2020-03-02
La grana «Sole 24 Ore» sparisce dalla campagna elettorale di Confindustria
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Roberto Napoletano (Ansa)
L'emergenza Coronavirus ha rischiato di far slittare la decisione dei saggi sui contendenti per la poltrona di Vincenzo Boccia. Carlo Bonomi è sempre in vantaggio, ma anche Licia Mattioli sta allungando le distanze su Giuseppe Pasini. Poco spazio nei programmi al quotidiano di viale Monterosa. La vicepresidente piemontese è quella che dedica più parole al giornale diretto da Fabio Tamburini prossimo al cambio di formato in edicola. L'ex direttore Roberto Napoletano contesta la costituzione delle parti civili a processo e intanto esce il suo nuovo libro «La Grande Balla».Lo speciale contiene tre articoliLa scorsa settimana anche la battaglia per i nuovi vertici di Confindustria stava per saltare a causa dell'emergenza Coronavirus in Italia. Dopo il rinvio di un paio di incontri dei candidati con le associazioni territoriali in Veneto, infatti, c'è chi aveva proposto di spostare di qualche giorno la sfida per sostituire Vincenzo Boccia, dal momento che il 12 marzo il comitato dei saggi stabilirà chi saranno i nomi che si contenderanno la poltrona più importante di viale dell'Astronomia. Il meccanismo di elezione del presidente dell'associazione degli Industriali italiani è infatti un po' macchinosa. Da qualche mese Carlo Bonomi, Licia Mattioli e Giuseppe Pasini hanno annunciato la loro candidatura, ma dovranno comunque passare attraverso la tagliola del comitato dei saggi che verificherà che almeno due di loro possono avere qualche speranza di farcela il 26 quando il consiglio generale voterà a scrutinio segreto il designato. A questo punto a maggio l'assemblea generale nominerà il prossimo presidente. Gli incontri con le associazioni territoriali di questi mesi hanno rappresentato una fase preliminare della contesa confindustriale, dove i candidati hanno cercato consensi. L'emergenza della scorsa settimana per il rinvio di alcuni incontri è poi è rientrata. Gli incontri saranno recuperati questa settimana. Per questo motivo Bonomi, Mattioli e Pasini continuano il loro tour elettorale in cerca di consensi. Come è noto Bonomi, presidente di Assolombarda, è quello che ha raccolto più firme per la propria candidatura. Vanta una buona percentuale sia nel consiglio generale, circa 80 consensi, sia di rappresentanza in assemblea, dove serve almeno un 20% di consensi per validare la propria candidatura. Mattioli è ferma a 55 mentre Pasini è più distante a 30. Il 9 si chiudono le danze. E il 12 spetterà ai saggi decidere tra chi sarà la sfida. Il problema è che al momento tutte le firme sono solo a voce, non è detto che all'ultimo possano esserci dei cambi di casacca. Bonomi è sicuro di passare le forche caudine dei saggi. Meno Mattioli e Pasini, con il secondo che potrebbe alla fine decidere di far convergere i suoi voti sulla prima per la sfida con il numero uno di Assolombarda. Di sicuro alla fine di questi due mesi di campagna elettorale il sistema Confindustria appare più che mai diviso. Bonomi vanta consensi un po' dappertutto, ma Mattioli ha raccolto molto nel Nord Ovest, tra Piemonte, Valle D'Aosta e Liguria. Anche il Sud della Toscana appoggia la vicepresidente di Confindustria Piemonte, come alcune associazioni di categoria in Lombardia legate alla moda e al tessile. In Emilia Romagna, invece, Pasini e Mattioli si contendono diversi voti, dopo che l'ex candidato di Modena Emanuele Orsini ha deciso di appoggiare il presidente di Feralpi. Anche tra i giovani di Confindustria, in totale 6 voti a disposizione, 5 sono a favore di Bonomi mentre 1 per Mattioli. I programmi di candidatura saranno presentati ufficialmente il 12 marzo. Al momento ci sono solo linee programmatiche. Tra i punti più spinosi c'è la situazione del Sole24 Ore, il quotidiano di viale Monterosa quotata in Borsa finito stritolato nelle inchieste delle procura di Milano, in calo di vendite e con ricavi in flessione del 4,7% secondo l'ultima trimestrale di novembre. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/la-grana-sole-24-ore-nella-battaglia-per-la-presidenza-di-confindustria-2645359480.