2022-11-29
La Corte ha in mano un mare di dati. Ma una toga è in conflitto d’interessi
Silvana Sciarra (Imagoeconomica)
Per il legale di uno dei ricorsi, i farmaci sono «imperfetti» e il loro uso integra un reato. Tra i magistrati figura anche Marco D’Alberti, ex consigliere giuridico di Draghi, che impose le punture coatte.«Stiamo a vedere; domani la Corte costituzionale deve sancire se l’Italia è ancora uno Stato di diritto. I profili d’incostituzionalità dei vari decreti e dell’obbligo vaccinale durante la cosiddetta pandemia sono un’aberrazione giuridica. Vedremo se il professor Marco D’Alberti, nominato a fine settembre giudice costituzionale dal presidente Sergio Mattarella, si asterrà dal collegio, evitando di farsi giudice del proprio operato. Vedremo se la Corte farà prevalere la ragion di Stato o il diritto». Chi parla è l’avvocato Filippo Teglia, studio a Foligno, foro di Spoleto, che rappresenta oltre 500 tra medici, farmacisti, operatori sanitari vessati per non aver obbedito all’obbligo vaccinale, o per aver certificato esenzioni dal vaccino. Patrocina, con un folto collegio, la causa di incostituzionalità sollevata dal tribunale di Padova, sezione del lavoro, sull’articolo 4 del decreto legge 44 del 2021, che prevede la vaccinazione obbligatoria per i sanitari, poi estesa a tutti gli over 50. La causa si discute domani davanti all’Alta corte: ne fa parte Marco D’Alberti, che è stato il consigliere giuridico di Mario Draghi e avrà quindi contribuito all’elaborazione dell’articolo 4 del dl, sospetto di incostituzionalità, in cui si stabilisce che «la vaccinazione costituisce requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative dei soggetti obbligati». «Questa norma», sostiene l’avvocato Teglia, «è costruita su una serie di falsità. La prima e più evidente è l’asserita capacità del vaccino mRna di bloccare la trasmissione del contagio». Il legale umbro, nelle sue memorie, evidenzia un elemento di estrema gravità: «Nella campagna vaccinale è stato commesso e reiterato il reato previsto dall’articolo 443 del Codice penale: chiunque detiene per il commercio, pone in commercio o somministra medicinali guasti o imperfetti è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. È manifesto che i cosiddetti vaccini sono farmaci imperfetti». Nelle sue memorie cita una quantità di pareri scientifici. La cartina di tornasole per lui sta nel numero di eventi avversi. «Anche l’Oms ammette e riconosce che il tasso di eventi aversi in un solo anno ha superato di gran lunga i dati registrati in relazione a tutti gli altri vaccini in tutta la storia della medicina». Allo scorso febbraio EudraVigilance (che registra i casi a livello europeo) riportava 1.510.978 eventi avversi di cui 39997 mortali. Il vaccino cui sarebbero correlabili più morti è Pfizer, con 18.185, seguito da Moderna, con 11.138 decessi. L’incidenza dei morti rispetto ai casi avversi è del 2,65%. A questi si aggiungono 3,6 milioni di eventi polisintomatici con 1,7 milioni di danni permanenti. Altri dati sono contenuti nel tredicesimo rapporto dell’Aifa (la nostra Agenzia del farmaco), che copre dal 17 dicembre del 2020 al 26 settembre di quest’anno. Su 140.689.960 dosi somministrate, le reazioni avverse sono 139.548, con un’incidenza dello 0,1%, ma balza all’occhio la numerosità delle reazioni avverse gravi: sono il 18,5%. E anche qui si vede che il vaccino Pfizer ha un tasso più alto; con il 65,95% delle dosi somministrate, ha il 66,2% di reazioni avverse. Moderna, con il 24,3% di dosi, ha il 15,1% di reazioni. «Oltre a questi numeri», sottolinea il legale, «ci sono valanghe di studi di cui Lancet e il British medical journal sono i più attenti divulgatori e che demoliscono la validità dei vaccini. Scrive Lancet il 15 luglio di un anno fa: i vaccini per il Sars-Cov-2 sembrano compromettere gravemente il sistema immunitario. Stephanie Seneff del Mit aggiunge: riteniamo che una valutazione completa del rischio/beneficio dei vaccini a mRna li escluda come contributori positivi alla salute pubblica. Nonostante questo la Relazione tecnica al decreto Sostegni ter del gennaio 2022 scrive: allo stato non si dispone di alcun dato in ordine a possibili danni permanenti. Si ha l’impressione che tutto sia stato costruito - dal consenso informato che informato non era, all’obbligo vaccinale - per evitare di misurarsi con la realtà dei fatti e con le leggi. Già la Corte costituzionale, in una sentenza del 1990, aveva ben chiarito che l’obbligo vaccinale è possibile solo se vi è l’interesse collettivo prevalente. Ma è dimostrato che i vaccini non hanno protetto dal contagio perché non sono vaccini. Gli Ordini dei medici però hanno obbligato i professionisti ad adeguarsi. Li hanno letteralmente vessati e porterò alle Procure casi di medici che, poiché firmavano in scienza e coscienza esenzioni alla vaccinazione, sono stati sottoposti a ispezioni frequenti dai Nas. Diversa la posizione degli Ordini dei farmacisti, che memori del Codice penale, hanno cominciato a fare marcia indietro. Quanto al pronunciamento dell’Alta corte, se il decreto fosse dichiarato incostituzionale - e i presupposti ci sono tutti perché è contrario alla legge europea, alla nostra Carta, perfino ai codici deontologici dei medici e dei farmacisti - ci sarebbero milioni di cause. Difficilmente la ragion di Stato perde.»
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco