2024-03-15
La direttiva di Bruxelles sul mattone green ci porterà a un nuovo Stato di polizia
Le regole per l’efficientamento energetico degli immobili introducono anche l’obbligo di controlli. Nasce il passaporto di ristrutturazione. Ora la palla passa ai governi.La direttiva sulle case green approvata questa settimana dal Parlamento europeo si segnala tra le peggiori normative mai partorite da Bruxelles, dove pure le direttive assurde sono di casa. In questo caso, si tratta di forzare all’efficientamento energetico gli immobili privati e pubblici, attraverso una ristrutturazione per aumentare la classe energetica. Gli Stati membri dell’Unione dovranno ridurre i consumi energetici degli immobili del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035 (base consumi 2020). Almeno il 55% di questi «risparmi» di energia dovrà provenire dal rinnovo degli edifici più energivori, ovvero quelli che stanno nelle classi energetiche più basse. Nel caso dell’Italia, il 43% degli immobili ricade nelle classi più basse, dunque sui circa 12 milioni di immobili esistenti si tratta di circa 5 milioni di case soggette alla direttiva.Non è un caso che si sia arrivati a tre mesi dalle elezioni europee approvando quello che rappresentava uno degli ultimi provvedimenti del Green deal. Vi è da notare in fatti che una volta che la direttiva sarà approvata anche dal Consiglio, il prossimo Parlamento europeo sarà impossibilitato a cambiarla o abrogarla. Infatti, nello sgangherato equilibrio istituzionale di Bruxelles, il Parlamento europeo, unico organo elettivo, bizzarramente non ha iniziativa legislativa: solo la Commissione può cambiare le norme. «Indietro non si torna!» è del resto uno dei motti del progresso in salsa europea.Da mesi se ne parla e sono circolati molti numeri, sui costi, sul numero di case interessate, sulla svalutazione degli immobili, sulle ipotesi di permute immobiliari con i fondi di investimento, persino sui differenti tassi di interesse che alcuni istituti bancari praticano a seconda della classe energetica dell’immobile soggetto a compravendita. Ma oltre a ciò, la direttiva sulle case green è un perfetto esempio del super Stato di polizia che hanno in mente di creare i suoi promotori. Ad esempio, l’articolo 12 parla di un passaporto di ristrutturazione, che sarebbe «una tabella di marcia su misura per la ristrutturazione profonda di un determinato edificio, in un numero massimo di fasi che ne miglioreranno sensibilmente la prestazione energetica». Da non confondersi con l’attuale attestazione di prestazione energetica, su cui la direttiva dice: «Gli Stati membri dovrebbero poter consentire che il passaporto di ristrutturazione e l’attestato di prestazione energetica siano redatti contestualmente dallo stesso esperto e rilasciati insieme. Nel caso di tale redazione contestuale, il passaporto di ristrutturazione dovrebbe sostituire le raccomandazioni che figurano nell’attestato di prestazione energetica. Tuttavia dovrebbe rimanere possibile ottenere un attestato di prestazione energetica senza un passaporto di ristrutturazione». Se non ci avete capito nulla, non c’è da preoccuparsi, è fatto apposta.La ristrutturazione profonda, ci viene detto, indica «una ristrutturazione che è in linea con il principio «l’efficienza energetica al primo posto», che si concentra sugli elementi edilizi essenziali e che trasforma un edificio o un’unità immobiliare: a) entro il 1° gennaio 2030, in un edificio a energia quasi zero; b) a decorrere dal 1° gennaio 2030, in un edificio a zero emissioni. Buono a sapersi, o forse no.L’articolo 21 della direttiva dispone che «l’attestato di prestazione energetica sia affisso in un luogo chiaramente visibile per il pubblico» nel caso di enti pubblici frequentati dai cittadini. Un cartello inutile in più all’ufficio anagrafe del Municipio non si nega a nessuno, del resto.L’articolo 22 dispone la creazione di una banca dati nazionale sulle prestazioni energetiche, l’articolo 23 parla delle ispezioni periodiche che gli Stati devono stabilire per controllare gli impianti, l’articolo 24 dei rapporti di ispezione e di come devono essere fatti. Naturalmente, gli autori delle ispezioni e chi rilascia i passaporti devono essere «certificati» o «qualificati». Alla faccia del libero mercato.Insomma, lo sbrodolamento da azzeccagarbugli dei solerti funzionari di Bruxelles genera fattispecie bizantine obbligatorie, create apposta per complicare la vita, senza nessuna reale utilità. Infatti, la direttiva non ha nulla a che fare con le famigerate emissioni di CO2, ma riguarda direttamente i consumi energetici. Peccato però che, come noto nella letteratura scientifica («effetto rimbalzo»), un risparmio di energia da una parte significhi un maggiore consumo da un’altra. Infatti, i consumi energetici per l’Intelligenza artificiale stanno esplodendo, mentre ai cittadini si richiedono decine di migliaia di euro di investimento per «risparmiare» pochi spiccioli. Il travaso dei consumi e dei denari è evidente, in un mondo sempre più assetato di energia.La direttiva istituisce banche dati, controlli, ispezioni, documenti, certificazioni, autorizzazioni, esperti, certificatori, in un via vai di costosi adempimenti perfettamente inutili, rispetto a uno scopo che di suo non ha alcun senso. Mentre l’Unione europea si autoproclama paladina della libertà, l’«economia sociale di mercato fortemente competitiva» cui si ispira mostra il suo vero volto: una costruzione burocratica centralizzata, ramificata e occhiuta, una sovrastruttura oppressiva che tutto vuole conoscere e tutto sapere, che farebbe invidia a qualche regime autoritario.La direttiva, con le sue 190 pagine di amenità, dovrà essere recepita con legge dello Stato italiano entro due anni. Chissà, può darsi che il Parlamento ignori tale scadenza e si occupi invece dei veri problemi del Paese.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.