2021-08-11
La beffa a chi s’è vaccinato all’estero: quattro dosi per poter stare in Italia
(Alexander Demianchuk\TASS via Getty Images)
Gli immunizzati con i preparati russi e cinesi, non approvati dall'Ema, non possono avere il pass. Devono ripetere il ciclo, malgrado gli anticorpi alti, o fare tamponi. Una tegola pure per il turismo: è raffica di disdette.Non sono solo gli italiani residenti nel Belpaese a scontare l'irrazionalità del certificato verde. Molto problematiche concrete riguardanti il green pass si abbattono anche sui vaccinati con farmaci che non hanno ottenuto il riconoscimento dall'Ema, Agenzia europea per i medicinali, in particolare per il russo Sputnik V e il cinese CoronaVac. «Non sembra un grande problema» penseranno molti «in Italia abbiamo Pfizer, Moderna, Johnson & Jonson e Astrazeneca, non c'è mai stata la possibilità di iniettarsi il siero russo o quello cinese». Purtroppo, non è esattamente così. Ci sono italiani che si sono vaccinati in stati esteri e che senza un tampone negativo ogni 48 ore, non possono ottenere il lasciapassare verde; di conseguenza, non potrebbero avere accesso a eventi sportivi, fiere, congressi, musei, cinema, concerti, concorsi pubblici, piscine, palestre, bar e ristoranti al chiuso… Per non campare in aria un ragionamento astratto, basta leggere la testimonianza di un nostro lettore che, da diversi anni, alterna la sua residenza in Italia a prolungati periodi di vacanza a Djerba, in Tunisia. Proprio lì, i turisti potevano candidarsi per essere vaccinati, perciò non volendo tornare in Italia per il vaccino interrompendo la sua vacanza, ha deciso di farsi inoculare due dosi di CoronaVac a Djerba, nel mese di aprile. Gli è stata rilasciata tutta la documentazione del caso e dopo la vacanza è tornato in Italia. Tuttavia, problema per il lettore si pone ora, visto che il green pass è diventato obbligatorio e non ha la possibilità di ottenerlo grazie al vaccino, non essendo CoronaVac autorizzato dall'Ema. Il lettore comincia a scrivere mail in lungo e in largo per venire a capo di questa situazione paradossale in cui è capitato, fino alla tanto attesa risposta del direttore sanitario dell'Asl di competenza. Gli viene proposto di fare domanda per ottenere la somministrazione di due dosi Pfizer, cosicché anche lui possa usufruire dei privilegi della carta verde, nonostante abbia già gli anticorpi. Ora il lettore ha quindi quattro dosi di vaccino in corpo, ma ha finalmente ottenuto il qr code. Stessa cosa è successa a Walter Zenga che, vivendo a Dubai con la famiglia ha deciso di vaccinarsi lì, con il siero cinese. Per interessi personali e lavorativi, torna spesso in Italia e per ottenere il lasciapassare ha deciso di sottoporsi anche a due punture di Pfizer. «C'è chi non si vaccina, chi fa il richiamo e chi come me decide di fare dopo due dosi di Sinopharm anche una terza e quarta dose di Pfizer. Perché? Per avere il green pass e poter stare in Italia a seguire il mio amato calcio» scrive sui social. Sembrerebbero due fatti di cronaca isolati e quanto meno particolari, ma tutti gli italiani che, lavorando all'estero, si sono vaccinati con farmaci non autorizzati dall'Ema, dovranno subire la stessa sorte.Anche la situazione di San Marino è emblematica sulle problematiche del green pass. I cittadini, infatti, vaccinati con Sputnik V, non potrebbero salire su un mezzo pubblico in Italia o andare a Riccione a bere uno spritz al tavolo. Il governo italiano in questo caso, prendendo accordi con quello sammarinese, ha diramato un protocollo speciale che prevede che «ai soggetti in possesso di certificato di vaccinazione anti Sars-CoV-2 rilasciato dalle autorità sanitarie di San Marino, non oltre il 15 ottobre, non si applicano le disposizioni di legge» relative al green pass, in attesa dell'adozione di una circolare del ministero della Salute che definisce «modalità di vaccinazione in coerenza con le indicazioni dell'Agenzia europea per i medicinali».Il problema non si pone solamente per sammarinesi o italiani vaccinati all'estero, è molto più ampio. Il settore del turismo, già duramente vessato dalla pandemia, quest'estate subirà l'ulteriore beffa del green pass. I turisti stranieri, vaccinati con farmaci non approvati dall'Ema, dovrebbero passare tutta la loro permanenza nel Belpaese a fare tamponi in farmacia. Proposta decisamente poco allettante. Perderemo quindi i turisti russi, spesso facoltosi e amanti del lusso, negli ultimi anni fetta fondamentale del turismo, innamorati delle coste del Sud e dei laghi del Nord; gli sceicchi arabi vaccinati con CoronaVac e naturalmente la maggior parte dei turisti asiatici. A conferma di tutto ciò, un tour operator sardo ci ha spiegato come il problema sia molto presente, facendoci l'esempio di un aereo proveniente dall'Ucraina e diretto verso la Sardegna, a cui tutti i passeggeri stanno rinunciando per l'impossibilità di presentare il lasciapassare.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)