2021-12-02
La Juve trema non solo per le plusvalenze
Pavel Nedved e Andrea Agnelli (Getty Images)
La Procura di Torino vuole analizzare a fondo i bilanci della società. Nel mirino sembrano esserci fatture, stipendi e pagamenti. Marco Re e Stefano Bertola, due degli indagati, ieri si sono avvalsi della possibilità di non rispondere all’interrogatorio. Stessa linea seguita dai big?Nel mirino sembrano non esserci solo le plusvalenze, ma anche fatture, stipendi e pagamenti. E mentre una raffica di convocazioni di indagati e testimoni, non tutti disposti a parlare con i magistrati, sta mettendo in subbuglio la Juventus football club spa, la Procura di Torino vuole analizzare fino in fondo i bilanci. E per scandagliare ogni meandro darà incarico a un consulente di verificare voce per voce gli ultimi tre bilanci della Vecchia signora. L’inchiesta va avanti con una certa velocità. E con un colpo a sorpresa dietro l’altro. Come la convocazione degli ex responsabili finanziari Stefano Bertola (tra i perquisiti) e Marco Re (che risulta indagato). Hanno scelto di non presentarsi davanti ai magistrati. «Si tratta di questioni molto complesse e prettamente tecniche», ha spiegato il loro difensore, l’avvocato Luigi Chiappero, aggiungendo che «per rispondere sarebbe necessario avere le carte dell’inchiesta da visionare per conoscere il contenuto delle contestazioni». Probabilmente la stessa linea verrà seguita dai vertici societari Agnelli e Nedved. Ma già oggi la Procura potrebbe disporre la convocazione di un altro manager bianconero in qualità di testimone. L’avvocato Claudio Gabasio, però, fanno trapelare dalla società, non potrà essere sentito come persona informata sui fatti perché La Juve, che nel procedimento è indagata come persona giuridica, lo ha indicato da tempo come procuratore e legale rappresentante nell’ambito della chiamata in responsabilità. Stando al Corriere dello Sport dovrebbe essere stato lui, in una intercettazione, ad aver parlato di «quella famosa carta che non dovrebbe esistere teoricamente», riferendosi, stando alla ricostruzione dei pm, agli stipendi pregressi di Cristiano Ronaldo.Le convocazioni vanno a sommarsi a quella del direttore sportivo Federico Cherubini (interrogato per quasi dieci ore), dell’amministratore delegato Maurizio Arrivabene (in Procura per circa tre ore) e di Paolo Morganti, head of football operations, in qualità di persona informata dei fatti. In passato Morganti è stato responsabile del settore giovanile. Ha risposto alle domande dei pm per un paio d’ore. Ma gli investigatori sembrano ritenere che le dichiarazioni dei tre debbano essere approfondite. E, soprattutto, confrontate con le intercettazioni registrate tra luglio e ottobre 2021 e ancora non depositate (potrebbero però finire al Tribunale del Riesame qualora gli indagati decidessero di impugnare i sequestri effettuati qualche giorno fa). In quel periodo i sogni del team juventino di «raggiungere il Real», come sarebbe emerso da un messaggio trovato in uno dei telefoni sequestrati, si erano già infranti. E nelle trascrizioni delle telefonate pare vengano tirate in ballo le squadre con le quali la Juventus avrebbe messo a segno i movimenti di mercato sospetti. Dalla documentazione in possesso dei magistrati emergerebbe, infatti, un «sistema malato» che potrebbe presto coinvolgere altri club di Serie A. Sulla gestione economica del team di Andrea Agnelli (indagato insieme al vice presidente Pavel Nedved, all’ex chief football officer, ora al Tottenham, Fabio Paratici, al dirigente con responsabilità strategica Marco Re, e ai due chief financial officer Stefano Bertola e Stefano Cerrato) e sulla documentazione sequestrata dalla Guardia di finanza, intanto, dovrà mettere le mani, con molta probabilità, il commercialista Enrico Stasi, che già nel 2006 analizzò i conti juventini ai tempi di Luciano Moggi (direttore generale) e Antonio Giraudo (amministratore delegato). Nel pool di magistrati che lavorava all’inchiesta c’era il pm Marco Gianoglio che oggi, da procuratore aggiunto, coordina la nuova indagine. E avrebbe deciso di rimettere in campo Stasi. Che dovrà comparare le relazioni ufficiali della società con la documentazione sequestrata. Sui prezzi dei calciatori, però, la Procura al momento sembra non aver affidato al consulente alcun quesito. L’orientamento è quello di vagliare la corretta collocazione delle poste di bilancio e di occuparsi delle eventuali rettifiche. Non saranno quindi presi in esame i criteri con cui gli addetti ai lavori stabiliscono il valore degli atleti nell’ambito delle operazioni di compravendita o di scambio. Il meccanismo delle plusvalenze sarebbe stato usato come «correttivo dei rischi assunti in tema di investimenti e dei costi connessi ad acquisti e stipendi scriteriati». «Proprio gli investimenti», scrivono infatti i pm, «oltre le previsioni del budget e gli ammortamenti» sarebbero stati tra le cause dello squilibrio economico e finanziario. Tant'è che in una intercettazione gli investigatori hanno sentito un manager definire la Juve «una macchina ingolfata». Per ora si procede per «false comunicazioni di società quotate» (ieri il titolo a Piazza Affari ha interrotto la serie negativa dei giorni scorsi avanzando dello 0,5 per cento a 0,43 euro) ed «emissione di fatture per operazioni inesistenti». Ma gli investigatori stanno verificando anche i pagamenti degli ultimi tre anni ad agenti e intermediari. E l’indagine potrebbe presto allargarsi.
