2023-12-10
La chiesa trascinata in un abisso di cinismo
Lasciano sbigottiti le trame e i maneggi per speculare sul dolore dei familiari delle vittime delle traversate e ottenere, così, i fondi dal Vaticano. Soprattutto perché a farsene interprete è il cappellano del rimorchiatore. È la vittoria del cinismo sull’umanità.Casarini e compagni si ripromettevano di usare i morti in mare per guadagnare il consenso del Papa. L’idea venne a don Mattia Ferrari, cappellano della Mare Jonio, ma l’ex capo delle Tute bianche condivise il proposito. Perché, oltre a essere «pescatori di uomini» (è il titolo del libro scritto a quattro mani dal prete di Nonantola aggregato al gruppetto di disobbedienti), quelli di Mediterranea sono soprattutto pescatori di soldi e il loro bancomat, anzi il loro Soros - dal nome del finanziere ungherese della Ong - pensano di averlo trovato in Vaticano. Era la primavera di tre anni fa, in piena pandemia, quando don Ferrari e Casarini si scambiavano i messaggi. Dopo aver fatto l’elenco delle cose urgenti da mettere in cantiere, come una lettera da spedire «ai nostri vescovi italiani» per convincerli a sostenere Mediterranea, al cappellano della Mare Jonio viene in mente un’idea importante, «che potrebbe essere molto utile». In cosa consista la fulminante intuizione è presto detto. Con un messaggio, don Mattia spiega che è opportuno raccogliere i nomi delle persone morte, chiamando i loro famigliari o i loro amici affinché scrivano una lettera a Papa Francesco, da affidare al cardinale Czerny, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, uno dei prelati più vicini al Pontefice. Casarini è perplesso. «Troppo complicato» da fare in poco tempo. L’ex capo dei disobbedienti ha fretta, punta a trovare sostegni immediati, altrimenti la nave rischia di restare in porto. Tuttavia non scarta la proposta: «Teniamola presente per il futuro». «Certo», gli risponde il prete sempre pronto all’arrembaggio delle gerarchie vaticane, aggiungendo un elemento per chiarire come mai insista tanto sull’elenco delle vittime di naufragio. «Il Papa in generale a questa cosa dei nomi tiene moltissimo. Quindi fargli sapere che li sappiamo sarebbe fargli perdere la testa per Med (Mediterranea, ndr)». Il senso è chiaro. Il gruppo di disobbedienti pensa di avere in mano un asso per convincere il Papa ad appoggiare la loro Ong. Calare la lettera dei familiari dei morti in mare farebbe conquistare a Casarini e compagni il consenso del Pontefice e delle alte gerarchie vaticane. «Una lettera dei familiari la farebbe appendere in tutte le bacheche». Le ultime esitazioni da parte della Chiesa verrebbero spazzate via da un appello capace di smuovere le coscienze. Il grido di dolore dei familiari avrebbe l’effetto di un terremoto e nessuno, neppure i più perplessi ad appoggiare Casarini e compagni e la loro pesca solidale, potrebbe più opporsi. Alla fine dunque, i sodali di Mediterranea si lasciano ripromettendosi di provarci. Perché, come abbondantemente dimostrato anche da altri messaggi scambiati in chat ed emersi durante l’inchiesta della Procura di Ragusa a carico del gruppo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, l’obiettivo resta sempre lo stesso: convincere le diocesi a scucire i soldi. Se ogni parrocchia mettesse un po’ di quattrini, prelevandoli dalle offerte dei fedeli, il bilancio di Mediterranea sarebbe a posto. Dunque, che cosa c’è di meglio per commuovere i donatori, ma soprattutto i vertici della Chiesa, di una lettera di chi ha perso in mare i propri figli, i propri mariti o i nipoti? Servono i nomi delle vittime, ma soprattutto sono necessarie le lettere che, nella testa di Casarini e compagni, sarebbero più efficaci di un sollecito a versare.Ovviamente non sono necessarie parole per commentare tutto ciò. Non serve aggiungere altro di fronte all’attivismo con cui un pastore di anime per giorni e giorni si è dedicato alla pesca di soldi. Non sappiamo se sia venuta prima questa o se la colletta sia successiva alla pesca di uomini. Quale che sia la tempistica, questa caccia insistente ai finanziamenti e all’appoggio delle alte gerarchie vaticane per ottenere altri soldi lascia senza parole. Soprattutto lascia increduli il cinismo di chi ogni giorno manifesta una superiorità morale, ma poi, per raggiungere il proprio scopo e convincere il Papa, è disposto a usare il dolore dei familiari delle vittime. Se si pensa che Casarini, con il suo compagno di scorribande, diceva che senza tutto ciò non avrebbe avuto il denaro per pagare l’affitto e la separazione e sarebbe dovuto andare a lavorare in un bar, c’è da chiedersi come i vertici della Chiesa siano potuti precipitare in un tale abisso.