2019-12-21
La missione di un arrestato a Milano con l’obiettivo di parlare a Palenzona
L'ex Fi Giuseppe Pittelli e i contatti con il presidente di Prelios (non indagato) per affari turistici.L'operazione Rinascita della Dda catanzarese di Nicola Gratteri - tra massoneria, politica e 'ndrangheta – ha toccato di striscio anche i salotti buoni della finanza di Milano. Tra le righe della corposa ordinanza di custodia cautelare - ben 1.263 pagine per 416 indagati di cui 334 in arresto con accuse a vario titolo di associazione mafiosa, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio e altri reati - compaiono infatti gli uffici di Prelios (ex Pirelli Real Estate). La società di gestione immobiliare, presieduta da Fabrizio Palenzona (non indagato e dal 2017 ex vice presidente di Unicredit, dimessosi dopo una indagine a Firenze subito archiviata) e con ricavi superiori agli 80 milioni di euro nel 2017, viene citata più volte in un capitolo della richiesta di custodia cautelare. È quello relativo «alle trame incrociate tra massoneria e 'ndrangheta per il progetto su Copanello e il collegamento con l'affare Valtur».Si parla di attività sulle splendide coste calabresi. Tutto ruota intorno alla figura di Giuseppe Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia e avvocato iscritto alla massoneria, finito in carcere con l'accusa di associazione mafiosa. Nelle varie conversazioni intercettate emerge una costante, a detta degli inquirenti: l'interesse di Pittelli per costruire un mega impianto alberghiero a Copanello di Staleta. Ci sono però dei problemi. I costi e vincoli giuridici preoccupano l'avvocato che si attiva in ogni modo per risolverli. Chi contatta? Sente Leo Taroni (non indagato) ai vertici della massoneria «di rito scozzese» e, a detta di Pittelli, uno «che apre autostrade in tutto il mondo». Il terreno su cui deve sorgere l'impianto infatti è gravato da un'ipoteca di 750.000 euro stipulata in passato con Pirelli real estate. Taroni si attiva. E mette a disposizione una serie di professionisti a Pittelli. L'ex parlamentare di Forza Italia è «ossessionato dal bisogno di soldi per investire a Copanello», si legge nell'ordinanza firmata dal gip Barbara Saccà. Nel luglio 2018 Pittelli è a Milano per risolvere la questione a cui presto se ne aggiungerà un'altra, quella legata al villaggio Valtur di Nicotera. «Il momento in cui si evidenzia l'incrocio dei due “affari" è il 6 luglio 2018», scrivono i magistrati, «quando Pittelli, a Milano per risolvere le pendenze con Prelios (di cui presidente era l'"amico" Palenzona con il quale pure si sarebbe incontrato), al fine di affrontare la questione relativa al progetto su Copanello». Pittelli vede Luigi Aiello, responsabile dello sviluppo del business strategico della società. È lui a spiegargli in che modo Prelios avrebbe potuto partecipare alla realizzazione del progetto. Il villaggio di Nicotera Marina, infatti, spiega Aiello, deve essere venduto, ma la società milanese non ci riesce da 7 anni, neppure svendendolo ad un decimo del prezzo di acquisto, pari a 20 milioni di euro. «Non sappiamo più cosa farcene, siamo disperati, abbiamo bisogno di una soluzione...», annota la polizia giudiziaria che ascolta il manager di Prelios. Pittelli si mostra subito disponibile. Spiega che secondo lui non riescono a vendere perché ci sono dei «condizionamenti mafiosi», che lui può «risolvere nel giro di quindici giorni». L'avvocato sembrerebbe proporre uno scambio, lui si occuperà del villaggio, mentre Prelios gli darà una mano su Copanello. «Stamattina Fabrizio mi ha dato una cosa importantissima, ora ve lo dico», dice Pittelli intercettato, «così ce la gestiamo tra di noi e facciamo un po' di denaro. Mi ha dato da vendere, per il prezzo che stabilisco io il Villaggio Valtur di Nicotera Marina».