2018-07-02
«La linea dura con l’Ue? È solo l’antipasto. Vedrete sull’economia»
Il vicepremier Luigi Di Maio: «Mai più a rimorchio di Bruxelles. Avremo bisogno di margini di bilancio e li avremo: l'austerity deve finire. Taglieremo le pensioni “regalate" sopra i 4.000 euro».Ministro Luigi Di Maio, immaginiamo di essere tra un anno a partire da oggi… Il reddito di cittadinanza ci sarà?«Ci deve essere».Pare costi troppo: 15 miliardi, più i 2 per i centri per l'impiego.«Solo il primo anno. I 2 miliardi sono una tantum. E il resto andrà a calare».E come calerà?«Noi facciamo il reddito di cittadinanza per aiutare le persone a trovare lavoro. Non le vogliamo pagare perché restino sul divano a non fare nulla».Trovare lavoro? Di questi tempi? Ma sta scherzando?«No. Ho mille idee su come creare nuove opportunità di lavoro. E su come far conoscere quelle che già ci sono. Per esempio: bisogna modificare il codice degli appalti…».Il codice degli appalti? E che c'entra con il reddito di cittadinanza?«C'entra eccome. Oggi ci sono 10 miliardi di investimenti, già stanziati, in pancia agli enti pubblici. Sono bloccati da questo codice degli appalti complicato e illiberale».Dunque lei sta dicendo questo: si sbloccano gli appalti, si creano posti di lavoro. E le persone con il reddito di cittadinanza trovano occupazione attraverso le agenzie per l'impiego rimesse a nuovo. Sembra facile…«Non è facile, certo. Ma non è impossibile».Ma le agenzie per l'impiego oggi sono un disastro. Davvero crede di poterle rimettere a posto in un anno?«Ce la dobbiamo fare. Sto partendo per la Germania. Incontrerà il ministro del Lavoro tedesco, loro sono un modello da questo punto di vista, hanno un know how pazzesco. Da noi l'agenzia di Reggio Calabria non comunica con quella di Crotone…».Restano i 17 miliardi da trovare nella manovra d'autunno. «Ci sta lavorando il sottosegretario Laura Castelli».C'è il rischio di una patrimoniale?«Assolutamente no».Aumenteranno le tasse?«No, anzi. Troveremo anche i soldi per disinnescare l'aumento dell'Iva».Ma il ministro Tria l'ha avvertito?«Guardi, con il ministro Tria ci sentiamo spesso. Anche poco fa».A molti è parso fin troppo cauto nelle sue prime uscite. Ogni tanto a sentirlo parlare sembra il nipote di Monti.«Fra il ministro Tria e il sottoscritto c'è piena sintonia. E io penso che il reddito di cittadinanza non possa aspettare. Con 10 milioni di italiani in difficoltà, 5 milioni di poveri, 3 milioni che non sanno come mangiare, siamo di fronte a un allarme sociale che è stato fin troppo sottovalutato».Siamo al punto, caro ministro. Se aumentano le spese e le tasse restano ferme, bisogna sfondare qualche parametro europeo.«Certo che ci servono margini di bilancio. Abbiamo detto che è la fine dell'austerity e così dev'essere».Chi li sente ora a Bruxelles?«Noi siamo persone responsabili, non vogliamo certo strappare. Ma a Bruxelles devono sapere che non stiamo più a rimorchio».Come sugli immigrati?«Quello che si è visto sugli immigrati è solo l'antipasto di quello che vedranno sul piano economico».L'antipasto?«Sì, l'antipasto. Il cambio è totale. Prima vengono le persone, poi gli indici. E se serve li terremo inchiodati alle 4 di notte per ottenere ciò che è necessario a cambiare questo Paese».A proposito di cambiamenti: perché non si parla più della legge Fornero?«Ci stiamo lavorando».Anche questa nella manovra d'autunno?