2024-03-02
La Meloni va da Biden e riporta a casa Forti: era in carcere in Florida da 24 anni
Giorgia Meloni e Joe Biden alla Casa Bianca (Ansa)
Il premier alla Casa Bianca, sul tavolo Gaza, Cina e Ucraina. Poi l’annuncio a sorpresa sulla liberazione del connazionale.Un colpo a sorpresa, un grande risultato per l’Italia: l’incontro di ieri alla Casa Bianca tra Giorgia Meloni e Joe Biden si conclude con l’autorizzazione dell’amministrazione Usa a trasferire in Italia Chico Forti, il cittadino italiano condannato nel 2000 a Miami per un omicidio. Forti, produttore televisivo e velista, nato a Trento nel 1959, è detenuto da 24 anni negli Usa, ma la sua vicenda giudiziaria è sempre stata molto controversa: la Meloni, anche quando era all’opposizione, ha sempre seguito con attenzione il suo caso, così come ha fatto Matteo Salvini, mantenendo i contatti con i familiari e lavorando con la necessaria riservatezza affinché il nostro concittadino potesse essere estradato in Italia. Fino a ieri, le autorità statunitensi avevano opposto continui rifiuti alle richieste dei governi italiani, motivando i dinieghi con la possibilità che Forti, condannato all’ergastolo, potesse ottenere sconti di pena in patria. Una notizia clamorosa, quella relativa alla estradizione in Italia di Forti, che dimostra da un lato, se ce ne fosse bisogno, l’abilità diplomatica della Meloni, e dall’altro che i rapporti del governo italiano di centrodestra con l’amministrazione Biden sono ottimi. «Sono felice di annunciare», ha detto la Meloni, «che dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti è appena stata firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti. Un risultato frutto dell’impegno diplomatico di questo governo, della collaborazione con il governo dello Stato della Florida e con il governo federale degli Stati Uniti che ringrazio. È un giorno di gioia per Chico, per la sua famiglia e per tutti noi. Lo avevamo promesso», ha aggiunto il premier, «lo abbiamo fatto. E ora aspettiamo in Italia Chico». Il riferimento della Meloni alla Florida non è casuale: il governatore dello Stato dove è recluso Forti è infatti Ron DeSantis, leader repubblicano che ha sfidato Donald Trump alle primarie per poi ritirarsi e sostenere la corsa del tycoon. La Meloni è arrivata negli Stati Uniti intorno all’una di notte dell’altro ieri, ora italiana, ed è stata accolta dall’ambasciatrice italiana negli Usa, Mariangela Zappia. È la seconda visita in sette mesi della Meloni alla Casa Bianca: stavolta il Presidente del Consiglio ha incontrato Biden nella veste di presidente di turno del G7. Come riferiscono fonti italiane, al centro del colloquio tra la Meloni e Biden tutti i temi della più stringente attualità politica a livello internazionale. Al primo punto, la situazione in Ucraina: l’Italia è in prima fila nel sostegno politico e militare a Kiev, e su questa coerenza nella fedeltà all’Alleanza atlantica la Meloni non ha mai titubato. Altro tema importantissimo, anzi forse quello che sta più a cuore agli Usa, il rapporto con la Cina: il governo Meloni, abbandonando la Via della seta, ha già fatto un passo significativo, ma è evidente che nello Studio ovale i due leader abbiano discusso delle strategie future nelle relazioni con Pechino. La Meloni e Biden hanno poi discusso della guerra in Medio Oriente: anche in questo caso la posizione di Roma e Washington è quasi perfettamente allineata, considerato che sia gli Stati Uniti che l’Italia hanno recentemente espresso forte preoccupazione per il modo in cui il governo israeliano sta portando avanti la guerra a Gaza dopo la strage di Hamas del 7 ottobre. La strage del pane di due giorni fa è stata commentata con toni durissimi dalla Meloni: «Ho appreso con profondo sgomento e preoccupazione», ha sottolineato il nostro premier l’altro ieri sera, «la drammatica notizia di quanto accaduto a Gaza. È urgente che Israele accerti la dinamica dei fatti e le relative responsabilità. Le nuove e numerose vittime civili impongono di intensificare immediatamente gli sforzi sui negoziati in atto per creare le condizioni per un cessate il fuoco e per la liberazione degli ostaggi». Considerato che il linguaggio diplomatico è sempre privo di spigoli, le parole della Meloni suonano come un altolà a Benjamin Netanyahu, oltretutto da parte di una nazione, l’Italia, che non ha mai fatto mancare il più totale sostegno al governo israeliano. Altro tema di cui la Meloni e Biden hanno discusso è quello dello «scongelamento» dei beni russi sequestrati in Europa, un tesoro di circa 300 miliardi di dollari, due terzi dei quali si trovano nelle banche europee. Gli Usa hanno più volte manifestato l’intento di procedere alla confisca definitiva dei beni russi, per poi utilizzarli per sostenere la ricostruzione dell’Ucraina, ma la questione non è semplice e l’Europa ha molti dubbi. Dal punto di vista giuridico, per completare l’operazione occorrerebbe infatti trovare strumenti legislativi a prova di ricorso; dal punto di vista politico, una mossa così dirompente potrebbe spingere altri Stati a fermare i loro investimenti in Europa.
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica)