2025-09-26
Israele rischia il cartellino rosso: Uefa e Fifa valutano l’esclusione
La nazionale di calcio israeliana (Ansa)
In caso di bando, l’Italia avrebbe un lieve vantaggio per la qualificazione ai Mondiali.La maggioranza dei membri Uefa vorrebbe escludere Israele da tutte le competizioni calcistiche internazionali. L’indiscrezione è stata lanciata ieri, dal quotidiano britannico Times, secondo cui la decisione «è attesa la prossima settimana, con la maggioranza dei membri favorevole». Certamente le pressioni circostanti sono molteplici. Tra i maggiori attori della scena internazionale figurano, da una parte, l’Onu e, forse, il Qatar che propendono per l’esclusione mentre, dall’altra, l’amministrazione Trump e il governo di Benyamin Netanyahu che spingono in direzione opposta. La Uefa è la confederazione calcistica europea che gestisce direttamente le competizioni continentali e anche le qualificazioni delle nazionali europee al Mondiale. La prossima settimana i suoi membri si riuniranno in Consiglio esecutivo e vaglieranno la proposta di escludere Israele. Se davvero si formasse una maggioranza in tal senso, il Maccabi Tel Aviv non potrebbe partecipare all’Europa League mentre la nazionale verrebbe squalificata dalle qualificazioni attualmente in corso per il prossimo Mondiale.In questa linea di eventualità, però, la palla passerebbe alla Fifa, la federazione calcistica internazionale che organizza il Mondiale, che avrebbe teoricamente i poteri per riammettere Israele alla competizione. Il suo presidente, Gianni Infantino, ha uno stretto rapporto col presidente statunitense Donald Trump. Negli scorsi giorni, ha parlato di come unire le persone «in un mondo diviso e aggressivo». Inoltre, con altrettanta vaghezza, a proposito della sfida di sanzionare i Paesi in guerra, ha osservato che oggi i conflitti interessano circa 80 nazioni nel mondo.La prudenza di Infantino non è casuale. Da una parte, c’è l’asse tra Tel Aviv e Washington. «Lavoreremo senza sosta per fermare qualsiasi tentativo di escludere la nazionale di calcio israeliana dalla Coppa del Mondo» ha dichiarato un portavoce del Dipartimento di Stato americano. Dall’altra, c’è l’appello a Fifa e Uefa degli scorsi giorni di alcuni esperti indipendenti delle Nazioni Unite per sospendere la nazionale israeliana dagli eventi calcistici «come risposta necessaria per affrontare il genocidio in corso nei territori palestinesi occupati».Più a fondo ci sono le pressioni della società civile e delle varie nazioni. Secondo indiscrezioni, il Qatar, la cui compagnia di bandiera è sponsor Uefa, e Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint Germain, spingono per una decisione drastica contro Israele denunciando la sua campagna di disinformazione. Invece, sono più propensi a difendere politicamente Tel Aviv Germania e Ungheria, due Paesi che in sede Uefa potrebbero porre un veto su qualsiasi proposta di esclusione.Sul piano strettamente calcistico, invece, l’eventuale esclusione di Israele può avvicinare la nazionale italiana alla seconda posizione del girone, cioè agli spareggi. Verrebbero cancellate tutte le gare passate e future di Israele, incluso l’incontro con gli Azzurri del prossimo 14 ottobre, evento carico di polemiche e pericoli per l’ordine pubblico. La classifica non cambierebbe: Norvegia e Italia occuperebbero ancora la prima e la seconda posizione. Cambierebbe solo il computo della differenza reti, con gli azzurri che guadagnerebbero un gol (da +5 a +4) mentre la Norvegia passerebbe da +21 a +19.
Erika Kirk, la moglie di Charlie (Ansa)