
Gli azzurri soffrono, ma lo 0-0 di Leverkusen contro l’Ucraina vale il pass per il prossimo torneo continentale. Il ct Luciano Spalletti: «Non era facile, ma noi oggi siamo stati bravi e adesso viene il bello».In Germania per tornare in Germania. L’Ucraina era l’ultimo ostacolo degli azzurri sulla strada che porta dritta dritta a Euro 2024, in programma il prossimo giugno proprio in terra tedesca. Alla BayArena di Leverkusen, campo neutro considerata l’impossibilità di giocare a Kiev a causa del conflitto con la Russia, l’Italia pareggia 0-0 e stacca il pass per il prossimo torneo continentale, regalandosi così l’opportunità di difendere il titolo conquistato due anni fa a Wembley.Agli azzurri, appaiati al secondo posto del gruppo C con l’Ucraina, bastava infatti un punto per qualificarsi, in virtù dello scontro diretto vinto nella partita di andata. A giudicare da come i giocatori di Luciano Spalletti hanno interpretato la gara nel primo tempo, però, l’impressione è che l’Italia non è arrivata in Germania per speculare sul doppio risultato. Anzi. I primi 45 minuti, eccetto un paratona di Donnarumma su Tsygankov al 14’, sono stati tutti di marca azzurra. Al 7’ Chiesa ha sciupato un’ottima occasione calciando alto a pochi passi dalla porta un pallone messo al centro da Zaniolo. Al quarto d’ora ci ha provato Barella dalla distanza, ma Trubin è stato attento e si è salvato in corner. L’Italia ha poi sfiorato il vantaggio di nuovo al 28’ con Di Lorenzo, il cui colpo di testa sugli sviluppi di un angolo ha mancato di poco il bersaglio. La palla gol più ghiotta di tutta la partita è quella del 29’, quando Chiesa con una super giocata in mezzo al campo ha tagliato in due la difesa ucraina e ha imbucato per Frattesi, sempre bravo a inserirsi, ma il centrocampista dell’Inter si è visto respingere il tiro da Trubin.Alla ripresa Spalletti ha mandato in campo Scamacca per Raspadori, optando per il centravanti di peso che possa dare maggiore peso in area di rigore, in virtù dei tanti palloni messi al centro durante il primo tempo, ma poco sfruttati. Le cose però non sono migliorate. L’attaccante dell’Atalanta è finito stretto nella morsa dei due centrali difensivi ucraini e i palloni finiti dalle sue parti sono stati davvero pochi. La prima vera occasione nel secondo tempo è stata al 58’ e ha portato la firma di Chiesa: il giocatore della Juventus si è prodotto nel suo marchio di fabbrica, punta l’uomo in velocità, rientra sul destro e prova il tiro sul palo lontano, ma è mancato di precisione. Da qui l’Italia è calata nella produzione offensiva e ha dovuto pensare più a controllare le retrovie, concedendosi qualche sofferenza di troppo. Al 65’ è servito ancora un intervento super di Donnarumma su Mudryk per evitare quello che sarebbe stato il gol del vantaggio ucraino. A venti minuti dalla fine Spalletti ha rimescolato di nuovo le carte, sostituendo Jorginho e Zaniolo rispettivamente con Cristante e Politano. All’80’, dopo l’ennesima sgroppata sulla fascia sinistra, è finita tra gli applausi la partita di Chiesa, sostituito da Kean. Gli ultimi 10 minuti sono stati di gestione mista a paura, paura di subire quel gol che ci avrebbe condannato, ancora una volta, all'incubo spareggi. Invece, eccetto un rigore reclamato dall’Ucraina per una trattenuta in area, non è accaduto più nulla e dopo gli ultimi, sofferti, cinque minuti di recupero, grazie allo 0-0 l’Italia ha staccato il pass per Euro 2024.
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