Giornata cruciale per le relazioni economiche tra Italia e Arabia Saudita. Nel quadro del Forum Imprenditoriale Italia–Arabia Saudita, che oggi riunisce a Riyad istituzioni e imprese dei due Paesi, Cassa depositi e prestiti (Cdp), Simest e la Camera di commercio italo-araba (Jiacc) hanno firmato un Memorandum of Understanding volto a rafforzare la cooperazione industriale e commerciale con il mondo arabo. Contestualmente, Simest ha inaugurato la sua nuova antenna nella capitale saudita, alla presenza del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
L’accordo tra Cdp, Simest e Jiacc – sottoscritto alla presenza di Tajani e del ministro degli Investimenti saudita Khalid A. Al Falih – punta a costruire un canale stabile di collaborazione tra imprese italiane e aziende dei Paesi arabi, con particolare attenzione alle opportunità offerte dal mercato saudita. L’obiettivo è facilitare l’accesso delle aziende italiane ai mega-programmi legati alla Vision 2030 e promuovere partnership industriali e commerciali ad alto valore aggiunto.
Il Memorandum prevede iniziative congiunte in quattro aree chiave: business matching, attività di informazione e orientamento ai mercati arabi, eventi e missioni dedicate, e supporto ai processi di internazionalizzazione. «Questo accordo consolida l’impegno di Simest nel supportare l’espansione delle Pmi italiane in un’area strategica e in forte crescita», ha commentato il presidente di Simest, Vittorio De Pedys, sottolineando come la collaborazione con Cdp e Jiacc permetterà di offrire accompagnamento, informazione e strumenti finanziari mirati.
Parallelamente, sempre a Riyad, si è svolta la cerimonia di apertura del nuovo presidio SIMEST, inaugurato dal ministro Tajani insieme al presidente De Pedys e all’amministratore delegato Regina Corradini D’Arienzo. L’antenna nasce per fornire assistenza diretta alle imprese italiane impegnate nei percorsi di ingresso e consolidamento in uno dei mercati più dinamici al mondo, in un Medio Oriente considerato sempre più strategico per la crescita internazionale dell’Italia.
L’Arabia Saudita, al centro di una fase di profonda trasformazione economica, ospita già numerose aziende italiane attive in settori quali infrastrutture, automotive, trasporti sostenibili, edilizia, farmaceutico-medicale, alta tecnologia, agritech, cultura e sport. «L’apertura dell’antenna di Riyad rappresenta un passo decisivo nel rafforzamento della nostra presenza a fianco delle imprese italiane, con un’attenzione particolare alle Pmi», ha dichiarato Corradini D’Arienzo. Un presidio che, ha aggiunto, opererà in stretto coordinamento con la Farnesina, Cdp, Sace, Ice, la Camera di Commercio, Confindustria e l’Ambasciata italiana, con l’obiettivo di facilitare investimenti e cogliere le opportunità offerte dall’economia saudita, anche in settori in cui la filiera italiana sta affrontando difficoltà, come la moda.
Le due iniziative – il Memorandum e l’apertura dell’antenna – rafforzano dunque la presenza del Sistema Italia in una delle aree più strategiche del panorama globale, con l’ambizione di trasformare le opportunità della Vision 2030 in collaborazioni concrete per le imprese italiane.
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«Sono molto soddisfatta dell’approvazione all’unanimità in Parlamento del disegno di legge del governo che introduce il reato di femminicidio. È un segnale importante di coesione della politica contro la barbarie della violenza sulle donne. Aggiungiamo uno strumento in più a quelli che avevamo già previsto».
Lo afferma in un video il premier Giorgia Meloni, commentando il via libera definitivo alla Camera del ddl sui femminicidi.
Il presidente del Consiglio ricorda poi gli altri interventi, che vanno dal «rafforzamento del Codice Rosso» al raddoppio delle risorse «per i centri antiviolenza e per le case rifugio».
«Sono passi concreti che ovviamente non bastano, ma dobbiamo continuare a fare ogni giorno di più per difendere la libertà e la dignità di ogni donna».