2021-04-13
La democrazia di Casaleggio è solo virtuale
Tra i 5 stelle volano gli stracci. Per il titolare della piattaforma Rousseau tutta la politica deve passare dal digitale. Oltre ai partiti e ai movimenti sono quindi da escludere come reliquie del passato anche le persone. Ma dimentica l'articolo 49 della Costituzione.Son botte dure tra il Movimento 5 stelle e l'Associazione Rousseau di Davide Casaleggio che a Mezz'ora in più su Rai 3 ha dichiarato che teme che il Movimento voglia «mettere in difficoltà finanziaria Rousseau per mettere sul tavolo il terzo mandato, una democrazia dal basso o altre regole fondamentali del movimento». In parole povere Casaleggio ha detto quello che già sappiamo e cioè che senza la Piattaforma Rousseau praticamente sparisce la democrazia diretta del movimento che potrebbe prendere delle decisioni che non passano attraverso la sua associazione. Robe che in una democrazia normale farebbero drizzare i capelli non solo ai costituzionalisti ma anche a tutti gli studenti universitari che hanno solo sostenuto l'esame di diritto costituzionale. Naturalmente non si è fatta attendere la risposta del Movimento 5 stelle - cosa impensabile anche in un recente passato - e infatti Rocco Crimi, non proprio l'ultimo del movimento, ha detto che se le affermazioni di Casaleggio sono state fatte davvero «sarebbero non solo false, ma diffamatorie e misere a fronte del fatto che i portavoce del Movimento 5 stelle hanno versato oltre 3 milioni e mezzo di euro per la piattaforma Rousseau». Siamo, evidentemente, al lancio degli stracci.Ora, se fosse una questione che riguarda Crimi e Casaleggio potremmo anche fregarcene bellamente avendo ben altro a cui pensare. Il problema è che il giovane Casaleggio oltre a dire che la sua associazione garantisce la democrazia dal basso (evidentemente a pagamento e non mi risulta che Jean-Jacques Rousseau lo avesse previsto, ma forse ho letto delle versioni diverse da quelle che hanno letto lui e Beppe Grillo) ha detto anche che non solo i partiti sono un'organizzazione dell'altro secolo, ma forse anche i movimenti oggi non sono più di attualità e che bisogna pensare in termini di platform society, citando senza dirlo un libro di van Dijck, Poell e de Waal pubblicato già tre anni fa. Praticamente tutta la democrazia deve passare dalle piattaforme digitali. Evidentemente oltre ai partiti e ai movimenti sono da escludere come antiquate anche le persone in carne ed ossa. Solo digitale, l'umano e il politico devono passare da lì. Quanta distanza dal povero Rousseau.In tutto il discorso del giovane Casaleggio non compare mai il fatto che in Italia ci sia dal 1948 una Costituzione che ha un articolo, il n. 49, dedicato ai partiti. Evidentemente questo a lui non interessa perché le sue fonti giuridiche sono, in ordine di importanza, il pensiero di suo padre, il suo e quello di Grillo anche se non è citato. Con tutto il rispetto sembrano fonti un po' debolucce. L'articolo 49 della Costituzione dice così: «Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale». I padri costituenti che lo scrissero uscivano dal fascismo e quindi temevano il possibile ritorno del partito unico, quindi insistettero molto sulla democrazia dei partiti. Ma col passare degli anni la giurisprudenza ha insistito progressivamente anche sulla democrazia nei partiti ed è qui che casca l'asino.Infatti, secondo la teoria del giovane Casaleggio, ci sarebbero due partiti (anche se lui detesta questo termine), nelle istituzioni ci sarebbe il Movimento 5 stelle, fuori dalle istituzioni ci sarebbe l'associazione Rousseau, la platform gestita da privati, secondo canoni privati, ma pagata con i soldi pubblici ricevuti dagli eletti del Movimento 5 stelle. A confronto un bizantino risulterebbe lineare, l'uomo più semplice del mondo. Evidentemente, dalle parti di Casaleggio, alla linea retta si preferisce l'arabesco. Si potrà discutere anche della democrazia interna degli altri partiti presenti in parlamento ma almeno ci sono dei direttivi, delle assemblee, dei congressi (addirittura). Qui nulla neanche l'ombra, tant'è vero che il 15, quando commemoreranno Gianroberto Casaleggio, fondatore insieme a Grillo di tutto questo ambaradan, non saranno invitati Luigi Di Maio, che è solo ministro degli Esteri, e l'avvocato Giuseppe Conte che dovrebbe essere il nuovo capo politico del Movimento 5 stelle. Lo ripetiamo, se non fosse che la questione riguarda il parlamento, noi di tutto questo ce ne potremmo tranquillamente fregare. Il problema è che si tratta di qualcosa che non è di nessuno, e non deve essere di nessuno, perché è di tutti e quindi ognuno non può fare quello che vuole a capocchia semplicemente perché non si può. Ma su questo stanno tutti zitti. Chissà perché.
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