2021-08-17
La proposta delle Famiglie numerose. «Quota 100 per le mamme over 50»
L'Anfn avanza un'idea per anticipare di 12 mesi la pensione alle donne lavoratrici.L'Associazione nazionale famiglie numerose (Anfn) è una delle tante associazioni del mondo cattolico che andrebbe incoraggiata e sostenuta da tutti in questi tempi di violenta glaciazione demografica. Ma se il global warming preoccupa più dell'impoverimento delle famiglie e dell'invecchiamento della specie umana, allora è naturale che si tergiversi e si parli d'altro.Eppure questa benemerita istituzione ha appena formulato sul suo sito una proposta concreta per favorire e facilitare l'accesso alla pensione per le donne lavoratrici. L'Associazione proponente, sorta a Brescia nel 2004, ed oggi con migliaia di iscritti e rappresentanti in tutta Italia, difende a spada tratta la famiglia naturale, composta da padre madre e prole, specie numerosa.La nuova proposta in favore delle donne è significativa e ben dettagliata sul sito. Significativa in questo clima di femminismo anti-familiare lo è senza dubbio. Perché secondo il mainstream chi difende la famiglia come pilastro della nazione e cuore pulsante della società, sarebbe vittima del bigotto «familismo amorale» (Edward Banfield). E quindi contro la donna e la sua autonomia. Questa proposta però, esattamente all'opposto, promuove difende e tutela le donne che hanno lavorato per anni, pagato le tasse e maturato il diritto a una pensione. E quindi, pur senza disprezzare l'antico e nobile mestiere della casalinga, non si vuole nessun ritorno all'epoca «di Checco e Nina».Si tratterebbe in concreto di una sorta di quota 100 per tutte le mamme lavoratrici, o, come scrive l'Anfn le «nostre mamme numerose in età “over 50", che oltre ad essere lavoratrici, svolgono contemporaneamente compiti di cura in qualità di madri, di nonne e anche di figlie dei genitori anziani». Per questo per loro «il raggiungimento della pensione rappresenta un traguardo importantissimo» che permetta loro di «svolgere in maniera più efficace e serena questi fondamentali compiti di cura». Il punto forte della proposta è espresso nell'articolo 1: il «riconoscimento di dodici mesi di anticipo per ogni figlio, senza limiti massimi che penalizzino le famiglie numerose (anche perché sono numericamente talmente marginali che l'impatto economico sarebbe trascurabile)». E la ratio legis si situerebbe nella valorizzazione della donna «oltre che nel ruolo di lavoratrice, anche nel ruolo di madre». Il che, secondo l'Anfn, «rappresenterebbe un forte segnale, anche culturale, a sostegno delle politiche di natalità, oggi sempre più essenziali per il futuro del paese». Per cui, il «lavoro per la cura familiare inizierebbe finalmente ad avere un piccolo e limitato, ma importante, riconoscimento economico».I paladini della famiglia numerosa concludono la proposta di legge con un'esplicita richiesta di attenzione al Governo, ai sindacati, ai partiti e all'associazionismo familiare. Al fine di verificare la fattibilità materiale ed economica delle loro richieste, e di aiutarli a renderle concrete per il bene di tutte le donne, senza alcuna discriminazione.In tempi di bulimia valoriale, è piccante notare lo spirito che anima l'Associazione. Scrivono sul sito: «Noi siamo nell'arena. Giochiamo a mani nude e a carte scoperte, nessuna loggia massonica o nuova setta esoterica; ve lo diciamo con chiarezza quel che siamo e desideriamo. Abbiamo solo una grande passione: cambiare, da subito, la cultura di morte e di fastidio nei confronti della famiglia che attanaglia questo Paese, per trasformarla in cultura di “sì alla vita, sì al futuro". E la cambieremo».Viene in mente il motto di Giovanni Paolo II, ripreso da Leone XIII: «Se la famiglia è sana, la società sarà sana. Se la famiglia è malata, la società sarà malata». Una famiglia sana, durevole, educativa e aperta alla vita: ecco il rimedio a tanti mali dei nostri giorni. Auguriamoci che la crisi sanitaria lasci tempo e spazio per ascoltare e appoggiare queste sentinelle del domani.
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