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="poco-spazio-nei-programmi-al-giornale-di-confindustria-malumori-per-il-cambio-formato" data-post-id="2645359480" data-published-at="1758061988" data-use-pagination="False"> Poco spazio nei programmi al giornale di Confindustria. Malumori per il cambio formato Il tema Sole 24 Ore non è di sicuro tra le priorità dei candidati alla presidenza di Confindustria. Gli scandali per le copie gonfiate degli scorsi anni, una situazione economica difficile, hanno messo la questione in fondo ai programmi di Carlo Bonomi, Licia Mattioli e Giuseppe Pasini. Di sicuro il Sole sta attraversando una fase di cambiamento. Il direttore Fabio Tamburini sta valutando di passare al formato tabloid più snello, con già numeri zero in questo mese di marzo. Si parla anche di un cambio di stampatori, con un passaggio al gruppo Monti Riffeser (editore del Giorno e il Resto del Carlino). Ma al contempo c'è anche il rischio di un taglio dei poligrafici di almeno 70 unità su 400. Per questo motivo dentro viale Monterosa c'è chi rema contro il progetto di cambio del formato del giornale confidando in un rinvio a settembre Di sicuro chi prenderà il posto di Vincenzo Boccia dovrà affrontare una questione delicata che ha contrassegnato l'ultima stagione confindustriale. Non sarà semplice. Il gruppo è quotato, quindi per intervenire bisognerà sfiduciare l'interno consiglio di amministrazione. Non solo. Circolano sempre le voci di una vendita ad altri gruppi editoriali, con i nomi ricorrenti proprio di Monti Riffeser e di Caltagirone. Il Sole 24 Ore a fine settembre del 2019 aveva una posizione finanziaria netta negativa per 34,1 milioni di euro, anche se in miglioramento rispetto ai 34,9 milioni di inizio anno. I dati Ads danno le vendite del quotidiano in crescita ma sono comunque molto distanti dai numeri di diversi anni fa. Tra i candidati è Mattioli a dedicare più spazio al quotidiano economico. Nelle 17 pagine di intenti l'attuale vicepresidente per l'internazionalizzazione, spiega «di saper bene che il nostro Paese soffre da sempre, e sempre di più, di un sentimento anti-industriale. Per questo motivo dobbiamo impegnarci a raccontare l'impresa e l'industria come fonti di benessere condiviso che non si possono sostituire con nessun assistenzialismo, e ai giovani come una occasione insostituibile di futuro, opportunità e realizzazione personale. Nutriamo il sogno di vedere un giorno, molto presto, la parola "Impresa" anche nella nostra Costituzione». Per questo motivo, scrive Mattioli, «le testate di Confindustria, Il Sole 24 Ore e Radio24, nel rispetto dell'autonomia editoriale, hanno l'opportunità unica di rinnovarsi e parlare al Paese di società ed economia, raccontando le storie delle nostre imprenditrici, dei nostri imprenditori, del loro lavoro. Va lanciato un piano nazionale di comunicazione che rilanci l'orgoglio e la bellezza di fare impresa, con la collaborazione di tutti i territori e di tutti i settori». Più stringato Bonomi, che su un programma di 51 pagine dedica poche righe al Sole. «E' necessario fare delle scelte di efficientamento e di sviluppo che spettano a Confindustria nel Gruppo Sole 24 Ore, alla luce delle vicende pregresse, degli andamenti attuali, e degli obblighi che ci legano alla platea di azionisti di minoranza. Mai dimenticando l'autonomia della professione giornalistica, ma tenendo la barra dritta su ciò che serve alle imprese». Infine Pasini, appena 2 righe. «Dobbiamo affrontare il riposizionamento editoriale del nostro quotidiano, Il Sole 24 Ore, perché sia con maggior forza e coraggio il nostro "ambasciatore" a sostegno di battaglie economiche e civili» <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/la-grana-sole-24-ore-nella-battaglia-per-la-presidenza-di-confindustria-2645359480.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="napoletano-contesta-la-costituzione-di-parte-civile-di-giornalisti-e-piccoli-azionisti" data-post-id="2645359480" data-published-at="1758061988" data-use-pagination="False"> Napoletano contesta la costituzione di parte civile di giornalisti e piccoli azionisti E' stata rinviata in aprile la prossima udienza del processo a carico dell'ex direttore del Sole 24 Ore Roberto Napoletano. Dopo aver accolto i patteggiamenti dell'ex amministratore delegato e dell'ex presidente, Donatella Treu e Benito Benedini, l'attuale direttore editoriale del Quotidiano del Sud è rimasto l'unico imputato per false comunicazioni sociali e aggiotaggio informativo. Nell'ultima udienza di febbraio Napoletano ha contestato la costituzione delle parti civili, una lista che continua ad allungarsi a ogni udienza, tra giornalisti, piccoli azionisti e persino la possibilità che a costituirsi sia anche l'ordine dei giornalisti. Il giudice deciderà il prossimo 3 aprile se stralciare alcune posizioni. Napoletano è già gravato da un'azione di responsabilità degli azionisti del Sole come dalle multe della Consob. Insomma, che alcune parti civili possano uscire dal processo potrebbe ridurre una possibile quantità del danno da risarcire. Nel frattempo è uscito il 27 febbraio il suo ultimo libro con la casa editrice La Nave di Teseo. Si intitola «La Grande Balla», dove si smentisce il fatto che il Sud Italia sia dipendente dal Nord. «Un'inchiesta esplosiva» si legge in una nota «sulle vere cause, e le vere responsabilità, di un'Italia divisa in due, che si fa la guerra invece di unire le forze. La questione meridionale come non l'avete mai vista. Roberto Napoletano torna in libreria con un saggio rigoroso e inedito sul divario tra Nord e Sud».