2020-10-05
Juve-Napoli a tavolino per il Covid. Ma la vera sconfitta è per il governo
Roberto Speranza e Vincenzo Spadafora: «Non si può giocare». La Serie A: «Invece sì, c'è il protocollo».Tra i dirigenti partenopei raccontano che quando al presidente del Napoli hanno comunicato che era intervenuto il ministro della Salute Roberto Speranza, ultrà romanista peraltro, Aurelio De Laurentiis si sarebbe lasciato andare a qualche scongiuro scaramantico made in Napoli. Poi gli hanno detto che anche per il ministro la partita non era da giocare e, a quel punto, patron e management hanno provato a tirare un sospiro di sollievo. Anche se troppo presto. Da più parti sul web la comunicazione che i calciatori del club dell'asinello non sarebbero partiti da Napoli causa contagi Covid, come da segnalazione dell'Asl Napoli 2 Nord, è stata letta come un escamotage per evitare l'incontro con una rosa azzoppata (non solo a causa Covid) proprio nel match con la Vecchia signora. Poi è intervenuto il governo (ieri sera c'è stato anche un vertice suoi nuovi Dpcm) a gamba tesa, col ministro della Salute: «Mi pare che sia già deciso, Juve-Napoli non si giocherà, è già una notizia consolidata. Le cose importanti in questo momento sono altre, il lavoro degli ospedali e dei sanitari e l'attenzione alle nostre scuole, che sono un punto fondamentale di ripartenza del Paese. Un po' meno calcio e un po' più scuola, se è possibile». Ma il verdetto della Lega Serie A è diametralmente opposto al pensiero del ministro: la partita va giocata giocata. «La nota della Asl campana si è limitata a notificare il provvedimento di isolamento nei confronti dei contatti del giocatore Piotr Zielinski. Nel caso di specie, invece, si applica il protocollo Figc concordato con il Cts e integrato dalla circolare del ministero della Salute lo scorso 18 giugno». Si va verso il 3-0 a tavolino per la Juve, cui il Napoli potrà solo opporre una impugnazione in sede di giustizia ordinaria. La norma a carattere speciale, concordata mesi fa proprio con il ministero di Speranza, pare applicabile alla situazione del Napoli, che si trova con due calciatori positivi (che dovranno rispettare la quarantena). Cosa accaduta già per Torino-Atalanta, Milan-Crotone, Genoa-Napoli. E ieri anche per Atalanta-Cagliari. Il protocollo prevede la disputa delle partite pur in caso di positività, schierando i calciatori negativi. De Laurentiis ha continuato a pressare: «Non potevamo partire, la Asl ha preso in considerazione la possibilità della deroga prevista dal protocollo, ma non ci ha dato il via libera». E ha insistito per il rinvio. Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, pur contraddicendo Speranza, ha caricato contro la Lega: «La vicenda Juventus-Napoli ci impone un richiamo alla prudenza di cui il Paese ha bisogno in un momento delicato ed incerto. Spetta ora agli organismi sportivi decidere». Il protocollo, insomma, i ministri sembrano esserselo rimangiato. E Matteo Salvini li rintuzza: «Il ministro della Salute, litigando col ministro dello Sport, dice che Juve-Napoli non si gioca e che la scuola è più importante del calcio. Giusto. A questi signori qualcuno può ricordare che stanno governando insieme al fantasma Azzolina, grazie a cui migliaia di studenti non vanno ancora a scuola perché mancano insegnanti, collaboratori scolastici, aule e banchi? Se anche nel calcio esistono delle regole che prevedono che si giochi, tutti le devono rispettare». Intanto ieri i contagi sono stati 2.578, a fronte di 92.714 tamponi (entrambi i dati in calo rispetto al giorno precedente). Sei in più i ricoveri in terapia intensiva, 18 i decessi nelle ultime 24 ore.
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)
Francesca Albanese (Ansa)