2019-05-08
Tornata di nomine in Fiera Milano, le inchieste dividono Sala e Fontana
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L'ultima ondata di arresti e indagini inasprisce i rapporti tra il sindaco di Milano e il governatore lombardo indagato per abuso d'ufficio. A breve ci sarà la scelta dei nuovi vertici della Fondazione, controllante dell'ente fieristico, con Dario Frigerio e Giuseppe Orsi tra i possibili sostituti di Giovanni Gorno Tempini che però sembra mantenersi saldo al timone. Tiene ancora banco per la Spa quotata il caso Pfe Spa e Nolostand , già commissariata per mafia tre anni fa, non ha ancora «sottoscritto alcun protocollo di legalità con la prefettura».Mentre l'appalto affidato dalla controllata Nolostand alla Pfe di Totò Navarra sollevato dalla Verità dovrebbe essere discusso a breve nel consiglio di amministrazione della controllata di Fiera Milano mercoledì 8 maggio (oggi nel cda di Fiera non se ne è parlato ndA), continuano le operazioni in vista dei rinnovi dei vertici della Fondazione. La controllante dell'ente fieristico è un banco di prova per il dialogo tra il governatore lombardo Attilio Fontana e il primo cittadino Giuseppe Sala, ora minato dall'ultima raffica di arresti e indagini che hanno travolto la regione e un consigliere comunale di Forza Italia. Per di più Fontana ora si ritrova anche indagato per abuso d'ufficio e nelle carte compaiono le aziende partecipate A2a, Mm e Amsa, da sempre oggetto di discussioni tra le due istituzioni. I rapporti tra i due sono altalenanti, le polemiche non mancano, ma c'è bisogno di trovare a breve una sintesi, anche perché su Fiera si concentrano gli interessi di gran parte del sistema di potere italiano. A cominciare da quello di Confindustria, dal momento che proprio il caso Pfe Spa ha riportato a galla il peso che ha avuto l'ex numero uno di Eicma Antonello Montante su Milano. Non a caso in una delle ordinanze di custodia cautelare c'è una frase emblematica agli atti, detta dall'imprenditore Giuseppe Catanzaro (autosospeso da Sicindustria) a Montante, rispetto al giro di aziende che ruotavano intorno al sistema su cui indaga la procura di Caltanissetta. «Simmu tutti amici tuoi e stammu facennu tutti affari...». A quanto pare le candidature sono diverse, anche se c'è chi scommette su una riconferma di Giovanni Gorno Tempini, attuale presidente che fu scelto dall'ex governatore Roberto Maroni. Il problema è che all'interno di Fiera c'è chi vorrebbe discontinuità, cogliendo al volo la scusa (la vicenda tocca la spa quotata e non la fondazione) il caso Nolostand, commissariata per mafia nel 2016 a seguito di un'inchiesta di Ilda Boccassini. Ebbene va ricordato che il 30 aprile ha lasciato l'azienda Maurizio Cozzani che fu incaricato come amministratore unico da Fiera dopo un'intesa con il tribunale: abbandona l'incarico con un anno di anticipo. Per di più, terminato il commissariamento, sempre l'Organismo di vigilanza che accendeva un faro di Pfe a febbraio, spiegava che «non risulta sottoscritto alcun protocollo di legalità con la prefettura, in relazione alle tematiche antimafia: l'Odv ritiene che, per la delicatezza del settore, sarebbe opportuno attivarsi in tal senso». In pratica, una società commissariata per infiltrazioni mafiose che, a febbraio 2019 data della relazione dell'organismo di vigilanza, a 24 mesi di distanza dalla fine del commissariamento non si è ancora occupata di siglare il protocollo di legalità (white/black list) con il prefetto. Non solo. Il sito internet www.nolostand.it lascia molti operatori interdetti, dal momento che sorprende come una società sottoposta a un anno di commissariamento per infiltrazioni mafiose, abbia per di più una pagina online ferma al 2016 e non contenga alcuna informazione sugli amministratori, sulla compliance e sulle procedure, in particolare quelle che regolano il rapporto con i fornitori.Oltre alla riconferma di Gorno Tempini, in prima fila per diventare il numero uno di Fondazione Fiera è l'attutale vicepresidente vicario Dario Frigerio, appena nominato consigliere di Atlantia, holding del gruppo Benetton. Frigerio ha avuto anche un passato come amministratore delegato di Prelios, società di intermediazione immobiliare fondata dall'amministratore delegato di Pirelli Marco Tronchetti Provera che ha avuto non pochi problemi economici in passato. Fu proprio l'attuale vicepresidente vicario a caldeggiare la nomina di Marina Natale come consigliere di Fiera: ex head of strategy di Unicredit ai tempi dell'amministratore delegato Alessandro Profumo uscì dall'istituto di credito dopo l'arrivo di Jean Pierre Mustier. Altro nome caldo per la presidenza è quello di Maurizio Lupi, ex ministro ai Trasporti vicino a Comunione Liberazione. Già amministratore delegato di Fiera congressi negli anni Novanta fino al 2013, conosce bene in mondo fieristico lombardo, per anni governato da Luigi Roth. Per la sua nomina potrebbe spendersi Sala, anche perché fra i due i rapporti vanno avanti da anni. Di sicuro da quando nella giunta dell'ex sindaco Letizia Moratti l'attuale primo cittadino svolgeva il ruolo di city manager: tra i due c'è un profondo rapporto di fiducia. Insomma la nomina di Lupi a presidente potrebbe rappresentare secondo alcuni un Nazareno 3.0, ma soprattutto sarebbe il ritorno della politica dopo anni di tecnici legati al mondo confindustriale italiano. La Lega al momento tace. Ma circola anche l'idea di nominare Giuseppe Orsi, ex amministratore delegato di Finmeccanica (attuale Leonardo), storicamente molto vicino alla Lega, assolto in appello sulla presunta tangente indiana ma in attesa della Cassazione a fine maggio, dopo il ricorso presentato dalla procura di Milano e dalla agenzia delle entrate.