2021-05-30
«Ispirati dal marmo che ha conquistato anche Michelangelo»
Il patron del marchio, amministrato con i figli Niccolò e Filippo: «Sono ottimista. Ripartiamo da Italia, lavoro e bellezza»Prima il bianco candido, accecante del marmo di Carrara, scelto da Michelangelo per la Pietà e il Mosè dalla cava di Franco Barattini. Le Alpi Apuane da cornice. Poi il buio dell’antro dei giganti, un’altra cava, di Carlo Dell’Amico, nel cuore del monte Torrione (400 metri di marmo sopra la testa, 400 sotto e 400 ai lati). Se Stefano Ricci, patron del brand che porta il suo nome, ha voluto stupire c’è riuscito. Presentare una collezione di moda, fotografare capi di alta artigianalità su quei blocchi e a quelle altezze non è stata cosa semplice ma l’effetto stupore è stato soddisfatto. Dopo una tappa all’Accademia di Belle Arti di Carrara e una guida d’eccezione come il direttore Luciano Massari, l’avventura è iniziata su varie jeep che si arrampicavano come camosci. Il Gran tour in Italia continua e dopo aver toccato luoghi straordinari ha fatto tappa nella terra dei padri. Come racconta Stefano Ricci.Perché Carrara?«Ho la fortuna di vivere la mia Toscana a 360 gradi per cui cerco di ambientare le mie collezioni in questo territorio. Questo posto racconta la Toscana ma anche l’Italia e il lavoro che porta alla bellezza. Ho chiesto al proprietario di questa cava se c’è ancora il bianco di Michelangelo. Non è facile trovarlo ma sicuramente c’è ancora qualche riserva. È emozionante, siamo di fronte a un colosso della natura che si è espresso in modo geometrico eccellente». Qui si celebra la moda che si unisce in modo spontaneo all’arte e alla natura. «Da queste cave sono partite tra le opere più belle mai eseguite in tutti i tempi. I più grandi artisti sono venuti qui facendo grandi viaggi. Era il tempo dei Medici e dei Papi. Non avremmo avuto Rinascimento senza competizione tra grandi famiglie nobili». È importante per il vostro mestiere attingere a una bellezza che ha radici così antiche? «Credo che il fatto di crescere da queste parti fin da piccoli aiuti a respirare armonia e un senso di purezza che riesce a dare forma a un quadro o a una scultura. Per me anche un pavimento se composto bene è un’espressione di arte». Una presentazione che le è rimasta nel cuore durante il Gran tour? «Ho avuto il privilegio di fare una delle mie prime sfilate nella Galleria degli Uffizi, un’emozione che ricordo ancora. Vidi in fondo al corridoio la scritta “Stefano Ricci” e dissi di toglierla subito perché era blasfema e offensiva per le opere d’arte. Un. privilegio non poteva essere tradotto in una operazione commerciale e questo gesto fu molto apprezzato dalla dirigenza degli Uffizi». Il feeling con i suoi figli Niccolò, ad dell’azienda, e Filippo, direttore creativo, è palpabile. Lo conferma questo lavoro, così impegnativo, portato avanti da una vera squadra, quale voi siete, compresa sua moglie. Tutti abbiamo vissuto questo terribile periodo. Come lo state affrontando?«Si riparte dall’Italia, dal lavoro e dalla bellezza. Sono ottimista, il futuro non sarà uguale al passato ma si dovrà ricominciare perché il mondo non può fermarsi. Vivremo le emozioni e la vita in modo differente, più naturale e creandoci meno problemi». La parola passa poi al figlio Niccolò, amministratore delegato del gruppo. Come va in concreto?«Ripartiamo consci dei numeri e di un entusiasmo del mercato. Sarà un 2021 di ulteriore espansione con l’obiettivo di aprire cinque nuove boutique e tre shop in shop nel mondo. In questo perimetro si inseriscono Bangkok, Kuala Lumpur e Changsha in Cina. Abbiamo inoltre rilevato la gestione diretta di Singapore. Posso anticipare che stiamo lavorando per una nuova boutique a New York, che si concretizzerà nei primi mesi del 2022». Segnali significativi.«Il primo quadrimestre 2021 segna una crescita sul 2020 pari a un +40% a cambi costanti, trainata dai risultati in Cina, Russia e Nord America. La ripresa internazionale è partita, dopo un 2020 che nel quarto trimestre aveva recuperato terreno. Un segnale apprezzato dal mercato è stato il debutto nell’alta orologeria con il modello Octagon che ha richiesto una lista d’attesa, e che prevede - dopo Cronografo, Calendario annuale e Calendario perpetuo, e le varianti Diamond lux - nuovi modelli per il prossimo anno». La parola passa al direttore artistico Filippo Ricci, che racconta la collezione per la prossima stagione 2022.Quali novità?«È il bianco di Carrara che illumina la collezione. Lavorazioni virtuose, dettagli ricercati, volumi puri per l’uomo contemporaneo che vuole piacere e piacersi. Un guardaroba di grande leggerezza, adatto per tutte le occasioni, da quelle formali a viaggi e tempo libero. Le spalle delle giacche si fanno morbide, le proporzioni si allungano. Capi sfoderati e peso piuma o con fodere gioiello in seta logate “SR”. I colori, oltre al bianco dominante, sono avana, latte, canapa. Tocchi di verde, sfumature di caramello e grafite danno una connotazione moderna. E ancora il nero, l’indigo e il carminio per scaldare. Sapienti tocchi di giallo, arancio e il classico blu royal».Avete anche realizzato un video.«Il cortometraggio che accompagna la nuova collezione di Stefano Ricci esprime una significativa emozionalità. Dopo le precedenti esperienze con Maurizio Lombardi e Francesco Foti, ecco il nuovo capitolo di una narrazione che si ispira all’Italia. La bellezza infinita mette a confronto due attori che hanno interpretato Michelangelo Buonarroti nelle più recenti produzioni internazionali: Enrico Lo Verso (Michelangelo - Infinito) e Alberto Testone (Il peccato - Il furore di Michelangelo). Un tributo all’artista più amato del mondo».
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L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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