2020-10-02
La coop di Salerno che lascia da soli gli studenti disabili a Milano
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Continuano i disagi nel capoluogo lombardo per il servizio di supporto ai ragazzi autistici che la mattina devono andare a scuola. Atm, che appalta le operazioni di assistenza, ha già inviato 4 lettere di richiamo alla cooperativa Insieme e minaccia di chiedere le penali. La rabbia dei genitori: «Siamo ormai entrati nell'ordine di idee che, un po' a turno, a qualcuno ogni giorno qualcosa accadrà in termini di disservizi». A distanza di quasi 3 settimane dall'articolo della Verità sui disagi del servizio Atm nel trasporto di studenti disabili a scuola, la situazione non è cambiata. Mentre il sindaco Beppe Sala tace e dal governo di Giuseppe Conte arrivano in continuazione slogan rassicuranti, a Milano inizia a montare le protesta dei genitori. Dal 14 settembre, infatti, diverse famiglie di ragazzi con disabilità continuano a lamentare la carenza del servizio di assistenza sul trasporto pubblico. Si tratta di un problema non da poco, per una città che fa dell'accoglienza una bandiera. I casi sono quotidiani e si contano a decine solo nelle prime settimane di scuola. C'è chi non trova gli assistenti la mattina presto prima di andare scuola, chi invece si ritrova ad andare a prendere i ragazzi in fretta e furia all'uscita perché il personale della Cooperativa Insieme non si è presentato. Come già raccontato dal nostro giornale, infatti, fino a febbraio 2020 a occuparsi di questo servizio era la Cooperativa Progetto A. Dal primo di marzo le cose sono cambiate. Come anche i bandi di appalto da parte di Atm che ha deciso di ottimizzare i costi. Non più un affidamento di un anno e mezzo per quasi un milione di euro, ma uno più breve, di 7 mesi a 400.000. La vecchia Cooperativa ha deciso di non partecipare, proprio perché non l'ha trovato vantaggioso: avrebbe perso in totale più di 130.000 euro. Sta di fatto che a vincere è stata questa coop di Salerno. Avrebbe dovuto gestirlo fino alla fine di ottobre, ma per colpa dell'emergenza Covid 19, con lo slittamento dei mesi, scadrà a fine febbraio 2021. I genitori sono infuriati. Come lo è Atm, che ha già inviato 4 lettere di richiamo minacciando di chiedere le penali. I casi riguardano quasi tutte le scuole dove svolgono lezioni ragazzi con disabilità. Eppure non sembra esserci via d'uscita. La scorsa settimana, racconta Katia, «uno studente di un istituto professionale di Milano, si è ritrovato più volte ad arrivare a casa alle 15:40 pur terminando le lezioni alle ore 12:00. Dopo molteplici richieste degli insegnanti di sostegno. Atm ha più volte risposto che gli orari non possono essere modificati in quanto loro tengono conto solamente di un orario definitivo che però, ahimè, non esiste ancora e non esisterà fino probabilmente alla fine di ottobre». Non solo, aggiunge Katia. «E non è l'unica cosa degna di nota in questa situazione poiché oltre ad arrivare a casa circa tre ore dopo, forse quattro, la fine delle lezioni, O. si è ritrovato, nonostante abiti a pochi chilometri dalla scuola, a dover andare prima dall'altra parte di Milano affinché Atm riportasse a casa un altro studente per poi tornare indietro ed arrivare finalmente a destinazione .Il padre di O. ha più volte segnalato questa situazione sia gli insegnanti di sostegno che all'Atm ma senza sortire alcun risultato».All'istituto Arturo Toscanini, scuola polo per l'autismo, i genitori, ci spiega Andrea Buragina, nel direttivo di Angsa Lombardia «sono ormai entrati nell'ordine di idee che, un po' a turno, a qualcuno ogni giorno qualcosa accadrà in termini di disservizi». C'e' chi dovrà portare il proprio figlio a scuola direttamente perché gli accompagnatori non sono arrivati. E' il caso di T., un ragazzo con autismo di 13 anni che nella giornata del 1 ottobre ha dovuto aspettare all'interno del pulmino per circa 30 minuti prima di scoprire che il suo accompagnatore non era arrivato ed essere poi accompagnato a scuola dalla mamma. E" il caso di B., una giovane mamma, che qualche giorno prima ha atteso la figlia per più di un ora senza ricevere nel mentre alcuna chiamata che le segnalasse il ritardo. La rabbia e' tanta che questi genitori hanno ormai maturato l'idea di chiedere udienza direttamente al sindaco Sala. A questi disagi si uniscono, infatti, quelli che fanno più riferimento alla scuola, dove il protrarsi dell'orario ridotto e' diventato ormai una amara consuetudine.In questo senso le testimonianze non finiscono qui. «La difficoltà principale è per alcuni genitori di alunni con disabilità sconfinati nell'oratorio Cristo Re, soprattutto per quelli che hanno più figli in vari Plessi dell'Istituto Comprensivo Italo Calvino di Milano». A mettere in evidenza tale difficoltà è Davide Soldani, anche lui consigliere di Angsa Lombardia che ha i suoi tre figli in ben tre Plessi differenti della scuola. «Abbiamo dovuto chiedere aiuto perfino ai nonni perché io e mia moglie non possiamo fisicamente essere in tre location diverse contemporaneamente» spiega. «Ma la cosa che ci ha messo con le spalle al muro è che abbiamo saputo del trasferimento al Cristo Re solo due giorni prima e siamo stati costretti a prendere ferie dal lavoro per gestire la situazione. Ora la Preside può anche fare la wonder woman della situazione, ma è stato davvero vergognoso che tutto questo non sia stato minimamente condiviso con i genitori, o almeno con il gruppo d'inclusione. La dirigente scolastica ha creato questo distaccamento per mantenere la distanza di sicurezza perché mancavano gli spazi, ma la realtà è che ha causato solo disagi senza aver consultato nessuno. Allo stato attuale per alcuni alunni fragili non esiste nemmeno un aiuto da parte di educatori o insegnanti di sostegno».
Il ministro della Giustizia carlo Nordio (Imagoeconomica)