2022-10-29
La Meloni smonta la gabbia Covid. Mattarella si mette di traverso
Stop anche al bollettino giornaliero. Finalmente si ripara a un’ingiustizia basata sulla menzogna e sul ricatto morale privo di basi scientifiche. Però il presidente non ci sta e straparla di «morbo ancora da sconfiggere».I fatti. Il 10 di ottobre Janine Small, dirigente del gruppo Pfizer, durante un’audizione all’Europarlamento confessa che, prima di mettere in commercio il vaccino anti Covid, la multinazionale americana non ha effettuato alcun test per verificare se il farmaco evitasse la diffusione del virus. Anzi, alla domanda del deputato olandese Rob Roos ridacchia, come se le fosse stata chiesta una bestialità, precisando che la sua azienda si è mossa alla velocità della luce per trovare un farmaco contro il coronavirus. Il pensiero sottinteso nella risposta è chiaro: non avevamo tempo di verificare se il siero impedisse a una persona vaccinata di contagiare altre persone. Peccato che sulla base di questo assunto, e cioè che una volta offerto il braccio alla patria si potesse circolare liberamente in quanto certi di non essere untori, si sono prese contromisure nei confronti di chi non si era sottoposto all’iniezione. Grazie a un falso, ribadito anche dal presidente del Consiglio del precedente governo, si è sostenuto che la vaccinazione garantiva di ritrovarsi tra persone che non erano contagiose. E così, forti di questa certezza, le autorità hanno tolto alcune importanti libertà, garantite dalla Costituzione, a milioni di italiani. A chi non era in possesso del certificato vaccinale fu impedito di entrare in locali pubblici e anche di frequentare bar e ristoranti all’aperto. Stop agli ingressi ai musei e anche all’utilizzo dei mezzi pubblici e obbligo per tutti i non vaccinati di sottoporsi al tampone per poter lavorare. Sulla base di un assunto falso, e cioè che chi si era sottoposto all’iniezione non poteva essere un untore mentre tutti gli altri potevano esserlo, furono sospesi i medici e gli infermieri senza green pass. Sì: niente lavoro per loro, neppure con un tampone che accertasse di non essere contagioso, e ovviamente niente stipendio. Ricordo lo stupore di alcuni giornali liberal, cioè di sinistra, americani. I quali si interrogarono chiedendosi fino a che punto una democrazia potesse spingersi con la scusa dell’interesse collettivo. Perché questa era la motivazione: chi si vaccina non lo fa per sé, ma per gli altri. Una specie di ricatto morale, ma basato sulla menzogna, perché anche un vaccinato poteva contagiarsi e contagiare, come poi abbiamo capito osservando il bollettino dei ricoveri. E non era vero neppure che un vaccinato aveva una carica virale lieve, quasi impercettibile e dunque non pericolosa per gli altri. Il Covid lo potevano e lo possono trasmettere coloro che hanno fatto tre o quattro dosi, così come lo trasmette chi non ne ha ricevuta neppure una. E la ragione sta in quella risatina isterica di Janine Small, la quale ha ammesso che Pfizer, immettendo il farmaco sul mercato (operazione che alla multinazionale è valsa miliardi di utili) non aveva fatto alcun test che provasse la capacità del siero di impedire la diffusione del contagio. Se ho fatto questa lunga premessa, nota a molti lettori, è per spiegare che finalmente ieri il governo Meloni ha posto fine a un’intollerabile limitazione delle libertà imposta da Roberto Speranza a carico del personale medico e infermieristico. Oltre 3.000 medici e altre migliaia di infermieri, ancora costretti a restare a casa, finalmente potranno tornare in corsia e si vedranno restituito il loro lavoro. Il ministro della Sanità ha infatti annunciato la decisione di abolire la sospensione a carico dei dipendenti non vaccinati, riammettendoli in servizio. Una scelta saggia e di buon senso. Non solo perché le evidenze scientifiche ormai mostrano che si contagia e ci si contagia indipendentemente dal numero di iniezioni a cui ci si è sottoposti, e dunque nessuno può essere ritenuto un untore, ma anche perché gli ospedali sono in affanno a causa della carenza di personale. Ha senso obbligare i sanitari a doppi e tripli turni quando si costringe a restare a casa chi potrebbe rafforzare gli organici? E come si fa a giustificare l’assunzione, seppur temporanea, di medici stranieri, che neppure parlano l’italiano, quando abbiamo in casa dottori e infermieri pronti a fronteggiare l’emergenza? Fin dal primo giorno del nuovo governo avevamo sollecitato Giorgia Meloni a porre fine a queste assurdità e a cancellare le multe ai non vaccinati e finalmente ieri la decisione è stata annunciata. Ovviamente eravamo convinti che il provvedimento non avrebbe fatto contenti tutti, in particolare eravamo arcisicuri che il compagno Speranza avrebbe storto il naso. Certo non ci aspettavamo che a mettersi di traverso fosse Sergio Mattarella, il quale ieri, quasi a rappresentare un contropotere, si è profuso in una specie di altolà, invitando a tenere alta la guardia, perché il Covid non è ancora sconfitto. Per quanto ci riguarda, ci faremo una ragione della contrarietà del capo dello Stato; tuttavia, vorremmo ricordagli che ci sono Paesi europei, tra questi la Spagna, in cui non è mai stato istituito alcun obbligo vaccinale a carico dei sanitari e che, nonostante questo, hanno avuto meno morti e meno contagi di noi. Dunque, forse non è vero quel che diceva Giuseppe Conte e cioè che l’Italia è un modello a cui guardano tutti. Forse, per dirla con Giorgia Meloni, qualche cosa non ha funzionato. Di certo le balle non hanno aiutato.