La giustizia non c’entra. Il caso Salvini è politico
Matteo Salvini (Getty images)
Mandando a processo Salvini per un atto legittimo compiuto nell’esercizio delle sue funzioni, Pd e M5s hanno indebolito le istituzioni per una vendetta. Senza pensare che domani potrebbe toccare a loro.
Il primo cittadino dalle calze arcobaleno millantava interventi per aumentare quote di verde in città. In realtà ha vessato i residenti con l’area B, mentre la sua urbanistica edificava perfino nei cortili producendo inquinamento e togliendo superfici di drenaggio.
Proseguono i tentativi disperati per cercare di salvare il campo largo, ma con risultati pressoché nulli. Il vertice convocato dal Pd si rivela un flop. E resta il nodo (impossibile da sciogliere) di Nichi Vendola.
Il centrodestra vicino alla quadra. Dal cdm di domani potrebbero uscire le soluzioni sulle candidature: Zaia attende un segnale da Salvini per diventare il capolista. Il nome campano è Carfagna.
Le storture prodotte dai diktat pandemici si trascinano ancora oggi. Tra tutte, quella del consenso informato firmato prima di ricevere la puntura, resa obbligatoria. Una palese contraddizione in termini.