2022-12-21
La Francia paga per farsi fare causa
Parigi versa un fiume di denaro a varie Ong impegnate nell’accoglienza. Ispirate dai colleghi d’Oltralpe le battaglie giudiziarie delle organizzazioni italiane al governo.Come è possibile che i migranti clandestini possano beneficiare di un aiuto giuridico, praticamente illimitato in Italia e in Europa, mentre dei cittadini dei Paesi Ue devono spesso indebitarsi per ottenere giustizia davanti ad un giudice? La risposta è contenuta in un acronimo: Ong. Come spiegava La Verità nell’edizione di ieri, varie organizzazioni non governative attive nell’accoglienza dei migranti sono pronte a dare battaglia in tribunale contro le disposizioni che il governo italiano si appresta ad adottare. Situazioni analoghe si stanno verificando anche in altri Paesi dell’Unione europea, in particolare in Francia. Al di là delle Alpi, una recente inchiesta realizzata dalla giornalista di Le Figaro, Judith Waintraub ha puntato i riflettori sui canali di finanziamento che permettono a varie Ong di ottenere fondi per difendere i clandestini arrivati in Francia. Uno dei principali elementi forniti dal quotidiano transalpino riguarda il fiume di denaro che lo Stato francese versa a varie Ong impegnate nell’accoglienza dei migranti, perché queste facciano il lavoro che dovrebbero svolgere delle strutture pubbliche. «Nel 2021», scrive Le Figaro, «circa 1.350 associazioni sono state sovvenzionate o remunerate per oltre 750 milioni di euro» questo «a titolo di crediti della missione immigrazione, asilo e integrazione».Il quotidiano francese è andato ancora più nel dettaglio e ha scoperto che se lo Stato chiudesse i rubinetti finanziari, molte Ong potrebbero quasi chiudere bottega. Tra le Ong francesi che ricevono soldi pubblici figura la Cimade, un’associazione di ispirazione protestante, nata all’inizio della seconda guerra mondiale. Secondo Le Figaro, «il budget della Cimade è alimentato per più del 50% dai soldi dei contribuenti». Invece il Gisti (Gruppo d’informazione e sostegno dei migranti) si «accontenta modestamente di un quarto di fondi pubblici per il proprio funzionamento». Il giornale transalpino cita anche l’Ong France terre d’asile - la cui presidente è Najat Vallaud-Belkacem, ex ministro dell’educazione durante la presidenza di François Hollande - che per le missioni sopra citate «ha ricevuto poco più di 57 milioni di euro». Poi c’è l’associazione Coallia, specializzata nella gestione di alloggi per persone in situazione di precarietà che ha ottenuto dallo Stato «un po’ meno di 98 milioni di euro». Fino allo scorso giugno, questa Ong era presieduta da Jean-François Carenco, poi divenuto ministro delegato dell’Oltremare. Anche un altro ex ministro dell’epoca Hollande è legata ad una delle principali filiali di Coallia: si tratta di Emmanuelle Cosse già titolare del dicastero delle politiche abitative. Le Figaro ha anche ricordato che organizzazioni come Sos Méditerranée o Cimade hanno ricevuto un’autorizzazione da parte del ministero dell’Educazione transalpino, per intervenire nelle scuole pubbliche. Non va dimenticato poi che, oltre ai soldi versati più o meno direttamente dallo Stato, alcune Ong possono contare anche sui finanziamenti di varie amministrazioni pubbliche locali. Ad esempio, per il solo 2023, il Comune di Parigi ha destinato a Sos Méditerranée un finanziamento di 100.000 euro.Il legame tra lo Stato francese e le Ong pro migranti sembra un circolo vizioso. Sta di fatto che continuando a finanziare delle organizzazioni che sfidano apertamente degli Stati sovrani, Parigi contribuisce a mettere in difficoltà i propri vicini. Alcune Ong hanno tra l’altro filiali estere, ad esempio in Italia. Se volesse quindi, la Francia di Emmanuel Macron potrebbe risolvere l’emergenza migranti, semplicemente tagliando i fondi alle Ong. Ma questo gli farebbe perdere molti voti a sinistra. Tuttavia, l’Italia e altri Paesi mediterranei non possono continuare a subire un’invasione di clandestini a causa di associazioni foraggiate da un Paese vicino che si dichiara «alleato». Se vuole accontentare il suo «fianco sinistro» Macron è libero di aprire i porti francesi alle navi di tutte le Ong attive nel Mare Nostrum.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)