2024-08-27
La Mare Jonio riparte subito. Il Viminale convoca una riunione
Tre interventi in 12 ore. La nave ha poi ripreso il largo. Matteo Piantedosi vuole vederci chiaro.Il propagandato «supporto» della barca a vela di Migrantes, fondazione della Cei, non è ancora chiaro in cosa si sia tramutato concretamente ma i toni di Mediterranea saving humans, prima della prevista immediata ripartenza per il Mediterraneo centrale dopo una breve pausa per il carburante, sono da operazione trionfale: «Stamattina (ieri per chi legge, ndr) la nostra nave Mare Jonio ha sbarcato nel porto di Pozzallo le 65 persone soccorse durante la terza operazione della Missione 18». Sui tre trasbordi sarebbero in corso delle verifiche per accertare le attività di coordinamento, mentre fonti del Viminale confermano che la vicenda avrebbe registrato una forte irritazione delle autorità. E mentre il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi convocherà nelle prossime ore una riunione con, tra gli altri, i vertici della Guardia costiera, Mediterranea, l’associazione proprietaria della nave affidata al commodoro Luca Casarini, già leader di Tute bianche e No global poi convertito al salvamento finanziato dai Papa boys e pronto a rimettere la chiglia in acqua per nuove avventure, a sbarco concluso non poteva che partorire un messaggio in slang politically correct: «Benvenutə in Europa!». Ma, si badi, spiegano ancora dall’associazione umanitaria: «Si è trattato dell’ultimo intervento compiuto dalla Mare Jonio». Il video che accompagna il post mostra bengalesi, pakistani e siriani che scendono dalla nave prima di finire nell’hotspot di Pozzallo. Tra loro ci sono cinque minori non accompagnati. Due migranti sono finiti in ospedale a Modica, uno per una sospetta varicella, il secondo per un dolore al torace. Il sindaco Roberto Ammatuna si è subito allineato: «Un doveroso ringraziamento alla prefettura di Ragusa, alle Forze dell’ordine, alle autorità sanitarie, alle organizzazioni umanitarie e alla Protezione civile, ma soprattutto un doveroso ringraziamento ai volontari della Mare Jonio di Mediterranea saving humans per l’ennesima importante operazione di salvataggio di tante vite umane». E nel pomeriggio ha incontrato la truppa di Casarini in municipio. La narrazione trionfalistica però ha tenuto fuori un dettaglio fondamentale: senza il trasbordo sulle motovedette della Guardia costiera la restante parte dei migranti non sarebbe arrivata a riva. Anche perché Migrantes è una barca a vela e non può essere sovraccaricata. Per ora ospita un equipaggio di una decina di persone fra cui due skipper, attivisti della fondazione e alcuni soccorritori e volontari. Prima della missione gli attivisti avevano fatto sapere che la barca a vela avrebbe avuto «funzioni di osservazione e documentazione, informazione e testimonianza». Sul sito web della fondazione, però, c’è solo un rullino fotografico che testimonia l’attività di soccorso, nei giorni scorsi benedetta da papa Francesco con un messaggio a «Padre Boat», don Mattia Ferrari, il parroco di bordo della Mare Jonio che le intercettazioni di Ragusa hanno rappresentato come la cinghia di trasmissione tra Mediterranea e la Cei. L’unico storytelling dell’operazione, seguita dal cielo dell’aereo civile Colibrì di Pilotes volontaires (che, dopo le segnalazioni di Alarm phone, oltre ad avvistare i natanti in pericolo ha scattato le foto delle attività di recupero), l’ha lanciato Mediterranea, che furbescamente ha giocato d’anticipo proprio sull’intervento dubbio: «Dopo il primo intervento in cooperazione con la Guardia costiera italiana, tra sabato e domenica altre due operazioni di soccorso della nave Mare Jonio con il supporto della barca a vela della Fondazione Migrantes». Ora resta da capire come si orienteranno le autorità, visto che si tratta di azioni messe in atto in zona Sar maltese. Fatto sta che nel giro di poche ore il taxi del mare di Mediterranea ha tentato di battere tutti i record.
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