2022-08-04
La doppia poltrona di Mr Invalsi bocciata da Anac e Corte dei conti
Autorizzato dal governo il cumulo di indennità di dirigente e presidente dell’Istituto.Negli ultimi giorni tutti si sono concentrati sulla discrasia tra gli istituti superiori del Nord e quelli del Sud per il rapporto tra voti finali e test Invalsi. Ma basta dare un’occhiata alla relazione della Corte dei conti sulle attività 2020 dell’Invalsi, ente di ricerca con personalità giuridica di diritto pubblico vigilato dal ministero dell’Istruzione, per scoprire che i problemi non sono solo legati al profitto degli studenti. La nomina del nuovo presidente, Roberto Ricci, scelto dal ministro Patrizio Bianchi, per un decennio assessore delle giunte regionali emiliano romagnole di Vasco Errani e Stefano Bonaccini, imbarazza l’ente: grazie a un recente provvedimento del governo dei migliori, può infatti incassare lo stipendio da dirigente di Invalsi cumulandolo con l’indennità di carica da presidente, che nel 2020 era costata a Invalsi 21.510 euro, mentre per i restanti membri del Cda erano stati spesi 7.743 euro. Un aspetto che non è sfuggito ai giudici contabili della sezione di controllo sugli enti: «In ordine a tale criticità non si può omettere di richiamare il recentissimo intervento legislativo, in forza del quale è da intendersi che, qualora sia nominato presidente dell’Istituto un suo dipendente, il trattamento economico fondamentale del dipendente continua a essere corrisposto, insieme all’indennità di carica». La nomina di Ricci (che fino a quel momento era coordinatore scientifico dell’Area ricerca valutativa) unita a quella del componente eletto del personale di ricerca, ha creato scompensi anche nel Cda, dove ora siedono due componenti interni su tre, facendo saltare lo schema previsto dallo statuto di Invalsi. Per i giudici contabili «ora manca un’effettiva separazione tra funzioni di indirizzo politico–amministrativo e funzioni di gestione amministrativa». Una situazione che secondo la relazione crea «rischi nel regolare funzionamento dell’organo […] in ragione del contemporaneo svolgimento da parte del componente interno eletto dal personale dell’Istituto, che riveste la qualifica di dirigente di ricerca». Criticità che sarebbe stata «condivisa» anche dall’Anac, che in una sua delibera «ha sottolineato la necessità di evitare siffatte situazioni di potenziale conflitto d’interessi, non in linea con i principi espressi dall’articolo 97 della Costituzione e dai suoi corollari». Ricci era stato scelto da Bianchi nell’agosto dell’anno scorso, in sostituzione dell’uscente Anna Maria Ajello, in carica dal 2017. Una nomina annunciata (insieme a quella del terzo componente del Cda, Renata Maria Viganò) quasi in sordina, con un comunicato stampa del ministero e senza alcuna dichiarazione di Bianchi. Nel gennaio di quest’anno Ricci è anche diventato «esperto nazionale in rappresentanza del ministero dell’Istruzione» nel Centro per la ricerca e l’innovazione educativa dell’Ocse. Come se non bastassero i rilievi dei magistrati contabili, dalla relazione emerge anche che costi e stipendi dell’istituto sono da carrozzone pubblico: 99 dipendenti a tempo indeterminato e altri 33 a tempo determinato nel 2020 (anno messo sotto esame dalle toghe contabili, che hanno depositato la loro relazione il 7 luglio scorso) sono costati ai cittadini italiani 8,16 milioni di euro, con un rapporto tra la spesa per il personale e il numero di dipendenti (61.800 euro di costo medio) che farebbe sognare molti italiani. Le cifre sono destinate ad aumentare, visto che, come evidenziano i giudici contabili, a gennaio 2021 sono state inserite in pianta organica «ulteriori 32 unità di personale». Non mancano nemmeno le consulenze che i magistrati evidenziano «per la presenza di incarichi triennali, tuttora in corso […], con importi per singolo incarico di 108.000 euro, che si segnalano, in particolare, per l’ammontare dei singoli compensi corrisposti». E, infine, la chicca: a causa dell’emergenza Covid, le prove Invalsi 2020 non si sono svolte, ma l’Istituto ha comunque sostenuto un onere finanziario pari a 5.064.120 euro, a fronte della spesa di 7.625.232, che si sarebbe sostenuta per il loro regolare svolgimento.
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