2023-06-01
Gustav Klimt e l'arte italiana: un'altra grande mostra al MART di Rovereto
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Prorogata sino al 27 agosto per il grande successo di pubblico, la mostra si interroga sull’influenza che Gustav Klimt ebbe sull’arte italiana di inizio Novecento. Fulcro dell’esposizione Giuditta II e Le tre età della donna, due tele iconiche del padre della secessione viennese, attorno alle quali si snoda un percorso espositivo di oltre 200 opere, con capolavori dei grandi maestri del secolo scorso, da Felice Casorati ad Adolfo Wildt, passando per Vittorio Zecchin e Luigi Bonazza.Due figure femminili, verticali, su fondo di lamine d'oro. Una è anziana e raggrinzita, l’altra, giovane e delicata, tiene in braccio una bimba addormentata e paffuta. La simbologia è chiara, rappresentano la maternità, l’ infanzia e la vecchiaia, Le tre età della donna, che è poi il titolo dell’opera. L’autore è Gustav Klimt (1862-1918), e questa è una delle sue tele più famose. Famosa come Giuditta II (nota anche come Giuditta/Salomè), l’eroina biblica raffigurata nell’atto di estrarre la testa mozzata di Oloferne (generale del re assiro Nabucodonosor) dalla bisaccia. Anche Giuditta è una figura verticale, moderna e sensuale, le labbra socchiuse e il seno scoperto, le vesti ricche di geometri e arabeschi. Ai lati due fasce dorate. «L’oro di Klimt», cascata di luce preziosa preso in prestito dai mosaici bizantini e trasformato nel tratto distintivo di un artista che ha segnato un’epoca, pietra miliare della storia dell’arte universale. Ed è da questi due capolavori « italiani» di Gustav Klimt ( italiani perché acquistati l’uno – Giuditta II - dal comune di Venezia nel 1910 e l’altro - Le tre età della donna – dal Ministero dell’Istruzione di Roma nel 1911), testimoni del passaggio e dell’eredità culturale dell’artista austriaco nel nostro Paese, che prende avvio l’interessante e ricca mostra allestita al MART di Rovereto, nata da un’idea di Vittorio Sgarbi e curata da Beatrice Avanzi, critica ed esperta di arte italiana del XIX e XX secolo, che nel saggio che accompagna l’esposizione definisce le opere del padre della secessione viennese « preziosi mosaici dipinti, risplendenti nella ricchezza di sfondi dove frammenti d’oro, volute, motivi vegetali, elementi decorativi simili a murrine o pietre preziose convivono con figure di crudo naturalismo, ormai prossimo all’espressionismo, senza contraddizioni perché vive in un tempo eterno». […]Il percorso espositivoProfondamente affascinato dal nostro Bel Paese, Klimt visitò più volte l' Italia - Venezia e Ravenna le sue città preferite – influenzando con il suo stile personalissimo e innovativo un’intera generazione di artisti, che tra gli anni Dieci e Venti del secolo scorso finirono per rinnovare profondamente il proprio linguaggio. Attivi soprattutto in Veneto e in Trentino, zone di più diretta influenza austriaca e mitteleuropea, questi grandi nomi della pittura e della scultura italiana di inizio novecento rielaborano l’influsso klimtiano in maniera autonoma e originale, mescolando alle caratteristiche artistiche locali quel nuovo modo di decorare, tracciare linee e usare il colore: di questi artisti , ben 40 sono presenti in mostra. In un percorso espositivo che raccoglie circa 200 opere - tutte provenienti da importanti collezioni pubbliche e private - si spazia da Vittorio Zecchin , il cosiddetto «Klimt italiano», ai giovani «dissidenti» di Ca’Pesaro (Felice Casorati innanzitutto), passando per Galileo Chini (bellissima la sua La primavera classica, datata 1914), il triestino Vito Timmel e i trentini Luigi Bonazza, Luigi Ratini e Benvenuto Disertori (artisti che, per prossimità geografica e culturale, furono particolarmente vicini al clima delle Secessioni). Menzione a parte merita lo scultore di origine svizzera (ma nato a Milano) Adolfo Wildt (188-1931), definito dai critici il Klimt della scultura: « … con quelle applicazioni di stelle, di croci dorate ... si potrebbe dire che Wildt è un po’ il Klimt della scultura e i disegni, con la loro esilità e astrazione lineare, danno il punto di inserzione per giustificare questo ravvicinamento», scrisse Antonio Maraini nel 1922, recensendo le opere di Adolfo Wildt alla Biennale di Venezia. Una mostra dallo spunto particolarmente originale, che fa luce su quanto l'imprinting del maestro austriaco e della Wiener Secession, la Secessione Viennese (quella nuova espressione artistica di inizio ‘900 che, in netta contrapposizione con la tradizione accademica, mirava ad un concetto di opera d’arte totale, unione di architettura, scultura, pittura e design ), abbia influenzato buona parte dell’arte italiana. E viceversa…
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.