2020-12-04
La patrimoniale già rientrata dalla finestra
Nicola Fratoianni (Getty images)
L'emendamento per introdurre il prelievo sulle ricchezze, dichiarato inammissibile, ieri è stato riaccolto in seguito al ricorso di Nicola Fratoianni e Matteo Orfini. Ma gli stessi proponenti e la commissione Bilancio ammettono di ignorare l'eventuale gettito della misura.Uscita dalla porta, la patrimoniale (ulteriore) di Nicola Fratoianni (LeU) e Matteo Orfini (Pd) rientra dalla finestra. Ci eravamo lasciati, ieri mattina, con la notizia della dichiarazione di inammissibilità del loro emendamento, sancita l'altro ieri in prima istanza dal presidente della commissione Bilancio (Fabio Melilli, Pd) «per carenza o inidoneità di compensazione», cioè per mancanza di copertura. E avevamo dato conto del ricorso sollevato dai presentatori.La notizia di ieri è che l'emendamento è stato riammesso e dunque andrà al voto. Abbastanza surreale la motivazione con cui la presidenza della commissione ha rimesso in pista la proposta: «in considerazione della difficoltà di effettuare una puntuale quantificazione riguardo alla stima degli effetti di gettito derivanti dalla proposta emendativa, fermo restando che più puntuali informazioni potranno essere acquisite in proposito dal governo nel corso dell'esame dell'emendamento stesso».Se non parlassimo di cose drammaticamente serie, ci sarebbe perfino da ridere. In pratica, si mette nero su bianco il fatto che né i presentatori (ci arriveremo tra poco) né la presidenza della commissione Bilancio sembrano essere stati in grado, preliminarmente, di capire cosa accadrebbe in termini di gettito: se cioè l'imposizione fiscale aumenterebbe, e quanto, e nei confronti di chi.Gli stessi proponenti, infatti, schiacciano di volta in volta il pedale dell'acceleratore o quello del freno. L'altro giorno, in un comunicato congiunto in cui Orfini e Fratoianni protestavano per la reiezione in prima battuta del loro emendamento, si leggeva da una parte che la loro proposta farebbe pagare meno («diventa evidente e chiaro che la nostra proposta restituisce molto proprio a lavoratori e ceto medio»), ma dall'altra, appena poche righe prima, i due garantivano che la proposta garantirebbe più gettito («Ci sembra incredibile che un'imposta che garantisce maggior gettito venga respinta con questa motivazione»). Dunque, loro stessi sembrerebbero ammettere che i contribuenti, complessivamente intesi, pagherebbero di più. Ieri i due portabandiera dell'iniziativa sono tornati a parlare. Secondo Orfini, la proposta permette «di discutere nel merito e ci aiuta a fare uno sforzo in più. Noi siamo parlamentari di maggioranza ma chiediamo al governo di ascoltare queste ragioni e riflettere. Io non penso che la posizione del governo possa essere che non se ne debba parlare». Tesi come tutte ovviamente rispettabile ma francamente curiosa: gli emendamenti fiscali si presentano per decidere, non per fare convegnistica in piena sessione di bilancio. Fiammeggiante Fratoianni: «Si è messa in moto una gigantesca macchina della disinformazione. Hanno detto che vogliamo mettere le mani nelle tasche degli italiani, colpire il ceto medio. Ieri sera persino Luigi Di Maio è intervenuto. A lui dico: “Facciamo un confronto e soprattutto leggiamo i testi che ciascuno di noi propone". Dire che basta avere una casa per essere colpiti è un imbroglio: si può essere in disaccordo ma occorre dire la verità». Anche qui il ragionamento appare francamente surreale: se due forze della maggioranza desiderano incontrarsi o scontrarsi, non si vede perché debbano prendere in ostaggio i contribuenti e seminare altro panico. Resta quindi la sensazione che, senza una chiara e definitiva presa di posizione contraria da parte del governo e dei partiti della maggioranza, qualcosa di spiacevole possa davvero succedere, magari attraverso una temibile «riformulazione» dell'emendamento in corso d'opera, nel chiuso della Commissione, nel suk di una sessione di bilancio confusa e senza bussola. Dure le reazioni nel centrodestra. Per Alberto Bagnai, responsabile economico della Lega, «riparte l'assalto ai risparmi degli italiani. Si vogliono mettere le mani nei portafogli e nei conti correnti degli italiani già martoriati dalla crisi economica e pandemica. La Lega farà le barricate in Commissione e in Aula affinché questa vergogna non vada in porto». Per Fi ha parlato Andrea Mandelli: «Con la riammissione dell'emendamento sulla patrimoniale torna a pendere una spada di Damocle sulla testa degli italiani. Questa proposta è una mina sul futuro del paese: va bocciata».Resta infine un punto, giustamente ribadito dal presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa: si discute di patrimoniali eventuali e future, per meglio nascondere la devastante patrimoniale che già esiste. Ogni anno i proprietari di case, negozi, uffici, capannoni, subiscono già una rapina fiscale da 21 miliardi, che in una decina d'anni ha drenato oltre 200 miliardi di liquidità agli italiani, tagliando di un quarto il valore del patrimonio immobiliare del Paese. Ma a vecchi e nuovi comunisti, e purtroppo non solo a loro, tutto ciò non sembra fare né caldo né freddo.
Papa Leone XIV (Getty Images)
Sergio Mattarella con la mamma di Willy Monteiro Duarte (Ansa)
Duilio Poggiolini (Getty Images)
L'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)