2019-03-20
Italo attacca il gestore delle rotaie: ci tiene fermi 10 treni
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È andato ieri in scena, davanti alla commissione Lavori Pubblici del Senato, lo scontro tra Italo e Rfi (Rete ferroviaria italiana), il gestore dell’infrastruttura ferroviaria del gruppo Fs, sulla rete dei treni ad alta velocità. L’operatore ferroviario privato, che dal 2012 fa viaggiare i propri convogli ad alta velocità sui binari gestiti da Rfi, accanto a quelli dell’ex monopolista Fs, ha accusato Rfi di aver «inopinatamente e all’ultimo minuto negato l'incremento di capacità richiesto da Italo da circa un anno» e, a quanto si è appreso, sarebbe pronta ad avviare azioni legali nei confronti del gestore per ottenere il risarcimento dei danni subiti.«Ci vediamo costretti a evidenziare che Rfi non sempre agisce secondo principi di terzietà e indipendenza», ha dichiarato l’amministratore delegato di Italo-Ntv Gianbattista La Rocca davanti ai parlamentari della commissione, spiegando che, a causa delle scelte del gestore dell’infrastruttura «Italo non solo non riesce ad estendere il proprio network e a dar seguito agli ingenti investimenti messi in campo per accrescere la quantità e qualità del servizio Av, ma addirittura rischia di essere esclusa dal mercato». Sotto accusa c’è la decisione di Rfi di negare a Italo l’aumento di capacità, nonostante, come ha sottolineato La Rocca, l’infrastruttura non sia satura e nonostante fosse stata individuata una soluzione condivisa. Il no di Rfi, ha denunciato l’ad, mette ora Italo-Ntv «nell’impossibilità di richiedere gli slot per l’anno prossimo e di far circolare 10 treni già acquistati». Una posizione che ovviamente Rfi ha contestato, affermando che «le proprie scelte operative sono sempre improntate a valori di terzietà verso tutte le imprese ferroviarie». Il gestore ha fatto sapere di aver inviato nelle scorse settimane «a Trenitalia e Italo-Ntv, nel pieno rispetto dei principi di equità e non discriminazione, alcune proposte per i nuovi orari, contenenti tra l’altro misure per ridurre le interferenze di circolazione e migliorare così gli indici di puntualità, incrementando al contempo la capacità a disposizione delle imprese». E inoltre, ha aggiunto Rfi, «proprio per una questione di terzietà e per non creare evidenti situazioni di disparità, oltre che per rendere compatibili le richieste di capacità dei due operatori dal punto di vista tecnico, aveva specificato che tali misure potevano essere adottate solo se entrambe le imprese operanti sul sistema Av fossero state d’accordo». E invece, secondo il gestore, nonostante le misure proposte «siano state oggetto di interlocuzioni continue con Trenitalia e Italo-Ntv», non è stata trovata «una sintesi con uno dei due operatori, che ha deciso di non accettarle». Motivo per cui «Rfi non ha potuto dare seguito alle soluzioni proposte in modo unilaterale».In ogni caso Italo ha deciso di inviare una segnalazione all’Autorità di regolazione dei trasporti. «L’ingresso di Italo nel mercato ferroviario ha indubbiamente portato benefici per tutti, per il gestore dell’infrastruttura a cui paghiamo il canone di accesso, ai lavoratori di Italo e ai viaggiatori che hanno visto duplicare l’offerta, aumentare la qualità dei servizi e dimezzare i prezzi. Quindi - ha aggiunto La Rocca - se ora veramente ci venisse negato di crescere ulteriormente, a rimetterci saranno tutti gli attori coinvolti, il mondo del lavoro, i fornitori, ma soprattutto i viaggiatori che non avranno la possibilità di scegliere il miglior offerente all’interno del mercato libero». E sulla vicenda è intervenuto anche il Codacons, che ha presentato un esposto all’Antitrust «per accertare eventuali comportamenti di Rfi in violazione delle normative vigenti» sulla concorrenza.
(Ansa)
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