2025-01-15
La Cgil blocca gli aumenti nella sanità
Maurizio Landini (Imagoeconomica)
Il sindacato di Maurizio Landini e la Uil non firmano il contratto che prevede 172 euro al mese in più a 581.000 tra infermieri e personale non medico. Durissima la Cisl: «Spieghino ai lavoratori perché hanno negato soldi, arretrati, indennità e tutte le innovazioni normative».La Cgil e la Uil non firmano l’accordo sul contratto, salta così l’aumento da 172 euro al mese nelle buste paga di 581.000 infermieri, tecnici, amministrativi e personale sanitario non medico. Così per la leader del Pd, Elly Schlein, sarà da domani ancora più facile portare avanti il solito refrain che non arrivano i soldi per la sanità. Solo che a bloccarli non è il governo, ma i sindacati più vicini all’opposizione: ovvero quello di Maurizio Landini e di Pierpaolo Bombardieri.La trattativa con l’Aran, l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, si è infatti arenata perché i rappresentanti dei lavoratori si sono divisi: favorevoli all’accordo, dopo una lunga trattativa all’Aran, i sindacati Nursind, Cisl, Fials. Non hanno invece firmato il Nursing up (uno dei due sindacati autonomi degli infermieri), la Cgil e la Uil. Queste tre sigle «hanno fatto saltare il tavolo di trattativa per il rinnovo del ccnl della sanità pubblica, negando ai lavoratori e ai professionisti della sanità le conquiste ottenute in mesi di negoziato e di pressing su governo e Parlamento. È una decisione grave che tocca direttamente le tasche di chi ogni giorno garantisce il diritto alla salute dei cittadini», attacca in una nota la Cisl Fp nazionale. «Il contratto che stavamo per firmare avrebbe garantito aumenti stipendiali del 7%, pari a oltre 170 euro lordi al mese su 13 mensilità, insieme a ulteriori 90 euro annui pro capite per incrementare i fondi contrattuali. Tutte le indennità erano state rivalutate e aumentate grazie a specifici stanziamenti di legge, offrendo un concreto riconoscimento economico a chi lavora in prima linea. Inoltre, erano stati introdotti importanti strumenti per la sicurezza sul lavoro, come l’obbligo per le aziende di assumersi ogni onere di difesa legale in caso di aggressioni al personale», viene aggiunto nel comunicato. Dove si sottolinea che il contratto prevedeva anche misure significative per la qualità della vita lavorativa: il riconoscimento del buono pasto in smartworking, l’introduzione sperimentale della settimana corta, la proroga delle progressioni economiche in deroga e nuove tutele per il personale in età avanzata. «Con questa scelta, Cgil, Uil e Nursing Up, oltre a ritardare i negoziati 2025-2027, hanno tolto soldi dalle tasche delle lavoratrici, dei lavoratori e dei professionisti per puro tatticismo, in vista delle Rsu. Vadano ora in assemblea a spiegare ai lavoratori perché hanno negato gli aumenti, gli arretrati, le indennità e tutte le innovazioni normative conquistate con mesi di lavoro, giocando sulla pelle di 580mila addetti del settore», conclude la segreteria della Cisl Fp. La Cisl è il primo sindacato del comparto con circa il 25% mentre Cgil e Uil insieme rappresentano il 43% dei lavoratori del settore. Dura anche la reazione del segretario nazionale del Nursind (il più pesante, in termini di iscritti, dei due sindacati autonomi degli infermieri), Andrea Bottega, che ha commentato così la mancata firma della pre-intesa ieri all’Aran: - «Un’occasione persa, soprattutto in prospettiva. Non erano le risorse, infatti - troppo poche quelle da distribuire in questa tornata contrattuale - il punto di forza del Ccnl del comparto sanità 2022-2024, ma la possibilità di aprire subito la nuova negoziazione per il triennio 2025-2027 e, quindi, di fruire dei fondi già stanziati nella legge di Bilancio», spiega Bottega. Che poi attacca: «Per colpa del protagonismo di qualcuno a farne le spese saranno molti lavoratori, a cominciare dal personale dei pronto soccorso che attendeva ancora l’adeguamento dell’indennità con le risorse stanziate dal giugno 2023. Chi si è tirato indietro rispetto a questo atto di buon senso e responsabilità dovrà dare spiegazioni, ad esempio, alle ostetriche che avrebbero finalmente ottenuto l’equiparazione economica con gli infermieri sull’indennità di specificità. Oltre che agli infermieri, in primis ai turnisti con figli: sul piano della disciplina del rapporto di lavoro, nelle pieghe del contratto, c’era infatti uno sforzo in favore della conciliazione tra tempo professionale e privato». Secondo il segretario del Nursind, «si è deciso di gettare alle ortiche sette mesi di intenso lavoro negoziale e adesso non rimane che sperare di tornare al tavolo in tempi brevi. Per il bene del personale, ma anche per il buon funzionamento del nostro servizio sanitario nazionale». Lo schema del nuovo contratto prevedeva risorse complessive pari a 1,784 miliardi, con un aumento medio mensile di 172,37 euro per tredici mensilità, pari al 6,8% in più rispetto alle retribuzioni attuali. Le risorse includono indennità specifiche per le professioni sanitarie: 175 milioni di euro per l’indennità di pronto soccorso; 35 milioni per l’indennità di specificità infermieristica; 15 milioni per l’indennità di tutela del malato.Il margine per ulteriori negoziazioni è dunque stretto, anche considerando il fatto che non sono previsti ulteriori stanziamenti sino al 2028-2030, come stabilito dall’ultima legge di bilancio.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
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