2020-04-17
La portaerei di Macron non salpa: un terzo dell’equipaggio infetto
True
Ansa
La portaerei nucleare francese Charles De Gaulle ha dovuto annullare una missione perché oltre un terzo dell'equipaggio è risultato positivo al coronavirus. Nel dettaglio, sui circa 1900 militari imbarcati sul fiore all'occhiello della difesa transalpina, 668 sono stati contagiati dal virus cinese. Tra questi, 31 sono ricoverati in ospedale e uno finito in rianimazione. La situazione potrebbe ancora peggiorare, dato che i risultati di un terzo dei test effettuati non sono ancora disponibili.
La portaerei nucleare francese Charles De Gaulle ha dovuto annullare una missione perché oltre un terzo dell'equipaggio è risultato positivo al coronavirus. Nel dettaglio, sui circa 1900 militari imbarcati sul fiore all'occhiello della difesa transalpina, 668 sono stati contagiati dal virus cinese. Tra questi, 31 sono ricoverati in ospedale e uno finito in rianimazione. La situazione potrebbe ancora peggiorare, dato che i risultati di un terzo dei test effettuati non sono ancora disponibili.La vicenda sta provocando polemiche perché ci si chiede come sia possibile che uno dei principali strumenti della difesa nazionale, sia stato messo fuori gioco dal Covid-19. Uno scivolone della marina che risponde agli ordini di Emmanuel Macron, che ha l'effetto di un pugno nello stomaco per un Paese che non perde occasione per decantare le proprie qualità. La Francia è: una potenza nucleare ed economica, un membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, uno dei Paesi fondatori dell'Unione europea. Eppure, i vertici della sua Marina transalpina si sono fatti sorprendere da una pandemia. Meglio non pensare cosa sarebbe successo se, invece della malattia nata nei mercati di Wuhan, la Francia fosse stata colpita da un attacco batteriologico. E dire che, l'attuale inquilino dell'Eliseo afferma un giorno si e l'altro quasi, che all'Ue serve una difesa europea, possibilmente coordinata da Parigi.Ripercorrendo a ritroso le tappe della missione della portaerei, si scopre che il virus potrebbe essere salito a bordo anche a causa della leggerezza con la quale il governo francese ha gestito la pandemia, nelle prime settimane della crisi. Questo nonostante, dalla vicina Italia, arrivassero segnali allarmanti.Andando per ordine, la Charles de Gaulle è partita dal porto di Tolone il 21 gennaio 2020 per partecipare alla missione internazionale in Siria e Iraq denominata Inherent Resolve. Dopo alcune settimane passate nel Mediterraneo, la nave militare è passata nelle acque dell'Atlantico e, tra il 13 e il 16 marzo scorsi, ha fatto scalo nel porto di Brest, in Bretagna. Qui, una cinquantina di militari sono stati imbarcati.Il 16 marzo a mezzogiorno, in tutta la Francia è iniziato il confinamento. Quindi i marinai della Charles de Gaulle hanno potuto, nel corso di tre giorni: scendere a terra, incontrare i propri cari, andare al ristorante e fare sport. Va detto anche che, nello stesso periodo, sempre nel porto di Brest, erano presenti almeno 2500 militari imbarcati su navi militari alleate.La sede provenzale della radio France Bleue, ha riportato la testimonianza anonima di un militare imbarcato sulla portaerei. Secondo il testimone, già il 13 marzo, un membro dell'equipaggio presentava i sintomi del coronavirus e il comandante avrebbe voluto annullare la missione, ma il ministero della difesa francese si è opposto. Solo l'8 aprile il dicastero guidato da Florence Parly, ha iniziato a parlare, sottovoce, della presenza di militari positivi al morbo cinese sulla Charles de Gaulle. Ieri, lo staff del ministro ha ribadito che la riduzione della missione della portaerei non pone problemi di tipo strategico o operativo e che la pandemia non impedisce alle Forze Armate di Parigi di svolgere le proprie missioni. Delle dichiarazioni che hanno il sapore di una excusatio non petita. Nel frattempo il capo di Stato Maggiore della Marina, l'ammiraglio Christophe Prazuck, ha annunciato l'apertura di un'inchiesta.Se le indagini confermassero che i militari sono stati contagiati durante lo scalo a Brest, si potrebbe azzardare che la responsabilità di questa figuraccia che, speriamo, non provochi vittime, non sia tutta delle gerarchie. Questo perché anche gli alti ufficiali transalpini, come buona parte dei francesi, hanno seguito docilmente le indicazioni da incantatori di serpenti, diramate fino all'inizio del lock-down dal governo di Parigi.Perché avrebbero dovuto imporre ai marinai della Charles de Gaulle delle misure più restrittive di quelle previste per il resto del Paese? D'altra parte la portavoce del governo - la senegalese naturalizzata francese tre anni fa, Sibeth Ndiaye - all'inizio della pandemia, aveva definito il Coronavirus come 1un grosso raffreddore» o una «grossa influenza». Il 13 marzo, il primo ministro Edouard Philippe aveva dichiarato al Tg delle 20 di Tf1, che «in strada, portare una maschera non serve a niente».E poi ci sono stati i discorsi di Emmanuel Macron alla nazione. Come il nostro Giuseppi, il capo di Stato francese ama andare in tv per fare proclami con tono grave. Peccato che, come l'avvocato di Volturara Appula, anche Monsieur le Président nei suoi passaggi in tv dica poche cose utili e anche molto confuse. Magari per cercare di nascondere la mancanza di mascherine per proteggere la popolazione dal Covid-19.
Jose Mourinho (Getty Images)