977 e presidente dell'associazione Anni di piombo. «Ma è anche vero che non può essere dato in questa maniera a chi è stato uno degli artefici del periodo più buio della nostra Italia, soprattutto se ci saranno dei ragazzi di fronte a lui. E poi quel titolo. Il terrorismo è il fallimento di qualcosa che nasce già deviato e malvagio. Questo messaggio non può essere oscurato dalla parola “fallimento" che potrebbe implicare anche il negativo esito di qualcosa che nasce da giusti ideali». Mentre Fratelli d'Italia chiede alla Regione di ritirare il patrocinio, il consigliere regionale Nino Marmo (Forza Italia) domanda: «Come può un'istituzione promuovere un convegno in memoria di una vittima e invitare anche il fondatore dell'associazione criminale che l'ha ucciso?». Per la seconda volta in tre mesi la Puglia si trova al centro della stessa polemica: un ex terrorista in cattedra come conferenziere e il mondo della scuola ad ascoltarlo. Era accaduto a Orsara, in provincia di Foggia, dove in dicembre l'amministrazione aveva invitato Renato Curcio - generale delle Br come Franceschini - per un premio. E dopo le proteste aveva deciso di annullare l'incontro. Perruggini rilancia: «Cosa aspetta invece la Regione a ricordare i nomi e i volti di tutti quei pugliesi che sono stati uccisi dai killer degli anni di piombo?». Franceschini, Curcio; dare udienza ai ricordi smussati dal tempo non basta a cancellare quel sangue.
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)