2022-05-19
La mitologia presta i cattivi alle serie tv
Il demogorgone di «Stranger Things» (Getty Images)
Dal Demogorgone di «Stranger Things», che nasce in realtà dal refuso di uno scriba, alla morte personificata nello Shinigami ripreso in «Death Note», fino a Banshee e Batibat, mostri femminili e letali: tutte le leggende da cui attingono gli sceneggiatori.Il Demogorgone, nel mondo capovolto di Stranger Things (Sottosopra, lo chiamano), ha gambe secche e mani nodose. Quattro dita, ben più lunghe di quanto le proporzioni umane prevedano. Un torso rachitico sorregge una testa di fiore, cinque petali al posto del cranio, al loro interno una bocca costellata di denti e bava. Non parla, il Demogorgone, urla quegli urli striduli che fanno i mostri nelle serie televisive. Eppure, di televisivo, la creatura malvagia dello show Netflix ha poco. Perché il Demogorgone non ha origine nelle fantasie anni Ottanta dei fratelli Duffer, bensì nella svista di uno scriba bizantino, colpevole di aver trascritto malamente la parola «demiurgo». Il demiurgo, colui che - secondo Platone - ha dato vita al mondo, si è trasformato nelle trascrizioni dello scriba sciagurato in demogorgone, un essere estraneo alla mitologia classica, cui per primo Boccaccio si dice abbia dato fattezze circostanziate. Il poeta si è raffigurato non un mostro ma un principe delle tenebre, relegato a vivere nelle viscere umide della Terra. Padre di tutti gli dei, non aveva denti acuminati, ma era «accompagnato da ogni parte di nuvoli et di nebbie». Fuori di sé, quel Demogorgone, figlio del Medioevo, mandava «un odore di terra oscuro et fetido». Era viscido, pallido, non lontano dall’immagine che ne ha dato Netflix, rinnovando un sodalizio tanto frequente quanto poco noto, quello fra mitologia e spettacolo televisivo. Il Demogorgone, la Penelope di Lost, il mito di Teseo e del Minotauro in Doctor Who, la creazione di mostri rubati alle storie che gli antichi si sono tramandati. Le serie televisive, le più apprezzate e diffuse, hanno restituito attualità e fama a creature vecchie quanto lo è il mondo. Creature la cui storia Babbel ha deciso di ricostruire. La piattaforma per l’apprendimento delle lingue ha deciso di indagare l’etimologia delle creature mitologiche apparse negli show più amati. «Queste creature leggendarie non sono da considerarsi solo come pittoresche rappresentazioni di folklore, ma come una finestra su quella che è la visione del mondo nelle altre società. In tal senso, conoscerne l’origine e il significato dei nomi può facilitare l’immedesimazione e la comprensione di quei miti depositari di una porzione dell’identità sociale dei popoli», ha spiegato Gianluca Pedrotti di Babbel. Le Banshee di Teen Wolf non sono frutto di un volo pindarico ma della mitologia celtica. Fate maligne dalle mutevoli sembianze femminili, non avevano la testa piena di voci, così come ha suggerito la serie tv. Le Banshee, nel folklore scozzese, erano seguite dalle proprie grida. Urla di disperazione o gioia, ad accompagnare la morte di persone più e meno care. Erano presagi funesti, le Banshee, e con loro la Batibat di Le Terrificanti Avventure di Sabrina. La donna di aspetto grottesco, che nella prima stagione del remake costringe le sue vittime a incubi orrendi, portandole sull’orlo della pazzia, è mutuata dalla cultura popolare dei Tagalog. Si diceva, allora, che una donna di dimensioni immense fosse responsabile delle morti improvvise, quelle che la scienza avrebbe poi classificato come «bianche». Il donnone viveva negli alberi e, quando questi erano tagliati per costruire case, aspettava calassero le tenebre. Poi sedeva sul letto dei proprietari ignari e, con la sua presenza ingombrante, li soffocava. La mitologia, così come la serialità ha deciso di riproporla, verte quasi esclusivamente su figure demoniache, ritenute responsabili di morti atroci. Brutalità di cui gli Shinigami, figure scheletriche comparse in Death Note, sono la personificazione. La mitologia nipponica narra degli Shinigami come di esseri ossessionati dalla fine violenta di una vita. La bramano, la cercano. Si impossessano del corpo di persone ignare pur di spingerle al suicidio, e godere di questo. Gli Shinigami sono demoni, creature orrende. E di esseri simili, creature acquatiche mutaforma o colossali mostri marini, piccoli troll del folklore celtico e dei figli della superstizione, è piena la televisione. Si potrebbe, allora, sostenere la bontà degli studi classici, l’importanza di conoscere per poter riconoscere. Si potrebbe dire quel che ogni madre o padre ha ripetuto, tipo mantra, a figli pigri («È bravo, ma non si impegna»): la cultura non è noiosa, mai. Si potrebbe, ma, nel caso specifico, non si farà, perché a volte è meglio che a parlare sia il prodotto, non chi lo guarda.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.