2021-09-29
«La logistica soffre e pagheranno le famiglie»
Umberto Ruggerone (iStock)
Il presidente dell'associazione delle imprese Umberto Ruggerone: «I costi dei container sono cresciuti del 600% in 18 mesi. L'aumento delle materie prime e la carenza di autisti ha creato un mix letale: ci sono intere flotte ferme. E i ritardi presenteranno un conto da 500 euro ai consumatori»I costi della logistica negli ultimi anni sono saliti vertiginosamente. Il Covid-19 non ha aiutato, ma non è la causa del problema. Solo negli ultimi 18 mesi i costi del trasporti si trasferiranno presto sulla merce. La Verità ne ha parlato con il presidente di Assologistica, Umberto Ruggerone. Quanto sono cresciuti negli ultimi anni i costi della logistica?«L'aumento dei costi della logistica, lo voglio sottolineare, non è solo legato alla crisi del Covid-19. Il problema è legato a dinamiche di mercato che da tempo meritano di essere sanate. Mi riferisco alla concentrazione di quattro grandi società marittime che si occupano di trasporto navale. Da ormai qualche anno il mercato del trasporto navale si è concentrato e questo porta a poca competizione e a far sì che siano poche le società che determinano i prezzi. Così succede che i costi del trasporto con container, ma anche quello senza container, son aumentati moltissimo nell'ultimo anno e mezzo, siamo nell'ordine del 600%. Per intenderci, un container che parte dalla Cina e che arriva a Genova oggi costa attorno ai 12-13.000 euro quando meno di due anni fa lo stesso prodotto si pagava 2.000 euro. Il settore della logistica ha fatto di tutto per evitare che questi costi si trasferissero sui prodotti, ma questo è un processo inevitabile con questi aumenti». Quindi in 18 mesi i costi di traporto marittimo sono aumentati di sei volte?«Purtroppo, sì. Mi ricordo che setto o otto anni anni fa il costo dei noli marittimi erano anche inferiore ai 500 euro. Il trend di crescita dei costi è iniziato a salire circa cinque anni fa quando c'è stata una progressiva concentrazione del mercato». Oltre al problema dei noli marittimi, quali sono i costi che sono cresciuti di più?«Un problema grosso è quello dei costi delle materie prime come il ferro o il legno. In questo caso i prezzi sono aumentati del 300% in un anno, questo perché c'è scarsità di materia prima che, in gran parte durante il lockdown, è stata opzionata dalla Cina. In poche parole, non si trova più prodotto e il prezzo è alto. Faccio un esempio: tutto quello che noi siamo abituati a vedere nei grandi magazzini viaggia sui pallet. Un anno e mezzo fa un pallet costava otto euro, oggi ne costa 25. Poi ci sono alcuni effetti che tutto questo produce. Mi spiego: se un container contiene 10 pneumatici da trattore e costa 12.000 euro, questo significa che il costo del trasporto inciderà per 1200 euro su ogni pezzo. Si tratta di cifre inaccettabili e il risultato è che quella merce non viene spedita. Ma, mentre c'è merce che rimane ferma, ce n'è molta altra che arriva in ritardo. Visti i costi, infatti, le navi partono con meno frequenza e la merce arriva con 50-60 giorni di ritardo. A volte, ciò significa che le navi, per recuperare tempo perduto, saltano alcuni scali. Quindi, ad esempio, invece di andare a ritirare la merce a Genova, devo andare in Spagna. Anche in questo caso, così i prezzi aumentano. Ma non posso farci nulla perché ho bisogno della merce». Altri problemi?«I costi legati alla carenza di personale. È nota la carenza di camionisti in Italia. Il motivo? Sono tutti in pensione e qui da noi vengono pagati meno che all'estero. Inoltre, per avere la licenza serve una somma iniziale di 8-9.000 euro. Così capita che vi siano delle intere flotte ferme per mancanza di personale. Ma non ci sono solo problemi nell'autotrasporto, c'è mancanza di personale anche nel mondo ferroviario, in quello dei porti e in quello dei magazzini». È un problema legato al Covid?«Assolutamente no, in molti casi è un tema di formazione. È sbagliato pensare che si tratti solo di mestieri che richiedono poca preparazione. C'è un problema di formazione e in alcuni magazzini serve solo personale qualificato che si fatica a trovare. C'è poi un problema immobiliare legato al costo dei magazzini. I Comuni italiani, in assenza di una normativa adeguata, spesso applicano costi elevati sulla logistica che non si vedono nel caso dell'industria, ad esempio». E per il trasporto su gomma i costi di quanto sono aumentati?«I costi sugli autisti sono aumentati del 20-25%. Si tratta di un aumento inferiore rispetto al problema dei noli marittimi, ma qui il problema è che manca la manodopera. Non si trova personale. Quando c'era il servizio militare molti facevano la patente da autista che poi veniva utilizzata anche nella vita da civile». Cosa state facendo per risolvere il problema dell'aumento dei costi?«Il primo passo è instaurare un dialogo con il governo. Siamo già in contatto con il ministro del Mise Giancarlo Giorgetti per far crescere la logistica. Una corretta ripresa della logistica potrebbe favorire il rientro dalla Cina di molte attività che oggi producono in Oriente». Dobbiamo dunque aspettarci che questi costi finiranno per abbattersi sui prodotti?«Fino ad oggi non è stato così. Ma si tratta di un processo inevitabile. Studi in linea con Assologistica stimano un aumento di 4-500 euro annui a famiglia».
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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