2021-06-23
        La Chiesa limita la sterzata pro Cina per ritrovare l’intesa con l’America
    
 
La svolta dopo l'addio di Giuseppe Conte e il pressing di Mike Pompeo. A ottobre Joe Biden vedrà il Papa.Il forte posizionamento del Vaticano sul futuro del ddl Zan riflette l'opportunità di ricercare un equilibrio geopolitico riposizionando il Papato sia rispetto all'ala più conservatrice che parla americano sia rispetto a quella progressista che parla tedesco. Come sempre, quando ci si approccia alle tematiche vaticane i piani di analisi si intersecano. Toccano prospettive italiane e locali, al tempo stesso visioni transnazionali di medio termine e altre globali di lungo periodo. Le dinamiche sono quindi molto lente, anche se come insegna la fisica, quando salta il tappo si assiste a una forte accelerazione. La caduta del governo Conte e l'arrivo di quello guidato da Mario Draghi si può sicuramente sintetizzare come quel tappo che salta. E che contribuirà a riavvicinare il Vaticano agli Stati Uniti. La visita di Mike Pompeo datata ottobre 2020 ha prodotto notevoli risultati. Molto più interessanti di quanto le notizie ufficiali abbiano fatto trapelare. Sebbene la forma nei rapporti Santa Sede e Pechino sia rimasta intonsa, la sostanza ha cominciato a cambiare permettendo a chi guida la macchina vaticana di sollevare un po' il piede dall'acceleratore. «Due anni fa la Santa Sede ha raggiunto un accordo con il Partito comunista cinese nella speranza di aiutare i cattolici in Cina. Ma l'abuso del partito sui fedeli è solo peggiorato», ebbe a dire Pompeo in occasione del suo viaggio romano. «Il Vaticano metterebbe in pericolo la sua autorità morale se rinnovasse l'accordo. Il Dipartimento di Stato», ha concluso l'ex capo della Cia senza giri di parole, «è una voce forte per la libertà religiosa in Cina e nel mondo. Continueremo a farlo e a essere a fianco dei cattolici cinesi. Chiediamo al Vaticano di unirsi a noi». Tradotto, il braccio destro di Donald Trump ha fatto sapere di portare con sé tutto il sostegno della Chiesa americana. Non solo un segnale di forza, ma anche un rimando chiaro alle questioni economiche. Sono i vescovi d'Oltreoceano con le relative fondazioni a rifornire costantemente le casse dell'Obolo di San Pietro. A distanza di un anno la posizione finanziaria non è certo migliorata. Nel frattempo sono stati svelati nuovi scandali e il riposizionamento sul ddl Zan traccia anche un nuovo equilibrio. Il gruppo di vescovi più filocinese esce fortemente ridimensionato per il semplice fatto di appartenere allo stesso schema più progressista. La moral suasion di Pompeo adesso può trovare nuova linfa. Le diplomazie stanno già lavorando al futuro incontro tra il Papa e Joe Biden. Potrebbe tenersi il prossimo ottobre, a un anno esatto dalla visita di Big Mike. Il quale sulla pericolosità del fare accordi con i cinesi era stato facile profeta. Il riferimento non è tanto agli attacchi hacker subiti dal Vaticano. Quello più consistente è stato a fine luglio del 2020, quando i server sono stati bucati via Hong Kong. Ne sono poi seguiti altri meno efficaci fino al novembre dello scorso anno, quando l'attacco ai siti dei vescovi italiani è stato bloccato anzitempo. Ma soprattutto le frasi di Pompeo ci riportano a fatti più recenti. A metà maggio sono finiti in manette un vescovo, sette sacerdoti e dieci seminaristi. Inutile dire che il seminario non era riconosciuto dal governo. Ecco che quando Biden e il Papa si incontreranno l'agenda avrà due temi sottolineati di giallo. Il primo sarà il ruolo dei vescovi americani nella stabilità finanziaria del Vaticano e l'altro la ridefinizione dei rapporti con la Cina. Nessuno si attende una rottura con Pechino, ma la riscrittura dell'idea del Vaticano quale asset fondamentale per il mondo occidentale. Chi in Italia sbraita contro il potere secolare della Chiesa non comprende evidentemente l'Abc. E non comprende il ruolo stabilizzatore in intere fette del globo. Potremmo aspettarci che la nuova amministrazione di Biden - che pur perseguendo molti obiettivi già avviati durante l'era Trump si mostra molto più inclusiva - possa incentivare la proiezione cattolica di nuovo nel Sud del mondo e soprattutto in Africa. Se ad esempio torna a crescere l'impegno nel continente africano, scemerà l'idea di fare eccessivo proselitismo in Cina. Il fatto che i cinesi vadano fermati in Africa potrebbe essere un elemento parallelo e, se realizzato, un felice effetto collaterale. Se è vero che tutto si tiene, l'addio al Conte bis va celebrato come un ritorno alle relazioni atlantiche in Italia e al tempo stesso l'indebolimento della presa dei cattolici filocinesi su Palazzo Chigi. Manca ancora un elemento da definire. Il ruolo del Colle nei rapporti di qua e di là dal Tevere. Capiremo di più a ottobre, quando Biden verrà a Roma.
        Container in arrivo al Port Jersey Container Terminal di New York (Getty Images)
    
        La maxi operazione nella favela di Rio de Janeiro. Nel riquadro, Gaetano Trivelli (Ansa)
    
        Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
    
        Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
    
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico. 
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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