2018-12-13
La diagnosi precoce può salvare la vita ai fumatori
Dimezzati i decessi per tumore con uno screening di oltre 5 anni. In Italia possibile l'avvio di un piano di Tac toraciche per over 50. «I risultati di questi due studi sono coerenti tra loro e particolarmente rilevanti», sottolinea Ugo Pastorino, direttore della struttura complessa di chirurgia toracica dell'Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano e uno degli autori dello studio italiano, «e questo perché il braccio di controllo non comprendeva alcun esame diagnostico, come la radiografia del torace.Due studi europei randomizzati di screening su forti fumatori over 50, entrambi sviluppati con l'utilizzo della Tomografia assiale computerizzata (Tac) spirale toracica a basse dosi di esposizione, sono stati riportati recentemente sul Quotidiano Sanità. Sono i comuni denominatori del trial olandese Nelson (Dutch-belgian lung cancer screening) e dello studio italiano Mild (Multicenter italian lung detection), che sono stati presentati a Toronto nel corso della Conferenza mondiale di Iaslc, International association for the study of lung cancer, e che possono finalmente costituire le basi per l'avvio di programmi di screening per la diagnosi precoce del carcinoma polmonare nei forti fumatori, ad oggi ancora non previsti.Lo studio Nelson ha arruolato in Olanda oltre 15.000 persone dal 2003, in un programma di screening con Tac spirale toracica della durata di 6 anni. I risultati hanno confermato una riduzione del 26% nella mortalità per tumore polmonare a 10 anni dall'inizio dello studio, rispetto al braccio di controllo che prevedeva la semplice osservazione senza esami diagnostici. Inoltre, ha confermato che il beneficio dello screening è maggiore nelle donne rispetto agli uomini. Lo studio Mild, condotto dall'Istituto nazionale dei tumori di Milano su oltre 4.000 forti fumatori dal 2005 a oggi - con il contributo del ministero della Salute, di Airc, Associazione italiana per la ricerca sul cancro e della Fondazione Cariplo - è l'unico programma randomizzato di screening al mondo in cui la Tac spirale toracica sia stata impostata, con frequenza annuale o biennale, per un periodo di 10 anni. Lo studio ha dimostrato che un programma di diagnosi precoce che prosegue oltre i 5 anni, fino a raggiungere i 10 anni di screening, può ottenere una riduzione della mortalità per tumore polmonare pari al 39%. «I risultati di questi due studi sono coerenti tra loro e particolarmente rilevanti», sottolinea Ugo Pastorino, direttore della struttura complessa di chirurgia toracica dell'Istituto nazionale dei tumori (Int) di Milano e uno degli autori dello studio italiano, «e questo perché il braccio di controllo non comprendeva alcun esame diagnostico, come la radiografia del torace. In particolare, lo studio Mild ha dimostrato per la prima volta che è utile proseguire lo screening oltre i 5 anni. La Tac spirale ripetuta dal quinto al decimo anno ha infatti più che dimezzato la mortalità per cancro polmonare durante gli ultimi 5 anni di screening».A fare da apripista al ruolo dello screening nella diagnosi precoce del tumore del polmone è stato il trial Nlst (National lung screening trial) condotto negli Stati Uniti e pubblicato nel 2011. I dati americani avevano per la prima volta evidenziato una riduzione della mortalità del 20%. «Il fatto che Nelson e Mild dimostrino una maggiore efficacia, in termini di riduzione della mortalità, rispetto allo studio Nlst (rispettivamente -26% e -39% verso -20%)», spiega Pastorino, «può essere spiegato dalla maggiore durata del follow-up, ma anche dalla scelta di un braccio di controllo osservazionale, che elimina un possibile fattore confondente. Infatti, anche se molto meno sensibile, la radiografia del torace può anticipare la diagnosi di tumore polmonare in alcuni casi, e nel confronto con questo esame radiologico, il beneficio reale della Tac può apparire minore». Nonostante l'entusiasmo iniziale, i dati emersi dallo studio americano Nlst non erano ancora sufficientemente convincenti per raccomandare la Tac spirale quale procedura di screening di routine, come sottolineato anche dalle Linee guida Aiom 2016. Entrambi gli studi europei, invece, aprono finalmente nuove prospettive. «Questi risultati giustificano l'avvio in Italia di programmi di diagnosi precoce con Tac toracica a basse dosi nei forti fumatori di età over 50», interviene Giovanni Apolone, direttore scientifico Int, «da sviluppare in centri con elevata specializzazione nella diagnosi precoce e nella terapia dei tumori polmonari». Non va dimenticato, inoltre, che i forti fumatori che non riescono a smettere di fumare perché dipendenti dalla nicotina possono passare alle sigarette elettroniche, come indicato dal ministero della Salute in Gran Bretagna, per esempio Iqos della Pm, perché queste ultime riscaldano la nicotina senza produzione di sostanze cancerogene, mentre la sigaretta convenzionale brucia tabacco e carta con l'assunzione di sostanze cancerogene.www.umbertotirelli.itwww.clinicamede.com