2021-06-19
Il Dragone ha diviso l’Occidente ma ora sta rischiando di implodere
Includere la Cina nel sistema globale, senza condizioni, è stato un errore. Quando gli Usa hanno provato a isolarla era tardi e la risposta è stata la Via della seta. Le contraddizioni interne però sono esplosive.L'emergere della Cina con regime autoritario come potere globale presenta due pericoli: imposizione di standard del mercato globale divergenti dal «criterio democratico» e implosione del regime stesso per conflitto interno [...] con conseguenze globalmente devastanti. È stato un errore [...] includere la Cina nell'interdipendenza globale senza prima condizionarne il modello interno. Ora bisogna correggerlo, missione non facile.[...] Il collegio di élite cinesi guidato da Deng Xiaoping comprese nel 1978, forse prima, che il Partito comunista avrebbe avuto un destino di dissoluzione se non fosse riuscito a diffondere socialmente ricchezza, constatando che l'economia dirigista non sarebbe riuscita a farlo. A questo rischio si aggiungeva quello di una presenza statunitense nel Pacifico che avrebbe colto l'opportunità della debolezza del regime per soppiantarlo con un altro convergente con l'America stessa. Pertanto impostò una strategia di nuova Lunga marcia con lo scopo di modificare in senso «sviluppista» il modello interno, per poi usare la ricchezza sia per il consolidamento della coesione nazionale sia per espellere il potere statunitense dal Pacifico, e non solo. Tale strategia implicava un periodo di buone relazioni con l'America [...]. La tattica fu quella di creare incentivi privilegiati alle aziende statunitensi [...]. Il Partito comunista dovette risolvere molti problemi. Dopo il primo sviluppo negli anni Ottanta si erano formate diverse fazioni in conflitto tra loro per i soldi. I moti di Tienanmen nel 1989 furono dovuti al fatto che queste fazioni mobilitarono i loro affiliati per manifestazioni di strada, una di queste in particolare illudendo giovani studenti che la mobilitazione era pro libertà. [...] Ma dopo questo evento il gruppo di comando del Partito comunista decise di regolamentare le successioni [...] Restava una difficoltà di linguaggio politico per gestire le differenze tra sviluppo capitalistico delle zone liberalizzate e il resto della meganazione più arretrato. Ciò fu risolto, in occasione di un congresso del Partito comunista negli anni Novanta, esplicitando una nuova dottrina: il liberismo economico è la miglior via per raggiungere gli obiettivi del socialismo. E un nuovo contratto sociale: ricchezza in cambio della rinuncia alla libertà politica e della lealtà assoluto al Partito comunista.Poi il Partito dovette gestire le differenze sociali di uno sviluppo ineguale, della mancanza di welfare e del lavoro a condizioni di schiavitù di decine di milioni di lavoratori. Non volle rallentare la nuova Lunga marcia e scelse la repressione per contenere i dissensi, mantenendo in vita i Laogai, i campi di rieducazione dell'epoca maoista [...]. Quando la tecnologia mostrò i suoi potenziali, il Partito attivò un controllo totale su ogni cittadino penetrando le sue comunicazioni elettroniche. Il regime dovette incentivare l'acquisto di telefoni cellulari e computer, investire per uno sviluppo rapido di Internet e stimolare più relazioni funzionali, finanziarie e sociali sulla Rete perché ciò rendeva più semplice la profilatura di ogni individuo. [...]Nel 2012 Xi Jinping prese il potere, eliminando con violenza avversari e cordate concorrenti. [...] L'amministrazione Obama avviò nel 2013 il primo tentativo di isolare la Cina. Al tentativo di Obama Pechino rispose in modi simmetrici con la Via della seta. Mentre l'America a conduzione Trump cercava di isolare la Cina, svelando la sua natura di Stato predatore e autoritario, nonché demonizzandola, [...] Pechino siglava nel 2020 un trattato commerciale integrato con quasi tutte le nazioni del Pacifico, includendo i principali alleati degli Stati Uniti, Australia e Giappone (ma non l'India, però in posizione di attesa) e siglava con l'Ue un trattato (bozza in attesa di approvazione dal Parlamento europeo) per la Cooperazione sugli investimenti (Cai) di rilevanza politica, sia ricattando sia concedendo molto alla Germania. Tuttavia, è visibile anche un secondo pericolo: destabilizzazione e implosione della Cina. Chi scrive ha colto nell'ascesa del potere dittatoriale da parte di Xi Jinping, con toni divinizzanti e millenaristi simili a quelli di Mao e Hitler, anche il tentativo di tenere sotto controllo un sistema con troppo disordine economico, finanziario, sociale e sul piano dell'ordine politico [...]. Pertanto ciò a cui le democrazie devono reagire è sia la tendenza alla formazione di un dominio del Partito comunista cinese nel mondo in forma di pax sinica sia il pericolo di un'implosione di una Cina che è ormai componente centrale del mercato globale, con in più il rischio che una Cina stessa in crisi poi cerchi di risolverla via aggressività esterna, militare.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)