2022-04-12
La partita di scambio spagnola: gas ma niente ostacoli per Atlantia
Concomitanze d’interessi autostradali ed energetici. Madrid accetta che il gas proveniente da Algeri arrivi in Italia. Intanto i fondi, legati a Florentino Pérez, e i Benetton sono pronti alla pace. E Roma sorride.Gas e autostrade più che mai intrecciati. I destini dei caselli già da anni vedono Italia e Spagna scontrarsi o allearsi in rapporti che fondono temi infrastrutturali, finanziari e politici. Con la visita ad Algeri di Mario Draghi, Roma e Madrid aggiungono al piatto delle relazioni anche l’energia. Il viaggio del premier consentirà al nostro Paese di avere un 30% in più di gas algerino. L’extra pompaggio è possibile solo approfittando della crisi diplomatica che si sta consumando tra Spagna e Algeria. Motivo della rottura è il riconoscimento da parte di Pedro Sanchez del Sahara occidentale e quindi del conseguente disconoscimento del fronte Polisario di cui la politica algerina è storicamente sostenitrice. Già a cavallo di Capodanno Sonatrach, la compagnia di bandiera algerina, aveva ridotto al minimo i flussi del Gme (gasdotto Maghreb - Europa) che pompa energia alla Spagna tramite il Marocco. Negli due mesi i rapporti si sono comunque stabilizzati e Madrid ha ottenuto maggiori forniture via nave. È certo però che una parte dei 9 miliardi destinati al nostro Paese non potranno andare in Spagna. La quale gode di un mix energetico migliore del nostro e ha una maggiore capacità di rigassificazione, mettendo in condizione il governo socialista di fare shopping anche in altri continenti. È strano però che il blitz di Draghi non sia diventato una caso diplomatico. In fondo la visita italiana è stata anticipata rispetto al calendario concordato soltanto 15 giorni fa. Non più il 2 maggio ma subito. Gli osservatori più attenti hanno notato la coincidenza. All’indomani dell’annuncio della visita ufficiale di Sanchez in Marocco, Algeri avrebbe deciso la svolta pro Italia. Una scelta che permette al Paese del Maghreb di non dover fare scelte al di fuori del perimetro europeo e quindi di non indispettire troppo lo storico alleato russo. Ma evidentemente a livello diplomatico deve esserci stata una interlocuzione sotterranea anche tra Roma e Madrid. A sostenere tale tesi è il quotidiano El Mundo che in un corsivo accenna alle coincidenze tra autostradali ed energetiche. Il sottinteso è abbastanza chiaro. Da un latola Spagna garantisce la sponda sul gas e dall’altro si aspetta che il governo Draghi, cui spetta l’ultima parola per via del golden power, non ostacoli l’avanzata di Florentino Pérez in marcia su Atlantia. Il patron del Real Madrid è tornato dopo un decennio sul luogo del delitto. Fiancheggiato da due fondi ha fatto sapere di essere interessato a prendere il controllo di Abertis ed entrare in Atlantia mirando alla holding della famiglia Benetton. Fantafinanza? Fino a un certo punto. Innanzitutto gli spagnoli sanno bene cosa è successo al tempo di Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture. Fu l’ex pm a bloccare nel 2006 l’avanzata degli spagnoli su Atlantia, quando ancora si chiamava Autostrade. Bisogna aspettare il 2017 perché le parti si invertano e nonostante l’intervento a gamba tesa di Acs, il gruppo guidato da Florentino Pérez, gli italiani riescono a prendere il controllo del gruppo spagnolo. Siamo adesso nel 2022 e cavalcavia e caselli non hanno pace. Di nuovo Pérez torna all’attacco e però muove la sua personale Opa su Atlantia. Qui siamo alla cronaca di attualità. La scorsa settimana la famiglia Benetton ribadisce i propri rapporti con il fondo Blackstone. Nessun riferimento diretto a una contro Opa ma semplicemente la conferma di non voler cedere il business. In questa chiave si può leggere l’ipotesi circolata ieri tra gli advisor di una pace comune tra i vari fondi in battaglia. Blackstone, Edizione, Gip e Brookfield potrebbero trovare un accordo comune e portare avanti una Opa condivisa sulla stessa Atlantia. Per Blackstone sarebbe anche il modo di valorizzare ulteriormente l’investimento fatto in Aspi assieme a Cassa depositi e prestiti e gli australiani di Macquarie. In fondo Atlantia ora gode di una ingente massa di liquidità: si tratta dei circa 8 miliardi provenienti dall’operazione di riacquisto dopo il crollo del ponte. Dietro la possibile pace non c’è tanto il rischio paventato di golden power, anche se giusto ieri Reuter anticipava la riorganizzazione del comitato in modo da accentrare ancor di più i poteri di veto e di controllo preventivo sotto Palazzo Chigi. L’Opa comune potrebbe essere frutto di una mediazione politica. Una sintesi degli ultimi 15 anni dei rapporti tra Spagna e Italia. D’altronde se abbiamo avuto una figura come Di Pietro, non ne è mancata un’altra come Enrico Letta che si è seduto per un paio di anni nel consiglio di amministrazione di Abertis. Oppure la lunga lista di prodiani che usciti dalla politica sono andati a lavorare per i Benetton. In testa l’ex ministro delle Infrastrutture, Paolo Costa. Insomma, l’accoppiata caselli e politica non vale solo per noi, ma anche per gli spagnoli. Per Ponzano Veneto, affievolita la sponda prodiana, forse è arrivato il momento di scendere a patti. E poi tubi del gas e autostrade sempre infrastrutture sono.