2020-09-30
Un voto salva Conte sul virus. «Può lavorare nell’ombra»
Alla Camera, la maggioranza respinge la mozione del centrodestra che chiede di rendere pubblici gli atti del comitato scientifico sulla base dei quali vengono poi adottate misure restrittive delle libertà personali.Con un bel «vaffa» alla trasparenza che doveva essere la cifra distintiva dei 5 stelle al governo, la Camera ha bocciato la mozione presentata dall'opposizione che chiedeva la pubblicazione automatica e integrale di tutti i verbali delle riunioni del Comitato tecnico scientifico. Una richiesta semplice, motivata dal fatto che «tale pubblicità è necessaria all'esercizio dell'ordinario controllo politico-democratico da parte dei cittadini e dei loro rappresentanti»: così si legge nel testo depositato dalla presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, seguita dai capigruppo a Montecitorio dei tre partiti di centrodestra (Riccardo Molinari della Lega, Mariastella Gelmini di Forza Italia e Francesco Lollobrigida di Fdi). Seguono la bellezza di 157 firme, cioè i tre gruppi parlamentari praticamente al completo.«Questa è una questione di rispetto. Per il Parlamento e per la democrazia. Se questa non viene rispettata, allora diventa una dittatura. Una dittatura a fronte di un'emergenza sanitaria», ha detto l'onorevole Maria Teresa Bellucci (Fdi), presentando la mozione in Aula. Ma la maggioranza ha risposto di no, che non ci dev'essere automatismo tra i lavori del Comitato tecnico scientifico e la loro comunicazione al Paese. Il voto in aula parla chiaro: 241 voti contrari e 199 favorevoli oltre a 5 astensioni. Lo scrutinio dice che la mozione ha convinto quasi 40 deputati in più rispetto ai 161 sottoscrittori originari: dunque, l'esigenza di chiarezza non è sentita solo dalla minoranza in Parlamento, che in realtà è maggioranza nel Paese. La risposta è il muro di gomma, la trincea dei silenzi. Nessuno deve parlare al conducente.Il Comitato tecnico scientifico non è solo l'organismo che ha suggerito al governo gran parte delle decisioni di questi mesi. È anche quello che non ha consigliato di prendere altre scelte. Per esempio, dai verbali finora resi noti non ci sono state raccomandazioni esplicite del Comitato per disporre subito il lockdown nazionale: il governo lo decretò il 9 marzo dopo che l'epidemia era scoppiata in Veneto e Lombardia il 20 febbraio e stava già dilagando. Il 7 marzo, il Comitato aveva raccomandato «almeno» l'applicazione delle misure proposte per la Lombardia, non la chiusura totale decretata dal premier Giuseppe Conte due giorni dopo.Non è ancora chiaro se in quelle settimane si sia parlato o no di istituire la zona rossa in Val Seriana, omissione per la quale è indagato il governatore lombardo Attilio Fontana oltre che lo stesso presidente del Consiglio, benché per un «atto dovuto» come i suoi difensori d'ufficio si affrettano a precisare in ogni occasione possibile. Invece è molto chiara un'altra circostanza: il 12 febbraio il Cts ricevette uno studio dettagliato di un matematico, Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler, che anticipava con singolare preveggenza quello che sarebbe accaduto di lì a pochi giorni: un milione di persone contagiate, oltre 35.000 morti, un fabbisogno di letti di terapia intensiva pari almeno a 60.000. Un documento del quale non si fa menzione in nessuno dei verbali del Comitato finora pubblicati: come mai?È chiaro come il sole che la totale trasparenza sull'azione del Cts è un elemento chiave per valutare il comportamento del governo nell'affrontare l'emergenza sanitaria. Eppure, dalla maggioranza ci si ostina a contrapporre la linea d'ombra. «Il governo ha già scelto, lo scorso 4 settembre, di pubblicare i verbali del Cts decorsi 45 giorni di tempo dalla data della relativa riunione», ha detto alla Camera la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Simona Malpezzi, nel corso della discussione sulla mozione. Quindi niente comunicazioni immediate al Paese. Peraltro, questi verbali sono pieni di omissis: niente generalità dei soggetti privati, delle società, dei prodotti sanitari; niente allegati né documenti di valutazione del Cts.L'opacità non è una novità circa le sedute del Comitato coordinato da Agostino Miozzo. Coloro che volevano aprire il Parlamento «come una scatoletta di tonno» per trasformarlo in una «casa di vetro» si erano già opposti alla prima richiesta di fare luce sull'operato dell'organismo su cui si sono basati i ripetuti dpcm emessi durante il periodo di isolamento. Questa istanza non era venuta dalla politica ma da un'autorità scientifica. Era stata infatti la Fondazione Luigi Einaudi a chiedere l'accesso agli atti del Cts, e il governo vi si era opposto. E quando il Tar del Lazio ha accolto il ricorso della Fondazione, il governo si è opposto una seconda volta schierando l'Avvocatura dello Stato. Soltanto dopo le polemiche sollevate dall'ostinazione di Conte e dei suoi ministri, Palazzo Chigi ha deciso di inviare i verbali alla Fondazione, che successivamente li ha pubblicati sul suo sito Internet. Ma nemmeno questa è stata un'operazione di trasparenza completa, perché il governo ha spedito soltanto alcuni verbali, quelli richiesti. Quali segreti custodirà mai il Cts per impegnare l'esecutivo in un insabbiamento così ostinato?
