2019-01-13
La disfida delle poltrone Lega-M5s spiana la strada al partito del Colle
Dopo la fuga in avanti del Movimento su Marcello Minenna, l'alleato ha abbozzato ma in Consob valuta un altro nome. Lo stallo regala spazio a Sergio Mattarella, che vorrebbe Magda Bianco. Sarebbe il suo bis, dopo Monica Parrella al Mef.Le nomine pubbliche sono un affare complicato per ogni governo. Quello gialloblù ha tre azionisti, tutti a momenti alterni di maggioranza: la Lega, i 5 stelle e il Colle. Ecco perché tra i partiti litiganti avanza la moral suasion. Tradotto, le volontà di Sergio Mattarella. In Consob, infatti, la partita è complicatissima. L'altro giorno il vicepremier, Luigi Di Maio, ha scavalcato tutti e dichiarato apertamente la propria simpatia per Marcello Minenna. Si tratta di un dirigente interno all'authority di Borsa, già assessore del Campidoglio a guida Virginia Raggi e considerato molto vicino ad alcuni esponenti di spicco del Movimento, a partire dalla numero uno della commissione bilancio, Carla Ruocco. In realtà l'uscita di Di Maio in alcune regioni d'Italia verrebbe definita un «saltafosso». Ha infatti dato per scontato un fatto che è tutt'altro che assodato. E lo ha fatto in nome della Lega. Nella sua dichiarazione ufficiale ha pure fatto riferimento a un incontro mirato a individuare il nome del successore di Mario Nava. La riunione non c'è mai stata. Ecco perché i vertici del Carroccio si sarebbero legati al dito l'intera vicenda e avrebbero fatto sapere al proprio interno che ai grillini in questo caso si risponde con il silenzio. O meglio l'unica dichiarazione di Matteo Salvini a Porta a Porta è stata: «Spero si decida in fretta, basta che ci sia uno competente. Marcello Minenna ha un buon curriculum, non c'è nessun problema». Ciò non significa che il Carroccio sia rimasto con le mani in mano. Innanzitutto, la Lega sembra aver accolto le obiezioni di Giuseppe Conte che in accordo con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto presente che Minenna non potrebbe essere considerato in alcun modo indipendente, visto la militanza esterna nel Movimento. Inoltre la sua nomina finirebbe con lo spaccare la commissione della stessa Consob. Il civil servant - ribadiamo - è un interno e verrebbe promosso scavalcando i suoi diretti superiori. Per intendersi, è come se un dirigente del ministero degli Esteri venisse in un solo colpo nominato ministro e si trovasse a coordinare quelli che fino a poco prima erano i suoi superiori. Si tratta di due obiezioni facilmente superabili. Infatti probabilmente il «no» di Conte e di Mattarella avrebbe altre origini. Una di queste sta nella lista di candidati ancora da vagliare. Da via Bellerio è stata fatta filtrare per Consob la candidatura semi ufficiale di Alberto Dell'Acqua, professore della Bocconi esperto di Pmi. Online e via agenzie di stampa è incominciato a circolare il nome di Carlo Maria Pinardi, docente di finanza aziendale sempre in Bocconi. Idem per Massimo Scolari, presidente di Ascosim, profondo conoscitore dell'Esma ed esperto di Mifid e tutela dei risparmiatori. Pinardi sarebbe gradito al Colle e anche a diversi mondi dell'alta finanza italiana: è nota la sua vicinanza all'ex patron del gruppo Espresso, Carlo De Benedetti. E questo sia per i leghisti sia per i 5 stelle sarebbe una sorta di peccato originale. Per il resto, i due partiti sul tema Consob non sembrano avere altri punti in comune. E come sempre accade in queste situazioni, il terzo litigante è quello che gode. Se, in pochi giorni, Salvini e Di Maio non troveranno un accordo, spunterà come probabile presidente Magda Bianco, attuale consigliere economico di Mattarella. Bergamasca, è entrata in Banca d'Italia nel 1989. Dal 1999 è transitata all'ufficio diritto dell'economia, nel 2007 diviene titolare della divisione economia e diritto. Si è occupata di regolamentazione dei mercati, corporate governance e diritto societario. E con tale background, durante il periodo di Mario Monti ed Enrico Letta, è stata trasferita prima al ministero della Giustizia e dopo al Mef. Un curriculum di pregio, ma il tema è un altro. La forte vicinanza a Mattarella e a Bankitalia creerebbe un legame troppo stretto tra Consob e Palazzo Koch. Così come è accaduto in Ivass, l'authority di controllo delle assicurazioni, dove il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, ricopre l'incarico di presidente. Non abbiamo la certezza che si vada nella direzione di Magda Bianco ma ieri il numero due della Lega, Giancarlo Giorgetti ha incontrato proprio Mattarella. Avrebbero discusso di Consob, ed entrambi avrebbero concordato per il «niet» a Minenna. Non è uscito però un nome condiviso, e sembra che al momento il Colle non sia pronto a dare il proprio ok agli altri papabili. Opterebbe piuttosto per la strada del temporeggiare. Una strategia che si ripete costantemente quando si tratta di riempire caselle con nomi che recano di area Margherita, che tanto piace dalle parti del Quirinale. Esattamente come è accaduto il 2 gennaio al Mef, dove si è insediata a capo del personale Monica Parrella. Il nuovo direttore generale del Dag, dipartimento dell'amministrazione generale del personale e dei servizi (per capirsi, quello che decide le nomine e gli avanzamenti in ruolo dei «mandarini»), è compagna di Nicola D'Amico già sottosegretario al Mef in quota Margherita, e ora consigliere della Corte dei conti. Il suo nome per il ruolo nel Mef era emerso a ottobre. I sindacati erano insorti contro la nomina di una figura esterna. Risultato? Tutto è finito sotto traccia e poi, in occasione delle feste di Natale si è proceduti alla nomina. Il classico blitz. Ecco, lo stesso potrebbe accadere in Consob.
Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)