«Sì, in modo graduale. Prima introdurremo quota 100 (cioè 64 anni di età e 36 anni di contributi, ndr), poi quota 41 (cioè 41 anni di contributi a qualsiasi età, ndr). Con uno sguardo attento a opzione donna e agli esodati».Intanto però il suo «decreto dignità» è stato più volte rinviato…«Sì, ma solo perché avevo sottovalutato il giro dello sette chiese che bisogna fare prima di portare un provvedimento in Consiglio dei ministri».Qualcuno ha scritto di problemi anche sui contenuti.«Nessun problema. Ci saranno i segnali forti che volevamo dare, come quelli contro il precariato, contro la delocalizzazione e contro il gioco d'azzardo».C'è qualcosa che avrebbe voluto mettere in quel decreto, ma non è riuscito a inserire?«Questo non glielo dico».Mi dica almeno quale sarà il suo prossimo obiettivo.«Le pensioni d'oro. Sono determinatissimo. Mi pianto in commissione e seguo tutto l'iter».Nel contratto di governo c'è scritto che entreranno nel mirino quelle superiori ai 5.000 euro netti.«Sto pensando anche di scendere a 4.000 euro netti, dopo aver visto i dati».Per carità, con me sfonda una porta aperta. È giusto colpire il signor Mauro Sentinelli, quello da 90.000 di pensione euro al mese, nessuno le mette in dubbio. Ma non teme così di spaventare i pensionati italiani?«No, i pensionati italiani non si devono spaventare. Saranno colpite solo le pensioni privilegiate, quelle che non sono sostenute dai contributi versati».Quindi se uno prende più di 4.000 euro netti avendo versato contributi adeguati non verrà toccato dalla mannaia.«Esattamente».Come va con la Lega?«Come previsto. Stiamo lavorando bene. Ci sono cose su cui non siamo d'accordo, ma sono fuori dal contratto. Per il resto ho trovato lealtà».Non la spaventa l'eccesso di visibilità di Salvini?«No, non ho di questi complessi. Mi basta sentire, quando vado in giro, tanto entusiasmo e voglia di fare, come mai avevo sentito prima. Ho la sensazione che la gente ci consideri un governo compatto». Questo «governo compatto» durerà cinque anni?«Me lo auguro, perché ci sono tante cose da realizzare».Ma dopo cinque anni di governo l'alleanza con la Lega sarà una stabile alleanza politica...«Per il momento siamo concentrati a realizzare quanto previsto nel contratto».Insisto: se governate cinque anni insieme come farete poi a presentarvi agli elettori divisi?«Oggi, in base alle ultime rilevazioni, M5s e Lega raccolgono insieme il 58% dei consensi degli italiani proprio perché corrono da sole».Fare insieme il ministro e il leader di partito non la penalizza?«No, anzi. Avere peso politico aiuta le dinamiche in ministero».E il Movimento?«Lì ho sempre lavorato in team. Faccio lo stesso orario, 8-23, di quando ero vice della Camera».Grillo l'altro giorno è venuto a Roma: le ha tirato le orecchie?«Ma dai… Questa è la solita narrazione dei giornali».Il fondatore è contento?«Sì, con le sue idee sempre originali».Compresa quella del sorteggio dei parlamentari…«Non sorriderei tanto sul sorteggio. Non per i parlamentari, ma può essere uno strumento efficace. Al ministro dello Sviluppo economico tutte le nomine dei commissari per le amministrazioni straordinarie d'ora in avanti si faranno così».Col sorteggio?«Certo. È finita l'epoca del ministro che mette i suoi amici».Qual è stato per lei il momento più duro dal 4 marzo a oggi?«I giorni dell'impeachment. Per fortuna, da quel momento è poi sbocciato un clima nuovo anche nei rapporti con il Quirinale».E i rapporti con Conte?«La persona giusta: osso duro».Gli italiani non lo conoscevano.«Io lo conosco da tempo. Uno tosto, studia, mai superficiale. Al tavolo delle trattative sa farsi valere».Roma continua a essere una ferita aperta per il Movimento?«Il nostro governo permetterà una svolta positiva anche a Roma».E come?