2022-09-12
«La nostra richiesta ai partiti: abolite l’obbligo di vaccinarsi»
Dario Giacomini (Facebook)
Il fondatore del comitato ContiamoCi! Dario Giacomini propone alla politica dieci punti non negoziabili: «Ridiano lo stipendio ai sanitari sospesi. Via il green pass e più vigilanza sui farmaci».Il dottor Dario Giacomini, ex direttore della radiologia ad Arzignano, nel Vicentino (ha perso l’incarico per la scelta di non vaccinarsi e dopo le sue lotte contro l’iniezione obbligatoria), è il fondatore di ContiamoCi!. L’associazione nata per reagire al «sistema oppressivo» che si è manifestato durante la pandemia. Sabato, insieme a una ventina di altre sigle associative e sindacali, tra le quali Condav, Comitato ascoltami, Coscienze critiche e Studenti contro il green pass, ha indetto una conferenza stampa, per strappare alle forze politiche un impegno su «dieci punti non negoziabili», in materia di libertà e diritti civili, compromessi dalla gestione dell’emergenza Covid. Dottore, com’è andata? Avete avuto riscontri dai partiti?«Alla nostra iniziativa hanno aderito Italexit, Italia sovrana e popolare, Alternativa per l’Italia, Vita di Sara Cunial e l’Unione per le cure, i diritti e le libertà, dell’avvocato Erich Grimaldi».Chi era presente, tra i leader?«C’erano Marco Rizzo, per Italia sovrana e popolare, e il dottor Giuseppe Barbaro, per Italexit».E il centrodestra?«So che ci sono singoli parlamentari che apprezzano le nostre battaglie e che, in Parlamento, si sono spesi per portarle avanti. Di questo li ringraziamo. Formalmente, però, i partiti del centrodestra non si sono fatti vivi».Ne siete delusi?«Sinceramente, ce lo aspettavamo. Ma ci auguriamo che, di qui al 25 settembre, possano esprimersi chiaramente». Cosa chiedete, nei vostri punti non negoziabili?«La nostra associazione nasce sul presupposto che non poteva esistere un obbligo di inocularsi un siero sperimentale».Sa che la comunità scientifica, ufficialmente, nega che il vaccino fosse sperimentale?«Nessuno aveva dimostrato che quel farmaco bloccasse il contagio; l’esperienza, anzi, ha provato il contrario. Di più: la Commissione medico scientifica indipendente ha verificato che si infettano più i vaccinati che i non vaccinati».Dunque?«Nonostante questo, come si evince dal decreto 44, il governo Draghi, nel 2021, ha introdotto un obbligo di vaccinazione per alcune categorie professionali, a partire dai sanitari, fondato proprio su quel presupposto. Creando un clima fortemente divisivo e comprimendo fortemente i diritti civili, sotto la minaccia della perdita del lavoro e con l’utilizzo del green pass come strumento coercitivo».Cosa c’è, allora, in cima alle vostre priorità?«Il primo punto è il rispetto della dignità umana e delle libertà fondamentali. La Costituzione, in particolare, tutela il diritto individuale alla salute, tanto che la Consulta ha stabilito che non si possa sacrificarlo nel nome della salute degli altri, fossero pure tutti gli altri».Roberto Speranza dice di aver difeso strenuamente quel diritto.«L’argomento che è stato usato per giustificare l’obbligo esplicito o surrettizio di vaccinazione era che i farmaci a mRna impedivano che aumentasse la pressione sugli ospedali. Dopo che hanno demolito il Servizio sanitario nazionale, vogliono medicalizzare la società».Sull’abolizione dell’obbligo vaccinale, avete la sicura sponda di Giorgia Meloni.«Ne siamo contenti. Ma i partiti, almeno quelli del centrodestra, che sono più sensibili alla questione, devono chiarire bene cosa intendono fare dopo il 25 settembre».Manca un sistema di farmacovigilanza attiva, per verificare gli effetti avversi dei vaccini?«Il meccanismo fa acqua da tutte le parti. Per ogni segnalazione di effetti avversi ne saltano tra le dieci e le 100, anche perché il sistema è farraginoso e poco conosciuto dalla popolazione: o si facilita l’accesso per il cittadino, o, appunto, si mette in piedi una farmacovigilanza attiva, che consenta ai medici di intervenire costantemente per un monitoraggio efficace».E la fase di triage, che precede la somministrazione del vaccino?