2025-10-02
Dopo le Marche il Pd perde la faccia. Chi lucra sulla guerra poi affonda
Una imbarcazione della Global Sumud Flotilla (Getty Images)
I marinai amici di Elly Schlein gettano la maschera: le derrate alimentari per gli affamati erano solo una scusa. Il vero obiettivo di questa missione mediatica è attaccare il governo italiano. Risultato? Un buco nell’acqua.C’è una distanza abissale tra la gravità della situazione a Gaza e la pochezza di quella che riguarda la cosiddetta Flotilla. Eppure, da giorni stampa e tv prestano attenzione solo alle barche con a bordo gli onorevoli di Pd, Avs e 5 stelle come se ciò che accadrà fosse determinante per i palestinesi. L’aspetto più incredibile è che ormai a tutti appare chiaro come la missione umanitaria per portare cibo a una popolazione affamata, in realtà sia tutt’altro, ovvero un’operazione politica assai spregiudicata e rischiosa, dove gli aiuti c’entrano niente. Abbiamo già dimostrato l’esiguità del carico di derrate a bordo delle imbarcazioni partite dall’Italia. Su 300 tonnellate raccolte a Genova ne sono state imbarcate cinque, mentre 40 sarebbero state spedite in Sicilia, un centinaio sono rimaste stoccate in Liguria e lì rimarranno fino a gennaio e il resto ha preso la strada del Sudan. Se davvero l’obiettivo degli organizzatori fosse stato quello di far arrivare cibo ai palestinesi certo non sarebbe stato spedito un sessantesimo di ciò che è stato raccolto. Cinque tonnellate per due milioni di persone equivalgono a un chilo ogni 400 palestinesi: un po’ poco per la visibilità che stampa e tv hanno riservato agli attivisti di Flotilla. I quali, se avessero davvero voluto portare aiuti alla popolazione di Gaza, non avrebbero impiegato delle barche a vela che, come è noto, non dispongono di una grande cambusa dove stoccare il cibo. Senza contare che natanti di stazza più grande avrebbero consentito di arrivare a destinazione più in fretta, mentre la missione, partita a fine agosto, è arrivata a 100 miglia dalla costa palestinese solo ora.L’obiettivo, come è sempre più evidente, non era far giungere velocemente del cibo per sfamare la popolazione, ma far durare la missione il più a lungo possibile, creando attorno all’operazione un’attenzione che pubblicizzasse l’iniziativa. Per la stessa ragione gli attivisti hanno respinto la mediazione del governo e della Chiesa, che avevano proposto di consegnare le casse di cibo a Cipro, e poi - con il sostegno del cardinale Pierbattista Pizzaballa e del Patriarcato latino di Gerusalemme, di farle poi giungere a Gaza. Non si tratta di sfamare donne e bambini, ma di usare la causa palestinese per altri scopi, esclusivamente politici.Nel mirino di chi si è imbarcato con la Global Sumud Flotilla, per lo meno della parte italiana, c’è di sicuro Israele e il suo premier, Benjamin Netanyahu, ma ancor di più c’è il governo italiano, che è accusato di «connivenza con uno Stato genocida». Già. Il vero obiettivo di ciò che sta accadendo non è la situazione di Gaza, ma quella dell’Italia e lo si è visto con le elezioni nelle Marche dove, pur non avendo alcuna attinenza, si è fatta entrare a viva forza la questione palestinese, nella speranza che parlarne servisse a recuperare qualche voto a sinistra.Su Gaza si sta consumando anche uno scontro tutto interno al mondo sindacale, tra la Cgil e i comitati di base, un’organizzazione che si dichiara alternativa alla confederazione guidata da Maurizio Landini. Lo sciopero indetto dalla Cgil, come è noto, è stato un flop, mentre quello dell’Usb ha riscosso adesioni in tutta Italia, anche se poi in qualche caso, come a Milano e Torino, è finito con una serie di scontri. Per correre ai ripari, Landini ha annunciato una nuova astensione dal lavoro qualora le imbarcazioni dirette a Gaza siano bloccate e lo stesso ha fatto il sindacato antagonista, che per sabato annuncia altre manifestazioni.Cambierà qualche cosa per i palestinesi se gli iscritti alla Cgil e i militanti dell’Usb incroceranno le braccia anche per una settimana o due? Ovvio che no. L’unica vera svolta ci potrebbe essere se il piano di pace presentato da Donald Trump in accordo con i Paesi arabi e con Israele venisse accettato da Hamas, con la liberazione degli ostaggi e la fine dei bombardamenti. Uno scenario che renderebbe ancor più inutile la missione-provocazione della Flotilla e di tutti quelli che manifestano a sostegno dell’iniziativa. Eh, sì: la pax americana rischia di rovinare i giochi di guerra degli attivisti di sinistra. Soprattutto, potrebbe svanire l’argomento oggi più usato contro Giorgia Meloni. Dopo mesi di accuse i compagni all’improvviso si troverebbero senza appigli per attaccare il governo. Un bel problema. Ecco perché hanno fatto il tifo per la Flotilla. E pure, purtroppo, per qualche incidente.
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