«Per esempio attuando una legge che è stata votata tanti anni fa, quella su Roma Capitale, finora rimasta lettera morta. Daremo maggiore autonomia alla città, che comincerà a risolvere i suoi problemi».Allora è vero che, come ha detto in campagna elettorale, i «sindaci 5 stelle hanno il governo a loro disposizione…».«Altra polemica montata ad arte. Siamo a disposizione di tutti i sindaci».A proposito, a Torino c'è maretta su Chiara Appendino perché vuole le Olimpiadi. Lei è d'accordo?«Il Movimento 5 stelle non è contrario alle Olimpiadi a Torino».Ma come? Con tutta la battaglia contro le Olimpiadi di Roma…«Il progetto della Appendino è sostenibile, non prevede speculazioni e sfrutta impianti già esistenti».Come le è venuto in mente di proporre mezz'ora di Internet gratis?«Non è esattamente così. Hanno voluto fare ironia. Ma il concetto è importante: Internet deve essere un diritto dei cittadini».Non avrà troppa fiducia nella rete? Il monopolio dei giganti del web...«Quello è un problema, chiaro. Ma è sbagliato pensare di mettere il bavaglio alla rete come stanno cercando di fare con la link tax».Si riferisce alla norma Ue che prevede un contributo da pagare quando si linka qualcosa ad un proprio messaggio Internet? Sarebbe un tentativo di difendere il diritto d'autore...«No, è solo una delle follie europee, una legge bavaglio».Però, nel magico mondo del web, non tutto è meraviglioso come sembra. C'è un po' di concorrenza sleale, o sbaglio?«Non sbaglia. Ma se l'Europa vuole eliminare la concorrenza sleale, cominci a eliminare i suoi paradisi fiscali. Queste società non hanno sede alle isole Cayman, ma nei paradisi fiscali di casa nostra».Torniamo a casa nostra. Ci siamo dimenticati qualcosa: i vitalizi.«Ah! Che bello leggere di Pomicino che si lamenta per i tagli…».Faranno ricorso.«Che lo facciano, facciano class action, facciano quel che vogliono. È gente che non ha credibilità».Non c'è il rischio che il decreto della Camera venga bloccato?«Intanto è stato presentato. Fra il 9 e il 15 luglio verrà approvato. E dev'essere chiara una cosa: per me è il minimo sindacale».Ma riguarda solo Montecitorio…«Mi aspetto che la Casellati al Senato segua l'esempio. In fondo siamo nella stessa maggioranza».Perché per voi questa misura è tanto importante?«Rappresenta la fine delle menzogne. Per anni ci è stato detto che non era possibile tagliare i vitalizi con una delibera dell'ufficio di Presidenza, che ci voleva la legge…».La legge Richetti, affossata…«Esatto. E invece abbiamo dimostrato che erano tutte menzogne».Del resto, se la famosa autodichia vale per approvare i privilegi, perché non dovrebbe valere per abolirli?«Infatti. Quelle menzogne hanno fatto perdere la sinistra».Come si immagina tra 5 anni?«In un Paese con una disoccupazione molto più bassa».Quanto?«Non faccio numeri, ma una promessa: non mi vanterò dei dati di crescita dell'occupazione come fanno i ministri del Lavoro».Attento. Guardi che questa ce la segniamo.«Se la segni: mi impegno a non farlo. È semplice cadere nella trappola: “+130 mila assunti", “+150 mila assunti"…».Una trappola?«Sì, quelli non sono veri assunti. Sono contratti a ore. Se si volesse far esplodere quel dato, sarebbe un attimo: basta reintrodurre i voucher. Ma non aumenta davvero l'occupazione».Invece lei vuole aumentare davvero l'occupazione con il reddito di cittadinanza.«Sì, quella è la chiave per risolvere tante crisi, affrontare le difficoltà di settori che stanno morendo, di persone che debbono essere riqualificate».E se resta disoccupato lei?«E perché?».Che farà tra 5 anni? «Non so che farò tra 5 anni. Adesso penso solo a governare».
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