«Con qualsiasi farmaco, anche quelli salvavita, è necessario conoscere eventuali condizioni critiche del soggetto, prima che il farmaco stesso venga somministrato. Si tratta di adottare un principio di precauzione, che farebbe bene anche alla campagna vaccinale». Da che punto di vista?«Se salto la fase dell’analisi preliminare e poi mi ritrovo con centinaia o migliaia di effetti avversi che nego o nascondo, alimento sfiducia».Il green pass non si usa quasi più, ma la validità del codice a barre, la scorsa primavera, era stata prorogata di quasi tre anni.«Il green pass è l’emblema di come la pandemia sia stata usata per indurre i cittadini ad accettare il controllo digitale. E comunque, esso viene ancora utilizzato negli ospedali e nelle Rsa, dove è tuttora difficilissimo, per i parenti, andare a visitare i loro cari anziani. È ora di riconoscere che certi luoghi possono essere sicuri anche senza carta verde, che comunque non è in grado di prevenire la diffusione del virus».Parlava di «controllo digitale». Siete contrari al fascicolo sanitario europeo informatizzato?«Di per sé la tecnologia non è un male; dipende da chi raccoglie i dati, chi li controlla e come li usa». In questo caso specifico?«Da medico ospedaliero, avere accesso a un database clinico mi può agevolare nella diagnosi e nella cura di un paziente. Ma quei dati potrebbero essere sfruttati per monitorare lo stato di salute e i comportamenti di un cittadino e per introdurre, nella sanità, un meccanismo premiale».Ti curo solo se hai fatto il bravo?«Be’, viviamo in una società che va verso la colpevolizzazione del malato. È plausibile che scattino meccanismi di premi e punizioni, a seconda dell’aderenza degli individui alle prescrizioni dei governi: se non hai uno stile di vita salubre, sei un cattivo cittadino e, quindi, io limito le sue tue libertà».E i sanitari sospesi?«Vanno reintegrati sia i medici sia gli amministrativi, tuttora sottoposti all’obbligo vaccinale. E chiediamo anche la restituzione degli emolumenti non percepiti».Perché, nel vostro manifesto, lamentate la scarsa indipendenza degli ordini professionali?«Hanno dimostrato di essere completamente al servizio della politica. Non hanno funto da elementi critici di scelte che hanno però impattato in modo drammatico sul personale sanitario; non hanno chiesto che fosse attivato un dibattito scientifico; hanno mantenuto un atteggiamento persecutorio, giustificandosi con il fatto che, essendo organi sussidiari dello Stato, dovevano rispondere alle leggi».Le multe agli over 50 vanno revocate?«Non solo: chi le ha pagate va rimborsato. Se la norma su cui si sono basate era menzognera, giacché fondata sul presupposto che il vaccino blocca il contagio, le sanzioni amministrative erano illegittime».Il governo Draghi ha sostanzialmente bocciato i dispositivi di ventilazione delle aule. Le linee guida dicono che consumano troppa energia e non sono alternativi a mascherine e distanziamento.«Bisognerebbe informare il governo che i dispositivi di ventilazione meccanica controllata hanno un’elevata efficienza energetica e sono largamente impiegati, in Europa, per garantire il ricambio e la salubrità dell’aria. A fare le spese dell’incapacità del nostro Paese di investire sull’edilizia scolastica, alla fine, sono i ragazzi, che magari saranno costretti di nuovo a indossare la mascherina, con tutti i problemi psicologici che ciò determina. Specialmente nei più piccoli, che apprendono anche attraverso la gestualità e le espressioni dei volti».Perché contestate conflitti d’interessi nel nostro sistema sanitario?«Perché, per noi, dovrebbe essere pacifico che i professionisti che si esprimono pubblicamente dimostrino di essere pienamente liberi e indipendenti». Crede non sia così?«Non può esistere il benché minimo sospetto che, in tema di salute pubblica, qualcuno compaia in televisione per interesse personale».