Siamo l’Eldorado dei taxi del mare: dal 22 giugno a ieri cinque navi hanno avuto via libera per l’attracco e altre due stanno facendo il pieno di clandestini al largo di Tunisia e Libia. Difficilmente verranno respinte.
Siamo l’Eldorado dei taxi del mare: dal 22 giugno a ieri cinque navi hanno avuto via libera per l’attracco e altre due stanno facendo il pieno di clandestini al largo di Tunisia e Libia. Difficilmente verranno respinte. Cinque porti concessi alle Ong in sette giorni, con due taxi del mare ancora nel mezzo del Mediterraneo ma, di certo, determinati a puntare sull’Italia. Ieri a Porto Empedocle è sbarcata la Sea watch 4 con 303 passeggeri, che la Prefettura sta cercando di smistare tra Caltanissetta e a Pozzallo; lunedì sono approdate a Lampedusa la barca a vela Nadir di Resqship con 19 a bordo e la Louise Michel - finanziata dall’artista Banksy - con 59; giovedì scorso è entrata nel porto di Augusta la Aita Mari con i suoi 112 e mercoledì a Messina era sbarcata la Sea Eye 4 con il carico più pesante: 476 passeggeri.Mentre ieri al largo della Libia c’era la Ocean Viking con 156 passeggeri e al largo della Tunisia la Geo Barents con 71. Quest’ultima da qualche giorno gironzolava in una delle aree marine più battute nella rotta verso l’Italia. E ieri è intervenuta durante un naufragio, tirando a bordo 71 sopravvissuti. Ma il bilancio è tragico: 22 dispersi e tre feriti, tra cui alcuni bambini. Uno, in particolare, è stato salvato con un massaggio cardiaco. Una donna, invece, è morta quando era già a bordo. Erano tutti stipati su un gommone che imbarcava acqua. E che a un certo punto si sarebbe capovolto. Con i flussi migratori che spingono più che mai verso l’Italia si torna a morire in mare. A più partenze corrispondono più morti. Come dimostra la tragedia di ieri, non basta lasciare le Ong a pattugliare l’area per evitare le insidie del mare. «Siamo stati testimoni dell’ennesima tragedia nel Mediterraneo», commentano da Medici senza frontiere, «decine di persone in acqua che lottavano per sopravvivere, due donne che hanno perso i loro figli in mare, un bambino soccorso privo di segni vitali è stato rianimato sulla nave. Decine di persone hanno lottato per sopravvivere in acqua. Tutti sono gravemente traumatizzati e scioccati». E c’è anche un altro Sos. Ieri Alarm Phone ha lanciato un nuovo allarme per una barca partita da Sfax, in Tunisia, della quale non si hanno più notizie: «Ci hanno allertato i parenti di circa 18 persone partite dalla Tunisia per Lampedusa. Hanno perso i contatti 30 ore fa e le autorità non hanno informazioni sui viaggiatori. Chiediamo per loro una missione di ricerca immediata». Ma gli incidenti non sono terminati: un gommone della Guardia di finanza ieri mattina ha soccorso sullo sperone di una roccia a largo di Lampedusa 11 tra egiziani e sudanesi che probabilmente erano stati scaricati lì da trafficanti di esseri umani che hanno poi ripreso il largo. A Siracusa, invece, sono stati fermati dagli investigatori della squadra mobile e della Guardia di finanza un ucraino e un russo che in nome degli affari legati all’immigrazione devono essere riusciti a superare le divisioni tra i loro Paesi. Sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per lo sbarco del 24 giugno scorso di 41 afghani e iraniani. Sono stati bloccati mentre cercavano di riprendere il largo. A bordo del veliero sono stati trovati anche 200 litri di carburante. Altri tre presunti scafisti, tutti turchi, sono stati fermati dalla squadra mobile a Crotone per l’approdo di lunedì con 79 persone a Isola Capo Rizzuto. I dati sui loro cellulari e alcune testimonianze raccolte tra gli sbarcati hanno indirizzato subito le indagini verso di loro. Mentre Roccella Jonica è stata di nuovo presa d’assalto l’altra notte, con due sbarchi nel giro di appena un’ora: 108 anime, in gran parte afghani, viaggiavano su due barche a vela che erano alla deriva. Sono stati soccorsi dalla Guardia di finanza e dalla Guardia costiera e sono finiti nella tensostruttura della Croce rossa. «La Calabria è ormai in ginocchio dai migranti, una pressione a dir poco insostenibile per le nostre coste», ha commentato ieri il deputato leghista Domenico Furgiuele, che ha aggiunto: «Ci chiediamo dove sia il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e cosa intenda fare per questa emergenza a fronte della quale i calabresi non possono essere lasciati soli». Il numero di sbarchi nel tratto di costa della Locride dall’inizio dell’anno è salito di colpo a 28 (25dei quali solo a Roccella), con oltre 2.000 sbarcati. Il conto complessivo nazionale, invece, vede 26.922 stranieri arrivati via mare dall’inizio dell’anno. Nello stesso periodo del 2021 ne approdarono 19.893 mentre nel 2020 solo 6.715. Le nazionalità di provenienza fanno subito sfumare la possibilità che fuggano da una guerra: 4.606 sono bengalesi (17%), 4.155 egiziani (15%), 3.807 sono tunisini (14%). E siccome con le espulsioni la Lamorgese ha dimostrato di non saperci fare, rimarranno tutti a bighellonare in giro per le città italiane. «Alla maggior parte degli immigrati di solito viene consegnato l’obbligo di lasciare il territorio nazionale entro sette giorni», conferma Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp, «ovviamente non lo fanno e con il foglio di via in tasca vengono lasciati liberi di andare in giro per il Paese senza alcun tipo di ulteriore controllo».
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Al Museo Archeologico Regionale di Aosta una mostra (sino al 19 ottobre 2025) che ripercorre la vita e le opere di Pablo Picasso svelando le profonde influenze che ebbero sulla sua arte le sue origini e le tradizioni familiari. Un’esposizione affascinante, fra ceramiche, incisioni, design scenografico e le varie tecniche artistiche utilizzate dall’inarrivabile genio spagnolo.
Jose Mourinho (Getty Images)
Con l’esonero dal Fenerbahce, si è chiusa la sua parentesi da «Special One». Ma come in ogni suo divorzio calcistico, ha incassato una ricca buonuscita. In campo era un fiasco, in panchina un asso. Amava avere molti nemici. Anche se uno tentò di accoltellarlo.