L'amministratore delegato e direttore generale di Gruppo FS Stefano Antonio Donnarumma premiato a Washington
L’amministratore delegato del Gruppo FS Italiane ha ricevuto il Premio Dea Roma della National Italian American Foundation per il contributo alla modernizzazione delle infrastrutture di trasporto e alla crescita sostenibile del Paese.
La NIAF (National Italian American Foundation) ha conferito a Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo FS Italiane, il Premio NIAF Dea Roma come leader nell’eccellenza ingegneristica per la crescita nazionale e l’infrastruttura sostenibile.
La cerimonia si è svolta sabato 18 ottobre 2025 durante il Gala del 50° Anniversario della NIAF, all’Hotel Washington Hilton di Washington D.C. negli Stati Uniti d’America. Il riconoscimento è stato assegnato per evidenziare il ruolo cruciale svolto da Donnarumma nella trasformazione e modernizzazione delle infrastrutture di trasporto italiane, con un forte impegno verso la sostenibilità e l’innovazione.
«È un vero onore ricevere questo premio che ho il piacere di dedicare a tutti gli italiani che creano valore sia nel nostro Paese che all’estero e diffondono principi volti a generare competenze specifiche nell’ambito dell’ingegneria, della tecnologia e dell’innovazione. Nel Gruppo FS Italiane abbiamo avviato quest’anno un Piano Strategico da 100 miliardi di euro di investimenti che rappresenta un motore fondamentale per la crescita e lo sviluppo del Paese». ha dichiarato Stefano Antonio Donnarumma.
Sotto la guida di Donnarumma, il Gruppo FS sta promuovendo importanti progressi nello sviluppo di linee ferroviarie ad Alta Velocità e nelle soluzioni di mobilità sostenibile, contribuendo a collegare le comunità italiane e a supportare gli obiettivi ambientali nazionali. Il Piano Strategico 2025-2029 include diversi interventi per migliorare la qualità del servizio ferroviario, costruire nuove linee ad alta velocità e dotare la rete del sistema ERTMS per garantire maggiore unione fra le diversi reti ferroviarie europee. Più di 60 miliardi è il valore degli investimenti destinati all'infrastruttura ferroviaria, con l'obiettivo di diventare leader nella mobilità e migliorare l’esperienza di viaggio. Questo comprende l’attivazione di nuove linee ad alta velocità per collegare aree non ancora servite, con l'obiettivo di aumentare del 30% le persone raggiunte dal sistema Alta Velocità. Sul fronte della sostenibilità, inoltre, il Gruppo FS - primo consumatore di energia elettrica del Paese con circa il 2% della domanda nazionale – si pone l’obiettivo di decarbonizzare i consumi energetici attraverso la produzione da fonti rinnovabili e l’installazione di oltre 1 GW di capacità rinnovabile entro il 2029, pari al 19% di tutti i consumi del Gruppo FS, e di circa 2 GW entro il 2034. Fondamentale è anche il presidio internazionale, con una previsione di crescita del volume passeggeri pari al 40%.
Il Gruppo FS ha infatti inserito lo sviluppo internazionale tra le sue priorità, destinando una quota significativa degli investimenti al rafforzamento della propria presenza oltre confine. L’obiettivo è consolidare il posizionamento del Gruppo in Europa, ormai percepita come un’estensione naturale del mercato domestico, e promuovere una rete ferroviaria sempre più integrata e in linea con i principi della mobilità sostenibile.
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